Siamo convinti che in pochissimi si sarebbero aspettati l'annuncio del prossimo capitolo della serie più famosa di CD Projekt nel corso dei The Game Awards edizione 2024. A voler essere onesti, nessuno. Il team polacco ha dichiarato in molteplici occasioni di aver da pochissimo iniziato la produzione dell'attesissimo sequel e di essere praticamente ancora alle prese con il cambio di engine dal suo, proprietario, REDEngine all'ormai ubiquo Unreal Engine 5.
Insomma i tempi sembravano ancora immaturi per poter rivelare al grande pubblico la prossima avventura con protagonisti gli strighi di Andrzej Sapkowski e invece, contro ogni pronostico, lo show di Geoff Keighley si è aperto esattamente con l'annuncio di The Witcher 4.
Un annuncio accompagnato da più di 6 minuti di filmati realizzati proprio con l'UE5 e con gli asset che andranno a comporre la prossima opera epica del team di sviluppo. Un reveal che vuole far capire immediatamente gli elementi fondanti del nuovo episodio: il mondo di gioco, le atmosfere, i mostri, quell'atmosfera cupa e straniante tipica della serie e, soprattutto, la volontà di seguire alla perfezione il solco tracciato da The Witcher 3: Wild Hunt mettendo in scena la nuova protagonista. Colei che dovrà prendere in mano il testimone lasciato da Geralt. Colei che, meglio di nessun'altro, può essere considerata l'erede spirituale e naturale dello strigo dai capelli bianchi: Cirilla Fiona Elen Riannon, da molti conosciuta semplicemente come Ciri.
Di The Witcher IV ovviamente non si sa praticamente nulla, giusto qualche informazione sporadica distribuita dal team e dal game director in un paio di video e interviste pubblicate successivamente all'annuncio. D'altra parte del titolo non sono state annunciate neanche le piattaforme su cui potremo giocarlo (ma diamo per scontato che saranno PC, PS5 e Xbox), tantomeno una data di uscita, neanche un anno generico, e difficilmente ne sapremo qualcosa di più prima di svariati mesi o, addirittura, anni.
Però, per cercare di smorzare un minimo l'incredibile fame di curiosità che sta animando tutti i giocatori che da più di 10 anni desiderano tornare nelle terre di Redania e Nilfgaard, i ragazzi di CD Projekt RED ci hanno permesso di partecipare a una sessione di interviste con 2 figure di spicco del team di sviluppo, l'Executive Producer Małgorzata Mitręga ed il Cinematic Director Kajetan Kapuściński, nel tentativo di carpire qualche informazione aggiuntiva sul progetto. L'attesa sarà ancora molto lunga e probabilmente le informazioni più rilevanti saranno distribuite nel corso dei mesi, goccia a goccia. Intanto mettetevi comodi che vi raccontiamo quello che abbiamo scoperto.
L’erede naturale di The Witcher 3: Wild Hunt
L'intervista non poteva che aprirsi con la domanda di rito: l'ambientazione di The Witcher IV e, soprattutto, la collocazione temporale rispetto al precedente capitolo, The Witcher 3: Wild Hunt. Siamo tutti rimasti stupiti dalla caratterizzazione estetica di Cirilla - anche se purtroppo molti si sono lanciati su disquisizioni folli relative alla bellezza del personaggio - che nel trailer si presenta come una donna molto più matura, sicuramente indurita da tutti i drammi e le avventure affrontate e vissute sulla propria pelle. E a molti attenti osservatori non è sfuggita neanche la voce di Geralt negli ultimi istanti del trailer che lasciano immaginare una sua presenza, anche se magari soltanto da mentore, all'interno delle vicende che vedono Ciri protagonista.
Il gioco sarà quindi ambientato alcuni anni dopo gli eventi di Wild Hunt, ma "non possiamo entrare nei dettagli sulle date esatte e su ciò che è successo nel frattempo", dice Kapuściński, il Cinematic Director, "quello che i giocatori si possono aspettare è The Witcher IV, quindi una continuazione delle storie che abbiamo raccontato e del mondo in cui sono ambientate". Persino la scelta di un titolo così semplice e lineare con soltanto il 4 a seguire il nome della serie, serve a identificare con forza la prosecuzione della saga. "Il titolo è qui per una ragione, no? Perché, da una parte, mostra che si tratta di una continuazione, ed è una promessa ai nostri fan di lunga data. Ma non c'è alcun sottotitolo perché è l'inizio di una nuova saga, una saga in cui Ciri diventerà il Witcher, in cui Ciri sarà la nuova protagonista."
