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Death Stranding 2: On the Beach è stato bilanciato per non far fuggire i giocatori

Hideo Kojima ha selato che Death Stranding 2: On the Beach è stato bilanciato cercando di eliminare situazioni che potessero demotivare i giocatori.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   18/12/2025
Marinelli in Death Stranding 2: On the Beach
Death Stranding 2: On The Beach
Death Stranding 2: On The Beach
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In una recente intervista concessa con la testata giapponese Nikkei Cross Trend, il game director Hideo Kojima ha avuto modo di spiegare come Kojima Productions ha affrontato lo sviluppo di Death Stranding 2: On the Beach, attualmente disponibile solo per PlayStation 5, toccando anche il tema della difficoltà, che ha fatto riflettere moltissimo il team.

Più facile

"Abbiamo riflettuto molto sulla difficoltà", ha detto Kojima, che ha poi sottolineato come Death Stranding abbia raggiunto oltre 20 milioni di giocatori, nonostante alcuni aspetti "spigolosi". Migliorare la giocabilità è stato quindi uno degli obiettivi principali che gli sviluppatori si sono posti per il sequel. "Volevamo mantenere il tema e le meccaniche di gioco, ma apportare delle modifiche per renderlo più facile da giocare. È anche per questo che abbiamo aggiunto più veicoli, per esempio".

È interessante notare come Kojima ammetta di aver lasciato volutamente nel primo Death Stranding alcune scelte di design "estreme", che hanno portato a due momenti chiave in cui il tasso di abbandono dei giocatori è aumentato in modo significativo.

Death Stranding 2: On the Beach, la recensione dell'opera più libera di Hideo Kojima Death Stranding 2: On the Beach, la recensione dell'opera più libera di Hideo Kojima

Attenzione, perché seguiranno alcune anticipazioni su Death Stranding. Se non volete averne, non leggete oltre.

Uno di questi era la missione in cui si consegna il corpo senza vita della presidente Bridget Strand. Durante lo sviluppo di Death Stranding 2, gli sviluppatori hanno deciso di non includere momenti volutamente punitivi di questo tipo, permettendo così a un numero maggiore di giocatori di arrivare fino alla fine del gioco.

Allo stesso tempo, Kojima è consapevole che una difficoltà più accessibile ha fatto percepire il sequel come "tiepido" da parte di alcuni giocatori più hardcore rispetto al primo Death Stranding, osservando che trovare il giusto equilibrio in termini di difficoltà è sempre una sfida complessa.