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God of War, Cory Barlog: le esperienze lavorative con Crystal Dynamics e George Miller sono state molto formative

Cory Barlog spiega che il percorso professionale lontano da Santa Monica Studio lo ha aiutato molto nel concepire il nuovo corso di God of War.

NOTIZIA di Davide Spotti   —   07/01/2019

Negli ultimi anni Cory Barlog è stato impegnato nello sviluppo del nuovo capitolo di God of War in quel di Santa Monica, ma prima di riprendere le redini dello studio è stato coinvolto in una serie di altri progetti.

Il game director dell'ultima avventura di Kratos ha raccontato alcuni aneddoti delle sue precedenti esperienze nel corso di un'intervista pubblicata da VentureBeat, la stessa nella quale si è parlato dell'evoluzione del personaggio di Atreus.

Come molti di voi ricorderanno, in passato Barlog ha avuto occasione di lavorare al reboot di Tomb Raider per conto di Crystal Dynamics, ma anche di collaborare con George Miller, il creatore della saga cinematografica di Mad Max. "Non ho fatto nemmeno una pausa per anni, ero distrutto, volevo avere un'esperienza diversa dal punto di vista creativo", ha raccontato.

"Non sono sicuro di quanto ne fossi consapevole, ma sentivo che non sapevo molto di ciò che avevo bisogno di imparare, e non lo avrei appreso rifacendo lo stesso gioco più e più volte". In origine Barlog chiese a Sony di poter dirottare una parte del team di God of War su un'altra proprietà intellettuale, ma la risposta dell'azienda giapponese fu negativa. Per questo, dopo essersi occupato dello sviluppo di God of War 2, decise di lasciare il proprio incarico per imbarcarsi in altri progetti.

"Ho imparato molto di più durante questo processo di quanto mi aspettassi. Lavorare con George Miller è stato istruttivo: erano all'avanguardia nello sviluppo del personaggio e nella gestione della regia", ha proseguito Barlog. "Poi ho lavorato con altri studi, ho collaborato un po' con Lucas e con Crystal Dynamics ho lavorato su Tomb Raider. Questo mi ha dato la prospettiva di cui avevo bisogno. Non penso che sarei stato in grado di realizzare questo gioco se non avessi avuto questo percorso".

Parlando del reboot di Tomb Raider, ha aggiunto di aver utilizzato l'opera di Crystal Dynamics come base per ricostruire God of War da presupposti differenti. "Ci lavoravano da molto tempo prima che arrivassi lì; in realtà sono arrivato a dirigere il secondo, ma mi contattarono molto presto e mi dissero di avere problemi con le sequenze cinematiche. Quindi sono entrato nel team e me ne sono occupato".

"È stato molto positivo per me, perché mi ha fornito una buona comprensione dei meccanismi alla base di un reboot. Ho finito per servirmene, ho guardato il loro approccio e ho pensato che mi sarebbe piaciuto affrontare qualcosa di simile ma in modo diverso", ha aggiunto Barlog.

"Avevano un obiettivo specifico in mente. A quel punto mi sono chiesto quale sarebbe potuto essere l'obiettivo reinterpretando e al contempo continuando una timeline. Invece di tornare indietro e raccontare un'origine, questa è una continuazione nella cronologia della storia".