In altre parole, CD Projekt cercherà in tutti i modi di dare un colpo al cerchio, ma senza mai perdere di vista la botte intera con l'obiettivo di raggiungere quel compromesso, sempre molto difficoltoso da azzeccare, di rendere appetibile questa nuova opera tanto ai vecchi giocatori quanto ai neofiti della serie. A chi, magari, quando è uscito The Witcher 3: Wild Hunt era ancora un bambino o, addirittura, non giocava proprio. D'altra parte l'uso del 4 fa sorgere subito la domanda ovvia: e per chi non conosce gli altri 3 The Witcher, il gioco sarà comunque appetibile e comprensibile? Anche su questo fronte Kapuściński è sicurissimo di sé e del suo team: "capisco cosa intendi", mi dice guardandomi attraverso il monitor, "ma siamo piuttosto fiduciosi che il modo in cui realizzeremo questo titolo, il modo in cui lo comunicheremo, farà sì che le persone capiscano che è destinato sia ai veterani sia ai nuovi arrivati".
D'altra parte persino chi sta lavorando su The Witcher IV non ha necessariamente affrontato tutti i capitoli videoludici precedenti e se è vero, come ci ha confermato Kapuściński, che su questo sequel sono al lavoro alcuni veterani che sono sul franchise fin dal primo gioco, molte delle persone che oggi hanno le mani in pasta hanno lavorato "soltanto" su The Witcher 3: Wild Hunt, compreso lui stesso o, magari, il loro ingresso nella software house è collegato a Cyberpunk 2077; quindi, è come se si cimentassero per la prima volta con l'universo di Sapkowski. E ovviamente l'asticella si sposta sempre più in alto.
Lo sa bene Mitręga, l'Executive Producer che, dopo un passato in Techland, quelli di Dying Light, arriva in CD Projekt RED anche per lavorare su The Witcher 4: "con ogni titolo che pubblichiamo e ogni nuova uscita, non importa se si tratti di Witcher o Cyberpunk, vogliamo spingerci più in là. Per noi, è la sfida stessa ad essere uno stimolo, perché vogliamo aumentare la complessità, andare più in profondità, raccontare più storie, presentare personaggi migliori, far sentire le persone più immerse nel racconto. E, naturalmente, dobbiamo anche tenere conto che ci sono stati molti cambiamenti sul mercato in questi 10 anni".
Sì, perché sembra assurdo ricordarlo, ma The Witcher 3: Wild Hunt uscì nell'ormai lontanissimo 2015, quando sul mercato c'erano ancora PlayStation 4 e Xbox One e quando un budget di 80 milioni di dollari (tanto si dice abbia investito CD Projekt per realizzare il titolo), poteva bastare per realizzare un open world di quella portata e magnitudo. Oggi la situazione è ben diversa e, di mezzo, c'è stato anche il ciclone Cyberpunk 2077 che ha chiaramente cambiato il metodo di approcciarsi allo sviluppo di CD Projekt e anche la tendenza del team a puntare in alto, troppo in alto.
Kapuściński non vuole scendere nei dettagli quando gli domandiamo esplicitamente cosa il team abbia imparato dall'accoglienza di Cyberpunk e dalla mancanza di trasparenza in merito alle versioni old-gen di quel gioco. "Cyberpunk è stato un grande gioco tripla A e abbiamo imparato molto da esso, in ogni aspetto della sua creazione. È difficile scendere nei dettagli, però sì, abbiamo accumulato esperienza. E forse quello che posso sottolineare è che, con quel gioco, abbiamo ampliato le possibilità in termini di gameplay: come affrontare le storie, fare delle scelte, creare il proprio stile e il modo in cui si interagisce con le sfide."
Ora rimane da capire quanto di tutto questo sarà effettivamente il punto di partenza per offrire ancora più profondità e libertà di scelta al giocatore di The Witcher 4.
L'erede naturale di Geralt
È su Cirilla che avremmo voluto dedicare buona parte dell'attenzione di questa intervista, ma il tempo era veramente tiranno e quindi abbiamo tentato di farci raccontare ogni cosa possibile su di lei, sulla sua presenza come nuova protagonista, su quello che potrà significare a livello di gameplay. Il trailer di annuncio cerca infatti di evidenziare come Ciri sia una Witcher a tutti gli effetti: beve pozioni, usa i segni, è persino debole e insicura davanti ad un nemico che può sembrare tranquillamente alla portata di uno strigo. E lei, lo sa bene chi conosce la serie, è molto più di un "semplice" Witcher. È praticamente una divinità, con il sangue ancestrale che le pompa nelle vene ed è capace di viaggiare nello spazio-tempo semplicemente sbattendo le palpebre. E questa è stata anche una delle principali critiche che il pubblico ha mosso contro il trailer e che abbiamo quindi rigirato ai 2 intervistati.
"Sicuramente non è una Witcher regolare, ma non posso dire molto di più", esordisce Mitręga che, incalzata, va avanti: "tuttavia, è assolutamente vero che alla fine di The Witcher 3: Wild Hunt, lei è praticamente sovrumana. E questa è proprio una delle principali domande che ci siamo posti prima di procedere con la realizzazione di questa storia: una storia sulle sue origini, su come lei si evolverà e su cosa le accadrà nel tempo. Tutto questo lo potrete scoprire più avanti, quando giocherete effettivamente."
