Siamo ormai a un mese di distanza dalla data di uscita di Death Stranding ma le informazioni continuano a fluire e vanno a coprire spazi lasciati ancora aperti dalle pur varie dimostrazioni che Hideo Kojima ha effettuato in questi ultimi tempi, come questo dettaglio sulla possibilità di influire su vita e morte dei personaggi in base alle scelte del giocatore.
Kojima era presente a un evento organizzato dal Garage Museum of Modern Art a Mosca, altra occasione utile per parlare di Death Stranding, proprio a breve distanza dal suo nuovo trailer promozionale e dalla conferma che il gioco è doppiato in italiano. Nel corso dell'evento, Kojima ha svelato il fatto che il gioco ci pone davanti a delle scelte che possono influire sull'esistenza stessa degli NPC, facendo un esempio pratico tratto dal gioco che potrebbe dunque rappresentare spoiler.
"Abbiamo un personaggio che vive sottoterra, è malato e ha bisogno di medicine e Sam può portargliele", ha spiegato Kojima. "Visto che questo succede subito all'inizio, è una scelta praticamente obbligata, ma dopo aver completato la prima quest, il giocatore può decidere di avanzare in modi diversi: andare costantemente dal vecchio a portare le medicine, portare altri oggetti, ascoltare le sue storie del passato".
Tuttavia, spiega Kojima, "il giocatore si ritrova a spostarsi sempre più lontano da questo personaggio e sono sicuro che ci sarà qualcuno che finirà per scordarsi della sua presenza, fin quando questa non tornerà in mente. Dal momento però che nessuno ha più portato le medicine al vecchio, questo morirà. Attraverso queste azioni si crea una connessione con il personaggio".
Anche questo è dunque un aspetto della connessione e della relazione interpersonale che è poi l'elemento basilare su cui si fonda la narrazione e il concetto stesso di Death Stranding, a quanto pare.