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God of War, il ritorno di un capolavoro su PS4

Premiato come gioco dell'anno ai Game Awards 2018, God of War ha saputo reinventare una delle più celebri proprietà intellettuali di Sony, catapultandoci in un'avventura di grande spessore.

SPECIALE di Tommaso Pugliese   —   14/12/2018

God of War è stato senza dubbio uno dei maggiori protagonisti dell'anno che volge al termine, frutto di un progetto ambizioso in cui si è saputo coinvolgere le persone giuste per affidare loro un incarico tutt'altro che semplice: reinventare una delle più celebri proprietà intellettuali di Sony, donarle nuova vita e una complessità inedita, che potesse proiettarla legittimamente nel futuro. Gli sviluppatori di Santa Monica Studio, dall'alto della loro grande esperienza, hanno identificato in Cory Barlog la figura più adatta per dar vita a questa creatura, che reinterpreta il personaggio di Kratos e l'affascinante lore mitologico del franchise per trasformarli in qualcosa di diverso, più profondo e sfaccettato sia dal punto di vista narrativo che da quello del gameplay e della struttura.

God of War, il ritorno di un capolavoro su PS4

Classe 1975, Barlog è stato lead animator durante lo sviluppo dell'originale God of War per PlayStation 2 e game director sia di God of War II, ruolo che gli è valso un BAFTA Award, che di God of War III, sebbene solo per alcuni mesi prima di lasciare l'azienda. È però probabilmente stata la sua esperienza al di fuori di Santa Monica, nello specifico la regia delle sequenze cinematiche del reboot di Tomb Raider, a convincere Sony ad affidargli il compito di reinterpretare il Fantasma di Sparta nello stile cinematografico delle grandi produzioni, donando in tal modo alla serie il prestigio e la rilevanza che gli spettano nell'ambito della ludoteca di PlayStation 4.

Cominciamo dalla fine

God of War è stato premiato come gioco dell'anno ai Game Awards 2018, riuscendo a battere la concorrenza spietata di Red Dead Redemption 2, che molti davano come favorito. Non solo: durante lo show anche lo stesso Cory Barlog ha portato a casa il premio come miglior game director, e ciò non fa che confermare le convergenze fra pubblico votante e giuria di settore: il titolo è piaciuto praticamente a tutti. Certo, i presupposti erano evidenti: quando è scaduto l'embargo per le recensioni, Barlog ha compiuto un gesto particolarmente umano e toccante, pubblicando la sua reazione ai voti in diretta e lasciandosi andare in diversi momenti alla commozione.

Nella sua recensione di God of War, il nostro Pierpaolo Greco ha scritto che "la nuova opera dei ragazzi di Santa Monica porta indiscutibilmente il franchise (...) su nuovi livelli. Lo rende al passo coi tempi, modificando sensibilmente la sua struttura ma mantenendo una importante coerenza con il passato della serie. Non è solo Kratos a essere maturato in questo cambiamento, ma l'intera ossatura di un gameplay che ora è più ampio e imponente in ogni singolo aspetto." Alle valutazioni entusiastiche sono poi seguiti i riscontri concreti nei negozi, con oltre cinque milioni di copie vendute solo nel primo mese.

God of War, il ritorno di un capolavoro su PS4

Il nuovo Kratos

Bastano i primi minuti di God of War per comprendere le ambizioni del progetto targato Santa Monica Studio. Ritroviamo Kratos, lo stesso personaggio spietato e irriverente della trilogia originale, ma invecchiato e maturato sotto tutti i punti di vista. È passato molto tempo dalla sua battaglia contro gli dei dell'Olimpo, e l'ex Fantasma di Sparta si ritrova a dover badare a un figlio, Atreus, avuto insieme a una donna di cui non riusciamo a fare la conoscenza, visto che l'evento che caratterizza le sequenze iniziali è la costruzione di una pira funeraria per il corpo senza vita della compagna del protagonista. All'estremo saluto corrisponde l'inizio di una particolare missione che i due personaggi, padre e figlio, dovranno affrontare insieme: disperdere le ceneri della donna dalla vetta più alta dei nove regni.

