Tre ore con il pad in mano a provare il nuovo gioco Naughty Dog, The Last of Us 2, venti minuti di chiacchiere con Emilia Schatz, responsabile del level design, dieci minuti a raccontare la nostra esperienza a Neil Druckman in persona, e infine tutti insieme davanti al maxischermo per vedere il nuovo trailer di The Last of Us Part II mostrato durante il PlayStation State of Play. E c'è stato anche spazio per scoprire la buonissima Lagunitas, birra Ipa rigorosamente Made in California. Praticamente una giornata indimenticabile con l'esclusiva PS4!
Un invito speciale
Siete pronti? Bene, perché The Last of Us Part II è, come in tanti speravano, un peso massimo che ti sconquassa. Il difficile, davanti a tanta sostanza, è decidere da dove iniziare questo racconto: se dal recentissimo provato o andando un po' più indietro nel tempo, al trailer mostrato durante l'E3 del 2018 per esempio, ve lo ricordate? In quei minuti di gameplay, attraverso i quali questo seguito veniva svelato per la primissima volta al pubblico, vennero mostrate delle animazioni assolutamente fuori parametro, in grado di far sognare e contemporaneamente dubitare tutti gli appassionati collegati in diretta con quella che ancora oggi rimane l'ultima grande conferenza Sony in quel di Los Angeles. Noi c'eravamo in quella sala e vi possiamo assicurare che malgrado le bocche spalancate, non c'era una persona che non chiedesse al vicino di posto se per lui quella meraviglia fosse vera, o più semplicemente uno di quei trailer costruiti al millimetro ma che hanno ben poco a che fare con il gioco vero e proprio.
Poche ore dopo, il co-director di The Last Of Us 2, Kurt Margenau, spiegò che quelle animazioni erano il frutto di una nuova tecnica chiamata Motion Matching, oltretutto già utilizzata in altri giochi come per esempio For Honor di Ubisoft. A differenza del classico Motion Capture, dove le animazioni vengono registrate grazie a un attore e poi collegate a mano dagli animatori, nel Motion Matching è il programma stesso a selezionare l'animazione migliore scegliendo da una vastissima libreria in base alle circostanze e alla posizione del personaggio in movimento, ed è sempre il software a miscelarle dinamicamente tra loro creando appunto dei raccordi sempre diversi e, cosa ancor più importante, estremamente realistici. La spiegazione bastò a diradare i dubbi degli appassionati? Certo che no, ma nel frattempo tanti giochi si sono alternati nelle nostre console e tanti altri sono stati presentati la prima volta; abbiamo insomma avuto ben altro a cui pensare, giocare, e lentamente le presunte meraviglie mostrate all'E3 da Naughty Dog sono passate in secondo e in terzo piano, fino a dimenticarcele quasi completamente.
Appena ricevuto l'invito di Sony a provare finalmente The Last of Us 2 con mano però tutto è tornato in superficie: il momento della verità si stava finalmente avvicinando e oggi possiamo finalmente dichiarare che, sebbene le perfette coreografie di quel gameplay fossero in parte guidate, il risultato finale ci va dannatamente vicino.
Prima demo sulla neve
E ora riavvolgiamo il nastro e ripartiamo daccapo, con un grosso dubbio in meno ma tante, tantissime nuove cose da raccontare. The Last of Us Part 2 ci è stato messo in mano diviso in due diverse demo: la prima ambientata poco dopo l'inizio del gioco, la seconda in una fase più avanzata ma poi nemmeno così tanto. Dopo un silenzioso caricamento, l'ultima fatica Naughty Dog ci dà il benvenuto tra le nevi sofficemente poggiate ai piedi di un villaggio di montagna, di cui si intravede la pista sciistica con gli impianti di risalita anche dalla valle, dove a cavallo dei rispettivi destrieri, Ellie e Dina proseguono il viaggio cercando risorse nei piccoli centri urbani che si arrampicano fino al paese vero e proprio. L'eleganza nelle movenze delle due bestie si percepisce fino ai comandi, che si dimostrano subito chiari e reattivi, senza per questo danneggiare le animazioni.
L'immagine è sorprendentemente pulita e nonostante l'illuminazione mostri tutti i limiti di questa generazione, la nitidezza grafica generale e la stabilità del frame rate sono sorprendenti per un gioco che ha ancora a disposizione parecchio tempo per essere ottimizzato. Come in tutta la produzione Naughty Dog, anche qui balzano subito agli occhi le numerosissime animazioni contestuali che permettono ad Ellie di camminare attraverso gli ambienti circostanti in interazione continua: poggiandosi per esempio alle pareti, spingendosi in corsa sugli stipiti, o abbassando la testa quando a cavallo rischia di scontrarsi contro un tetto o un ramo. Il contesto è un silenzio assordante, illuminato dal fiato delle due ragazze che si farà via via più pesante in base agli eventi, e al nostro modo di spingerle tra la neve quando, fatte scendere da cavallo, inizieremo ad esplorare in loro compagnia i ruderi rimasti. Durante questo viaggio inaugurale, ostacoli e imprevisti sono fatti chiaramente apposta per permetterci di imparare i comandi, ed è sempre in questo segmento che finalmente rivedremo in azione gli stramaledetti Clicker.
