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Ratchet & Clank: Rift Apart non ha richiesto straordinari, "fare giochi senza soffrire è possibile"

Secondo Grant Parker di Insomniac Games, Ratchet & Clank: Rift Apart non ha richiesto straordinari per essere completato: "fare giochi senza soffrire è possibile".

NOTIZIA di Luca Forte   —   08/06/2021

Secondo Grant Parker, Game Designer di Insomniac Games, per sviluppare Ratchet & Clank: Rift Apart l'azienda non ha richiesto straordinari ai suoi dipendenti. E con le grandi recensioni che per il momento stanno arrivando, ha detto con orgoglio: "è possibile fare grandi giochi senza soffrire".

In un'industria nella quale sembra che il problema degli straordinari forzati o crunch sia all'ordine del giorno, c'è una realtà che vuol puntare ad essere un modello non solo per i giochi che crea, ma anche per come è organizzata. Stiamo parlando di Insomniac Games che, per bocca di Grant Parker, Game Designer di Ratchet & Clank: Rift Apart, non ha gli ha chiesto di fare degli straordinari. E nonostante questo il gioco è arrivato nei negozi in orario e in ottima forma, come dimostra la nostra recensione di Ratchet & Clank: Rift Apart.

In questo caso Parker non parla a nome di tutto lo studio, ma dovrebbe essere molto difficile che una persona prenda posizione così nettamente sapendo che i suoi colleghi a differenza sua hanno vissuto mesi di intenso lavoro, come sembra essere pratica comune nell'industria dei videogiochi, come le polemiche per Cyberpunk 2077 e quelle per The Last of Us 2 dimostrano.

"Mi fa piacere che le persone stiano apprezzando il gioco. Perché è importante. Ratchet su PS5 ha in questo momento una media dell'89. Non posso parlare a nome di nessuno, se non di me stesso. Io non ho fatto cruch nemmeno una volta. 40h a settimana tutto il tempo" ha scritto Grant Parker su Twitter. "È possibile lavorare su grandi giochi senza dover soffrire per questo," ha concluso.

In un tweet successivo lo stesso Grant ha voluto sottolineare una seconda volta come stia parlando solamente a suo nome e di come la sua situazione sia potenzialmente privilegiata, essendo un "maschio bianco cisgender ed eterosessuale". Ma ha voluto sottolineare che è stato l'atteggiamento dei suoi capi e quindi la cultura dell'azienda a evitare questo genere di problemi, non la sua situazione personale.