God of War, il ritorno di un capolavoro su PS4

Attraversare le terre del nord non sarà facile, tuttavia, e Kratos non è convinto che il giovane Atreus sia pronto, ma un evento inaspettato costringe il guerriero a prendere una decisione. Parliamo ovviamente del primo, sorprendente boss fight del gioco, in cui affrontiamo un misterioso straniero venuto a conoscenza del passato dello spartano: un avversario insidioso, inarrestabile, contro cui daremo vita a una battaglia violenta e spettacolare, spezzando alberi e persino rocce nella furia della lotta. Dopodiché inizia un viaggio costellato da combattimenti, personaggi bizzarri e scenari suggestivi, che ci conduce verso la piena consapevolezza di quanto sia riuscito l'esperimento prodotto da Sony.

God of War, il ritorno di un capolavoro su PS4

Le perplessità

God of War prende le distanze rispetto agli episodi originali sotto svariati punti di vista. Non parliamo dunque di un reboot puramente narrativo, che mette al centro sequenze di stampo cinematografico di grande impatto e atmosfera, interpretate molto bene anche nell'edizione italiana del gioco, ma di un prodotto che affronta le meccaniche relative ai combattimenti in maniera molto diversa rispetto alle frenetiche combinazioni degli esordi. Il cambio di visuale, che è ora molto più ravvicinata, trasforma l'azione in qualcosa di vicino alle dinamiche di Resident Evil 4, unitamente a un controllo del personaggio più lento e macchinoso. Il potente Leviatano, la nuova arma di Kratos, può essere utilizzato per colpire i nemici direttamente oppure lanciata contro di essi dalla distanza, per poi tornare tramite un semplice comando fra le mani del guerriero spartano, in maniera del tutto simile al martello di Thor.

Questo tipo di soluzione, combinata con l'uso dello scudo e della schivata, nonché con le rune e le capacità speciali dell'equipaggiamento, si traduce in un approccio strategico ai duelli in cui bisogna tenere in considerazione la posizione dei bersagli ed effettuare manovre evasive alla bisogna, oppure ricorrere al supporto che Atreus può fornire con le proprie frecce. A rendere complesso e consistente il sistema di combattimento troviamo un grado di sfida non banale, con anche gli avversari più comuni capaci di infliggerci una certa quantità di danno, cosa che costringe di fatto a evitare le cariche a testa bassa in favore di una gestione più riflessiva e oculata degli attacchi. Pur con le sue ragioni, questa rivoluzione del combat system non ha però convinto tutti, unitamente a un generale ridimensionamento degli esagerati boss fight a cui la trilogia originale ci aveva abituati.

Arte e tecnica

Oltre alla narrazione rinnovata, all'inedita profondità dei personaggi e dei temi, alle tante sfaccettature di una struttura che strizza l'occhio agli open world tradizionali e all'approccio in stile The Legend of Zelda per l'accesso alle varie zone, God of War dà il meglio di sé sotto il profilo tecnico e artistico. Questi due elementi vanno assolutamente di pari passo nell'ambito del progetto targato Santa Monica Studio, ed esprimono appieno il proprio potenziale su PlayStation 4 Pro, in presenza di un televisore 4K di fascia alta, naturalmente con il supporto per l'HDR. È a queste condizioni che le ambientazioni del gioco prendono letteralmente vita con i loro suggestivi colori, i dettagli in lontananza, i tanti elementi in movimento e naturalmente le creature che si muovono e interagiscono con Kratos, che si tratti di avversari o di comprimari.

God of War, il ritorno di un capolavoro su PS4

Tanta magnificenza viene coadiuvata da un'effettistica pregiata, che valorizza le superfici aggiungendo spessore e riflessioni, gestendo le luci in maniera convincente. Il tutto mentre una colonna sonora di eccellente qualità, firmata dal ben noto compositore Bear McCreary, accompagna l'avventura coinvolgendoci e ispirandoci. Esattamente come quello intrapreso da Kratos e Atreus, God of War si pone alla stregua di un lungo, straordinario viaggio fra le infinite possibilità di un franchise che affronta il futuro forte di una maturità inedita, sbocciata in maniera forse inaspettata ma senz'altro capace di lasciare un segno profondo. In attesa della prossima missione...