Nonostante siano in due, Ellie e Dina non si sovrappongono mai in azione come invece accadeva ad Ellie e Joel nel primo The Last of Us, e sebbene non possiamo escludere che questo avvenga durante il resto del gioco, da quel poco che abbiamo potuto vedere c'è da ben sperare. Del resto, il modo in cui si comportava Ellie nel prequel era effettivamente l'aspetto meno riuscito di tutto il progetto: ricordate quando sgattaiolava allegramente a un metro dal naso dei nemici senza che questi la notassero? Anche noi chiudemmo un occhio sulla questione, ben sapendo che esistono pochissimi stealth game/survival con un compagno gestito dall'intelligenza artificiale, e per un buon motivo: è difficilissimo farli funzionare a dovere. Nella prima demo di The Last of Us Part II, Ellie e Dina a un certo punto arrivano in una grossa libreria al cui interno si trascinano diversi Clicker, ma la nostra compagna si comporta in modo molto più saggio e credibile, aiutata dal fatto che queste creature, nel loro ultimo stadio di metamorfosi, sono totalmente cieche; una scelta insomma che non sembra essere affatto casuale ma dettata appunto da un'esigenza tecnica.
Dopo l'esplorazione, le due rimontano in sella e Dina sembra sparire nella tormenta che improvvisamente ha ridotto la visibilità pressoché a zero: Ellie si preoccupa, urla il suo nome mentre noi cerchiamo di ritrovarla galoppando per la foresta sempre più impervia. Attimi di superlativa tensione che portano poi al ritrovamento dell'amica poco più avanti, nei pressi di quella che sembra una scuola materna adibita a studio di ricerca improvvisato. Qui le amiche possono finalmente rilassarsi, attivare un generatore che gli garantisca anche un rudimentale sistema di riscaldamento, per scoprire poi nel seminterrato un enorme piantagione di cannabis fuori uso da tempo.
Mentre ciondolano in giro chiacchierando delle loro vite, Ellie e Dina trovano diversi oggetti interessanti, tra cui vari documenti, una maschera antigas trasformata in bong e diversi "joint" già rollati in un barattolo; dopo essersi chieste se la marjuana abbia una data di scadenza, ne accendono uno e per un attimo il decadente mondo che le attende al di fuori dell'edificio scompare nel calore di un focolaio improvvisato, e di un bacio che ne dismette lo spirito da guerriere per farle tornare, per pochi istanti, le giovani donne che avrebbero tutto il diritto di essere.
La prima demo di The Last of Us 2 termina così, durante questi 90 minuti circa abbiamo utilizzato oggetti e armi quali pistole, fucili, medikit e mattoni, oltre ad aver visto diversi upgrade che ci hanno consentito per esempio di muoverci più velocemente da accucciate, curarci più efficacemente, tirare gli oggetti più lontano. Qui abbiamo anche avuto modo di modificare le poche armi a nostra disposizione, costruendo nuovi mirini o migliorandone la stabilità, il tutto attraverso delle animazioni costruite con una cura ai limiti del maniacale.
Seconda demo: un viaggio a Seattle
Tornati nel menù principale, con il permesso degli sviluppatori facciamo partire la seconda demo di TThe Last of Us Part II: finalmente nel vivo dell'avventura. Veniamo accolti da un'ambientazione totalmente diversa dalla precedente, del resto non siamo più in montagna ma nei pressi della città di Seattle. Qui la vegetazione è di un verde intenso, gli edifici sono bassi ma numerosi e ci sono chiari segnali di un'urbanizzazione più concreta e meno evanescente. La zona però si rivela essere presto molto mal frequentata: non solo in alcuni edifici sono presenti furiosi mutanti, ma per le strade girano bande armate che non vedono l'ora di dare ad Ellie, ora totalmente sola, una fatale lezione di vita. Non che Ellie non sappia cavarsela, anzi.
Al primo faccia a faccia con un umano dalle cattive intenzioni, la giovane dimostra immediatamente di essere una straordinaria guerriera, il problema è che le risorse come proiettili e medikit sono sempre troppo poche, mentre i nemici sono scaltri e ben equipaggiati. In questa fase di gioco, The Last of Us Part II dimostra finalmente di che pasta è fatto il suo gameplay: solamente accennato e alquanto derivativo nella prima demo, stratificato e sorprendente nella seconda. Qui vediamo finalmente le meraviglie del Motion Matching in azione, quasi come nel primo trailer, ma soprattutto scopriamo che le IA da affrontare sono molte diverse tra loro, per un mix che alza la sfida, oltre alla qualità del gameplay vero e proprio.
