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Gears of War: Reloaded, la recensione della grande esclusiva Xbox ora anche su PS5

Il remake di una delle più grandi esclusive Xbox di sempre torna con una riedizione multipiattaforma, disponibile finalmente anche su PS5: ecco la recensione di Gears of War: Reloaded.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   26/08/2025
Marcus Fenix in Gears of War: Reloaded
Gears of War: Reloaded
Gears of War: Reloaded
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"Finalmente gli umani di Sera si illusero di vivere in pace, fino al... Giorno dell'Emersione": riascoltare dopo tutti questi anni la voce di Elisabetta Cesone, che interpreta la Regina Mirrah nella sequenza introduttiva di Gears of War: Reloaded, è ancora emozionante. Tuttavia stavolta c'è qualcosa di diverso: il controller che stringiamo fra le mani non è quello di una Xbox 360, bensì il DualSense di una PS5.

Con l'unica eccezione di Halo, la serie creata originariamente da Epic Games si pone come la più grande esclusiva Xbox di sempre, e vederla approdare sulla console Sony con questa riedizione (che, curiosamente, è in effetti la remaster di un remake) rappresenta la conferma definitiva che non ci sono più limiti ai piani di espansione multipiattaforma di Microsoft.

L'esperienza originale, fra trama e struttura

La trama di Gears of War: Reloaded ci conduce sul pianeta Sera, un mondo praticamente identico al nostro ma con un pizzico di retrofuturismo e un problema bello grosso che si manifesta in tutta la sua violenza durante quello che verrà ricordato come il "Giorno dell'Emersione", quando orde di Locuste fuoriescono dal sottosuolo per portare un attacco devastante ai popoli che vivono in superficie.

Incapace di contrastare l'invasione, l'umanità si ritrova costretta a ricorrere al Martello dell'Alba, una potentissima arma satellitare che viene usata per avvolgere nel fuoco le più grandi città e incenerire l'esercito nemico, ma si tratta di una mossa disperata, che devasta ogni cosa senza risolvere davvero il problema. Così la guerra continua, con le truppe COG a rappresentare l'unica, flebile speranza di vittoria contro le Locuste.

Il protagonista di Gears of War, Marcus Fenix, è un abile soldato che viene tirato fuori di prigione dal suo amico fraterno Dominic "Dom" Santiago all'inizio della campagna, venendo reintegrato nei COG per prendere parte a un'importante missione che, a un certo punto, si ritroverà a guidare in prima persona, coordinando le azioni della Squadra Delta composta dal già citato Dom, dall'ex giocatore professionista Augustus Cole e dallo scaltro ingegnere Damon Baird.

Marcus e Dom in Gears of War: Reloaded
Marcus e Dom in Gears of War: Reloaded

Il compito del gruppo è quello di recuperare preziosi dati sulle gallerie sotterranee scavate dai nemici e utilizzare un'arma che possa colpirli direttamente a casa loro, fra le profondità del sottosuolo: un'avventura che porterà i quattro personaggi a esplorare diversi scenari e a instaurare un rapporto non privo di conflitti, resi discretamente bene da un doppiaggio in italiano iconico, ma che paga l'ingenuità e le limitazioni di un'epoca in cui spesso il tono neutro di tante battute appariva scollegato dalla drammaticità degli eventi mostrati sullo schermo.

La campagna dell'edizione Reloaded riprende sul piano strutturale ciò di cui vi abbiamo parlato nella recensione di Gears of War: Ultimate Edition, andando dunque ad aggiungere al pacchetto i cinque capitoli disegnati originariamente per la sola versione PC, che approfondiscono una specifica fase introducendo anche lo scontro con il gigantesco Brumak e aumentano leggermente la durata della storia, che richiede in questo caso dalle dieci alle dodici ore per essere completata.

La Squadra Delta affronta una situazione esplosiva in Gears of War: Reloaded
La Squadra Delta affronta una situazione esplosiva in Gears of War: Reloaded

Sono inoltre presenti degli Extra legati al completamento delle missioni e al recupero delle celebri medagliette dei COG dispersi in azione: tramite un apposito menu collocato nella schermata principale è possibile visionare i filmati di gioco (che sono stati realizzati in computer grafica e quindi girano purtroppo a 30 fps), una serie di bozzetti con numerosi bozzetti relativi agli scenari e infine alcuni fumetti digitali di Gears of War.

