Continua a tenere banco la questione di GTA 6 e del suo possibile rinvio, ma l'idea continua ad essere smentita da altre fonti, in questo caso piuttosto autorevoli trattandosi di Bloomberg: tuttavia, le chiacchiere hanno avuto un effetto concreto con il calo del valore delle azioni di Take Two in borsa.
Nonostante non ci sia nulla di ufficiale e la questione sia legata a semplici voci di corridoio, l'importanza del gioco ha fatto circolare questi rumor in maniera folle, fino a portare a un crollo del 5,2% del valore delle azioni di Take Two, cosa che peraltro dimostra ancora come l'argomento videogiochi sia ancora trattato piuttosto alla leggera dall'ambito in questione.
In verità, spiega anche Jason Schreier di Bloomberg in un nuovo articolo di approfondimento, non ci sono prove per dire che GTA 6 sia stato rimandato al 2026, perché manca semplicemente ancora troppo tempo per poterlo dire e i lavori stanno procedendo a pieno regime.
I lavori procedono a ritmo e manca ancora molto tempo
Con ancora 21 mesi davanti prima della fine del 2025, è davvero troppo presto per poter escludere che GTA 6 possa farcela per l'anno prossimo, ed è una finestra di tempo ancora troppo ampia per poter definire un posticipo in maniera chiara, nonostante la possibilità che questo accada ovviamente ci sia, come sempre per quanto riguarda lo sviluppo di videogiochi.
La voce era partita in particolare da Kotaku, sito che riferiva come GTA 6 si stesse spostando dall'uscita prevista per "l'inizio del 2025" al 2026: a inizio settimana, successivamente alla pubblicazione di tale rumor, le azioni di Take-Two sono calate e la questione ha spinto la fonte a rivedere le proprie posizioni, alleggerendole su una vaga "possibilità di ritardo".
Di fatto, secondo Bloomberg non c'è ancora nessun segnale che possa indicare il fatto che lo sviluppo di GTA 6 sia in ritardo, dunque è impossibile al momento stabilire se la sua uscita verrà rinviata, anche perché di fatto non è mai stata annunciata in maniera precisa.
Nel frattempo, Rockstar Games ha chiesto agli sviluppatori di tornare a lavorare negli uffici abbandonando il remote working utilizzato finora, cosa che ha già scatenato notevoli malumori nel personale e che potrebbe portare a ulteriori complicazioni nella fase di sviluppo.