Geoff Keighley ha infine risposto alle polemiche nate dai premi ricevuti da The Last of Us 2 ai The Game Awards 2020, in particolare a chi afferma che un gioco sviluppato sotto crunch non dovrebbe vincere il premio Best Direction per nessun motivo, come fatto da Ian Walker in un articolo per Kotaku.
Intervistato da Game Informer, il patron dei TGA ha dichiarato che la discussione è positiva, perché sta sollevando dei problemi interessanti, ma allo stesso tempo non crede che la cultura del crunch possa far escludere un gioco dal ricevere determinati premi.
Lui sa bene che si tratta di un argomento rischioso da trattare, ma la scelta dei nominati spetta alla giuria dei The Game Awards e non a lui, così come quella dei vincitori. Il dibattito è aperto, ma è difficile da affrontare perché i fattori da tenere in considerazione sono tanti e molto diversificati.
Keighley ha poi negato di essere stato pagato da Naughty Dog per dare tanti premi a The Last of Us 2, affermando che se fosse stato per lui il gioco dell'anno sarebbe stato Half-Life: Alyx, non presente nemmeno tra i nominati.
A difendere la scelta di premiare The Last of Us 2 per la best direction era intervenuto qualche giorno fa anche George Broussard, uno degli autori di Duke Nukem, nonché director di Duke Nukem Forever, che ha attaccato direttamente la fonte principale delle polemiche, il già citato articolo di Ian Walker, affermando che l'autore non ha la minima idea di cosa significhi arrivare a lanciare un tripla A. Broussard ha dismesso anche le lamentele degli sviluppatori, dicendo che sono molti più quelli che lavorano senza lamentarsi di quelli che fanno sentire la propria voce, che se vogliamo è una posizione essenzialmente conservatrice, ma comunque molto diffusa.
Broussard ha infine aggiunto che paragonare uno studio da 300 persone, con uno da 20 (Supergiant Games, che viene indicato da molti come un modello da seguire per le sue politiche anti-crunch) è semplicemente stupido.