La resa del gameplay a vent'anni di distanza

Quando è stato pubblicato per la prima volta, alla fine del 2006, Gears of War si è subito posto come un nuovo ed entusiasmante punto di riferimento per gli sparatutto in terza persona, forte di un gunplay assolutamente fantastico, caratterizzato da un arsenale di armi iconiche e da un sistema di mira, corsa e appostamento "magnetico" che nessun altro è riuscito a eguagliare.

L'iconico sistema di appostamento di Gears of War: Reloaded
L'iconico sistema di appostamento di Gears of War: Reloaded

Riprendere in mano il gioco oggi, quasi vent'anni dopo, lascia sulle prime un po' interdetti per via di uno schema dei comandi che non fa riferimento a standard ormai ampiamente consolidati. Bastano però pochi minuti per abituarsi nuovamente al peculiare sistema di movimento e ai meccanismi che regolano le interazioni con la mappa, nell'ambito di un impianto talvolta imperfetto ma capace tuttora di divertire e appassionare.

Certo, a volte ci si trova a dover fare i conti con la datata rigidità di una progressione che innesca i propri eventi unicamente sulla base di determinate azioni, e che chiude con troppa fretta alcune sequenze laddove sarebbe stata gradita una maggiore attenzione (anche e soprattutto in fase di ri-riedizione); o con le routine comportamentali delle Locuste, che si appostano per spararci, ma si sporgono sempre nello stesso punto, quasi chiamando l'headshot.

Uno scontro a fuoco in Gears of War: Reloaded
Uno scontro a fuoco in Gears of War: Reloaded

Tuttavia, come detto, l'esperienza funziona ancora dannatamente bene, gli eventi presentano quel grado minimo di varietà che impedisce di essere sopraffatti dalla ripetizione e il fatto di poter affrontare la campagna da soli, in cooperativa online per due giocatori o addirittura insieme a un amico in locale, ricorrendo allo schermo condiviso, riesce a coprire in maniera brillante esigenze che oggigiorno finiscono spesso per essere trascurate.

Le novità tecniche della versione Reloaded

Veniamo quindi al focus principale di questa recensione, ovverosia le novità introdotte dalla versione Reloaded di Gears of War, che come detto è in effetti la remaster del remake che è stata la Ultimate Edition. In primo luogo, la risoluzione passa da 1080p a 1440p (1620p su PS5 Pro), ricostruiti per uscire in 4K (utilizzando PlayStation Spectral Super Resolution nel caso di PS5 Pro), con pieno supporto al VRR e all'HDR: ne risultano immagini sostanzialmente più nitide e una resa generale "moderna", con alcuni scorci notevoli, pur al netto di animazioni che risultano inevitabilmente datate.

Il dettaglio di alcuni scenari di Gears of War: Reloaded lascia interdetti
Il dettaglio di alcuni scenari di Gears of War: Reloaded lascia interdetti

La differenza più evidente sta però nel raddoppio del frame rate, che nella campagna abbandona i 30 frame al secondo della già citata Ultimate Edition in favore di 60 fps (anche se le sequenze di intermezzo in CG restano a trenta fotogrammi, come detto) e nel multiplayer passa da 60 fps a 120 fps (a 1080p su PS5 base, 1440p su PS5 Pro) sugli schermi che supportano questa frequenza di aggiornamento, capace di garantire un gameplay ancora più reattivo e preciso in ambito competitivo.

Gli sviluppatori hanno effettuato il riarrangiamento di tutti gli asset e le texture a 4K, che erano già stati ridisegnati dieci anni fa, andando inoltre a potenziare l'effettistica per quanto concerne il sistema di illuminazione, le ombre, i riflessi e il post-processing, ottimizzando i caricamenti grazie agli SSD per eliminare i tempi di attesa durante la campagna e inserendo finanche alcune opzioni "green" per limitare il consumo energetico tramite la riduzione della qualità o delle prestazioni.

Marcus e la Squadra Delta dopo aver preparato un barbecue di Berserker in Gears of War: Reloaded
Marcus e la Squadra Delta dopo aver preparato un barbecue di Berserker in Gears of War: Reloaded

Sulle console PlayStation è presente un supporto completo per il controller DualSense, sebbene durante il gioco l'incidenza di queste funzionalità appaia limitata: il feedback aptico e i grilletti adattivi aggiungono giusto un pizzico di personalità al gunplay, ma per assurdo a spiccare è l'altoparlante integrato nel gamepad Sony, che riproduce le indicazioni che Anya Stroud ci manda via radio: un'idea magari scontata ma piuttosto efficace.