In The Last of Us 2 i nemici umani ti accerchiano, si chiamano le strategie a voce per rimanere in silenzio radio subito dopo, in modo da spingerti, senza nemmeno fartene accorgere, con le spalle al muro, in faccia alla morte. Alcuni di loro hanno con sé dei temibili cani che, con il loro olfatto, potranno scovarci attraverso la scia (visibile insieme ai nemici attraverso l'apposita funzione) che ci lasceremo alle spalle spostandoci. Inoltre, l'erba alta di The Last of Us Part II, nella quale è spesso consigliabile strisciare, non rende invisibili come in tutti gli altri giochi: anche rimanendo immobili, se un nemico si avvicinerà troppo o vedrà degli spostamenti sospetti, si accorgerà inevitabilmente di Ellie. La ragazza però ha una grande mobilità: può accovacciarsi e strisciare a terra, e sempre da sdraiata potrà continuare a mirare, sparare e curarsi in qualsiasi direzione, di pancia e di schiena. Ma questo non sempre basta, di conseguenza la fuga può diventare a volte l'unica possibilità di sopravvivere, questo però significa non poter fare il pieno di munizioni e risorse con tutta calma, rendendo così più difficile affrontare le sfide successive.
Sapete invece cosa ci è mancata? La possibilità, come mostrato nel trailer del 2018, di sgattaiolare sotto le macchine, con i nemici che cercano di afferrare le caviglie della ragazza, ricordate? Chissà se sono cose che subentreranno più avanti nel gioco, o è roba tagliata del tutto per motivi tecnici e/o di bilanciamento. Proprio durante le ultimissime battute, riusciamo anche a trovare l'immancabile arco, e una rivista di caccia che ci ha sbloccato una nuova abilità, peccato che anche questa seconda demo stesse giungendo al termine, e proprio sul più bello. La fine, che abbiamo agguantato correndo a perdifiato mentre le pallottole ci fischiavano attorno, coincide con il ritorno di Joel proprio come già mostrato nel nuovissimo trailer.
L'apoteosi di Naughty Dog?
Questa è a grandissime linee la nostra esperienza dopo tre ore insieme a The Last of Us 2. In questi diecimila e passa caratteri abbiamo provato ad offrirvi un concentrato con più polpa possibile, ma più cerchiamo di mettere un punto a questo primo hands-on, più ci vengono in mente nuove cose, nuove considerazioni. Intanto sarebbe da pazzi non spendere qualche parola in più sul level design: da questo punto di vista, la prima demo è stata senza dubbio suggestiva, ma è la seconda che ci ha davvero fatto capire quanto lavoro e quanta abilità e conoscenza della materia c'è dietro.
La mappa di gioco in questione, ambientata nei pressi di Seattle, non è poi così grande, oltre a mantenere una struttura sempre in fondo lineare, ma è costruita in un modo che la fa apparire molto più estesa ed articolata di quanto in realtà sia. Ci sono verticalità, passaggi nascosti, scorciatoie provvidenziali; nonostante non stiamo parlando di chilometri quadrati di mappa, ci si perde, ma basta uscire allo scoperto e alzare lo sguardo per ritrovare la direzione.
Scappando da alcuni umani, ci siamo intrufolati in un buco all'interno di una casa in cui l'aria era satura di spore, salvo scoprire la presenza di un grosso e grasso infetto che si è subito scagliato su di noi; schivando provvidenzialmente l'attacco, con pochissima visibilità, siamo riusciti proprio all'ultimo ad infilarci in un'altra fessura, guadagnando la salvezza. Come gli altri giochi Naughty Dog, più degli altri giochi Naughty Dog, The Last of Us 2 è un'esperienza che cerca di prevedere le reazioni psicologiche dei giocatori per fargli trovare sempre a disposizione un allestimento scenografico al limite della perfezione, il tutto costruito con una qualità cinematografica, ma raggiunta per buona parte attraverso vie puramente tecnologiche, altissima, fuori scala, paragonabile ma con stili diversi soltanto a quella offerta da Rockstar Games. Diversamente dagli altri giochi Naughty Dog, qui sembra esserci messo a disposizione un gameplay finalmente profondo e al passo con tutto il resto della produzione, cosa che rende The Last of Us Part II potenzialmente il miglior gioco della software house californiana.
Al primo hands-on appare subito evidente che Sony e Naughty Dog puntano all'home run con The Last of Us 2, ovvero a uno di quei giochi in cui grafica, sonoro, recitazione, gameplay, personaggi, scrittura, insomma ogni aspetto dell'intera produzione, è abbondantemente sopra la media. E poi la forza dirompente dei temi trattati, il realismo umano, persino toccante, di ogni animazione. Certo, abbiamo giocato soltanto tre ore, e un progetto simile si regge su colonne portanti diverse, ma questi sono dei fuori classe e si vede, si vede benissimo già con così poco a disposizione.
CERTEZZE
- Il gioco più ambizioso di Naughty Dog
- Super animazioni e recitazione
- IA molto promettente
- Effetti sonori sublimi
DUBBI
- Joel è apparso solo alla fine