Chi avrebbe mai detto che quella piccola patch 1.07 da meno di 400 MB pubblicata nella giornata di giovedì 17 marzo per Gran Turismo 7 sarebbe stato causa di tutto questo trambusto, rendendo peraltro il titolo ingiocabile per più di un giorno intero. In un colpo solo, il piccolo update ha posto sotto i riflettori due dei problemi più sentiti dai giocatori nell'era moderna: la necessità di dover accedere a una piattaforma sempre connessa online anche per giocare in single player e la presenza di microtransazioni alquanto predatorie, peraltro due caratteristiche che sembrano lontanissime dalla tradizione di Gran Turismo, a cui questo nuovo capitolo sembrava riallacciarsi con grande fedeltà ed entusiasmo. Invece, abbiamo assistito dalla mattina di giovedì a una serie di discussioni effettivamente poco prevedibili sul titolo in questione.
Ricapitolando: la mattina di giovedì 17 marzo, Polyphony Digital ha pubblicato la patch 1.07, apparentemente piccola e innocua, da attivare al termine di un breve periodo di manutenzione. Da lì in poi, il gioco è rimasto offline, e quindi praticamente inutilizzabile (tranne che per la modalità Arcade e il Music Rally), per la bellezza di 30 ore, fino alla pubblicazione della patch 1.08 con tanto di scuse ufficiali da parte di Kazunori Yamauchi. Il problema sembra fosse derivato da un "raro" bug che non era stato rilevato in precedenza e che, in base a quanto riferito dagli sviluppatori, poteva compromettere le partite dei giocatori ma a questo punto la questione dovrebbe essere risolta. Solo che l'evento ha messo in luce due aspetti critici di Gran Turismo 7, che sotto diversi aspetti sono interconnessi: la necessità di una connessione online costante anche per il single player e la presenza di microtransazioni.
I due aspetti sono le due facce di una stessa medaglia, perché il fatto di dover rimanere collegati è di fatto un sistema di sicurezza che garantisce la stabilità dell'economia interna di Gran Turismo 7, un aspetto che ha raggiunto un'importanza capitale all'interno del gioco, ancora di più dopo la patch 1.07 che ha aggiustato ricompense e prezzi in modo da rendere più difficile la conquista di auto attraverso il gioco.
Visto che lo sblocco di auto ed elementi nel single player si riflette nella dotazione che il giocatore può utilizzare nel multiplayer, è chiaro come la progressione e gli eventuali acquisti effettuati assumano una notevole importanza anche nel contesto competitivo e ci sia la necessità di salvaguardare l'ambiente da possibili cheat. In questo senso, l'always online può essere considerato un'altra conseguenza nefasta della presenza di un sistema economico interno a Gran Turismo 7 che prevede anche esborsi notevoli di denaro reale.
Questa stretta connessione tra single player e multiplayer determina peraltro un'implicita componente pay-to-win, nel senso più letterale del termine. Questo non vuol dire che i giocatori siano costretti a pagare per avanzare nel gioco ovviamente (e ci mancherebbe altro, dopo gli 80 euro del prezzo di partenza), ma si traduce in maniera lineare: ovvero è possibile pagare per vincere, semplicemente e senza troppi sforzi (tranne che per il portafoglio, ovviamente), accedendo in questo modo alle auto più esclusive e potenti. È chiaro a questo punto come ci siano alcuni aspetti problematici in Gran Turismo 7 al di fuori del gameplay stesso o della sua realizzazione tecnica, che peraltro non potevano emergere in sede di recensione perché tutto l'apparato economico interno è diventato palese solo con l'uscita sul mercato e ancora di più dopo le prime patch. Paradossalmente, proprio il ritorno alla sua essenza più pura, che prevedeva il grinding come un elemento standard del gameplay, sembra aggravare la posizione delle microtransazioni.
Insomma, trasportare il gameplay dagli anni 90 ad oggi con l'annessione di certe caratteristiche attuali del mercato potrebbe avere effetti nocivi: quando nel 1997 ci si trovava a ripetere giri su giri a bordo di una Mazda Demio in attesa di poter comprare una Nissan Skyline si accettava volentieri il grinding, oggi con l'integrazione del multiplayer, la competizione, il contesto di fruizione profondamente diverso e le scorciatoie offerte, il recupero dello spirito tradizionale potrebbe subire delle derive problematiche. Lo stesso Yamauchi sembra aver compreso le lamentele dei giocatori nel messaggio pubblicato al termine della manutenzione straordinaria, in cui ha ribadito come la necessità di dare il giusto valore alle auto sia una prerogativa del gioco ma è parso alquanto comprensivo anche sui lati oscuri che questo può comportare. Chissà dunque se qualche prossimo aggiornamento possa portare a un maggiore equilibrio nell'economia di Gran Turismo 7.
Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.