Però è anche vero che già nel trailer si nota qualche sostanziale differenza rispetto a Geralt. Differenza che potrebbe avere ripercussioni sul gameplay e sul nostro modo di poterci approcciare alla narrazione. "Ciri è diversa da Geralt anche per come reagisce al mondo, e soprattutto in termini della neutralità che per Geralt era fondamentale in quanto strigo", dice il Cinematic Director. "Come avete visto nella storia che abbiamo mostrato nel trailer, non è così facile per Ciri fare lo stesso. Lei è emotiva, appassionata, desidera il cambiamento. Quindi è un personaggio diverso e questo ci dà l'opportunità di raccontare una storia diversa e guardare il mondo oscuro di The Witcher attraverso i suoi occhi".
Ma le sue dichiarazioni non si fermano e si ricollegano ai nostri dubbi: ma Cirilla è diventata un vero e proprio Witcher? Chi l'ha addestrata? Chi le ha permesso di fare la Prova delle Erbe? "Non posso entrare nei dettagli ora, ma lei è una Witcher addestrata dai Lupi, da Geralt di Rivia e da Vesemir a Kaer Morhen. E questo si vede anche nel combattimento: come usa la spada, le sue mosse, il modo in cui si prepara usando l'equipaggiamento da Witcher, quindi bevendo pozioni, avendo una spada d'argento e una d'acciaio, indossando un medaglione della Scuola del Lupo. Quindi sì, è una Witcher a tutti gli effetti, ma è anche una Fonte. Ha capacità magiche che Geralt non ha mai raggiunto e tutto questo ci dà l'opportunità per creare un grande gioco."
A questo punto interviene anche Mitręga che, in qualità di Executive Producer, vuole chiaramente dare ancora più risalto ad un trailer di annuncio che deve essere costato tantissimo: "quello che avviene nel trailer è qualcosa che vorremmo aggiungere nei contenuti secondari del prossimo gioco. Questo è quello a cui puntiamo. Non è qualcosa realizzato su misura per il trailer: la storia del villaggio di Stromford e della sua ragazza Mioni pronta a essere offerta in sacrificio, il mostro Bauk e tutto il resto che hai visto saranno esperienze che potrete vivere concretamente nel gioco." E se pensiamo che questa è per CD Projekt l'entità narrativa e strutturale di una missione secondaria, facciamo fatica a immaginare cosa potremo sperimentare e vedere con i nostri occhi durante la missione principale.
Ci sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più su eventuali commistioni di genere: se possiamo aspettarci ancora un gioco di ruolo action abbastanza permissivo nel sistema di combattimento o se, magari, in questi 10 anni, CD Projekt ha guardato con interesse ai soulslike oppure a meccaniche più complesse e profonde a cui i giocatori si sono abituati in questo lasso di tempo. Ma i 2 intervistati sono ferrei nella loro capacità di non scendere nei dettagli: "quello che posso dire è che sì, The Witcher IV sarà un gioco di ruolo open world per giocatore singolo dove esplorerete un mondo oscuro e duro, pieno di folklore e con una moralità grigia", esordisce Kapuściński seguito a ruota da Mitręga che aggiunge: "ci saranno nuove regioni da esplorare e vogliamo, ancora una volta, spingerci oltre quando si tratta di narrazione, creazione dei personaggi o credibilità del mondo. È ancora un mondo aperto, perciò ci si può aspettare che il gioco sarà enorme. Ma ci stiamo concentrando di più sull'avere una maggiore profondità dell'esperienza, piuttosto che su una pura operazione di espansione delle dimensioni". Insomma, l'obiettivo è puntare a qualcosa che non sia semplicemente gigantesco, ma soprattutto molto profondo e stratificato. E questo chiaramente ci piace.
Prima di congedarci abbiamo voluto capire qual è, oggi, il rapporto tra CD Projekt e Andrzej Sapkowski, l'autore della saga di The Witcher con cui il team di sviluppo ha avuto una relazione a tratti burrascosa, per usare un eufemismo. Le 2 parti si sono infatti riavvicinate di recente e, magari, un The Wicher 4 sarebbe stato un ottimo punto di ripartenza per scrivere una storia a "quattro mani". Ma non è questo il caso: "ovviamente ci ispiriamo ad Andrzej Sapkowski, come abbiamo menzionato molte volte", dice Mitręga, "la mitologia del mondo è molto importante per noi e abbiamo ogni tanto qualche contatto con Sapkowski. Tuttavia, la storia è assolutamente originale e, per quanto riguarda la parte narrativa di The Witcher IV, è tutta opera di CD Projekt RED".
Evidentemente è meglio non stuzzicare troppo il can che dorme, pensiamo mentre ci apprestiamo a salutare e a concludere questa intervista, davvero troppo breve.