Per quanto riguarda invece Xbox Series X|S, al di là della possibilità di scaricare il gioco senza costi aggiuntivi fin dal lancio per gli abbonati a Game Pass (nonché per i possessori della Ultimate Edition), questa nuova edizione supporta la funzionalità Xbox Play Anywhere e il multiplayer a 120 fps è disponibile anche su Xbox Series S, a dimostrazione di un certo impegno sul fronte dell'ottimizzazione first party.

Il devastante Martello dell'Alba in Gears of War: Reloaded
Il devastante Martello dell'Alba in Gears of War: Reloaded

Gears of War: Reloaded include crossplay e progressione condivisa, quest'ultima attivabile effettuando eventualmente l'accesso con il proprio profilo Xbox LIVE. Per quanto riguarda il crossplay, il gioco consente di affrontare la cooperativa e tutte le modalità competitive insieme a utenti che giocano su altre piattaforme, con la possibilità però di limitare questa opzione alle console (fidatevi: non volete scontrarvi con qualcuno che utilizza mouse e tastiera) o di spegnerla del tutto.

Il comparto multiplayer

Una volta completata la campagna, è il comparto multiplayer a costituire l'effettivo fulcro dell'esperienza di Gears of War: Reloaded e anche qui parliamo di un impianto che ai suoi tempi è stato di assoluto riferimento, spingendo in maniera sostanziale gli abbonamenti a Xbox LIVE Gold e dettando la linea per quanto concerne la qualità di un servizio online che all'epoca Sony poteva soltanto sognare.

Eccoci pronti ad affrontare una partita in multiplayer contro alcuni utenti PC muniti di mouse e tastiera in Gears of War: Reloaded
Eccoci pronti ad affrontare una partita in multiplayer contro alcuni utenti PC muniti di mouse e tastiera in Gears of War: Reloaded

Certo, quello stesso sistema di movimento e copertura così "pesante" e vincolato, che in single player torna subito familiare, qui richiede un po' più di tempo e di fatica per essere assimilato e per restituirci un minimo di competitività, visto che là fuori a quanto pare son già tutti pronti a farci a pezzi a suon di Gnasher o a farci saltare la testa con la pistola Boltok o con il fucile di precisione Longshot non appena proviamo ad affacciarci dal nostro riparo.

Vediamo però cos'è cambiato con questa riedizione, a cominciare dalle mappe: ognuna di esse è stata rimasterizzata con texture a 4K e diversi miglioramenti visivi, alla stregua della campagna, che donano ai diciannove scenari disponibili in Gears of War: Reloaded un fascino per molti versi rinnovato, che si esprime nell'ambito di ben otto modalità differenti, distribuite fra partite non classificate, classificate e private.

La soddisfazione di usare la motosega in Gears of War: Reloaded
La soddisfazione di usare la motosega in Gears of War: Reloaded

Al momento in cui scriviamo, optando per le partite non classificate è possibile accedere alla maggior parte delle stipulazioni. C'è il Deathmatch a Squadre, in cui bisogna eliminare tutti i membri della squadra avversaria in un furioso cinque-contro-cinque reso ancora più divertente da un numero limitato di rigenerazioni; ma anche Blitz e Re della Collina, due varianti della medesima modalità territoriale, in cui bisogna prendere il controllo di alcuni anelli e totalizzare i punti necessari alla vittoria. Al Primo Colpo è una lotta che si combatte unicamente con i fucili di precisione, mentre Zona di Guerra è la stipulazione classica di Gears of Wars: un deathmatch a squadre senza la possibilità di tornare in campo se non al turno successivo. Esecuzione Gnasher 2 contro 2 è un titolo piuttosto esplicativo per questa stipulazione, limitata a mappe di ridotte dimensioni, mentre Assassinio ci vedrà provare a eliminare il leader del team avversario per poter vincere.

Il multiplayer di Gears of War: Reloaded include tanti personaggi extra sbloccabili
Il multiplayer di Gears of War: Reloaded include tanti personaggi extra sbloccabili

Passando alle partite classificate, per ora le modalità disponibili sono soltanto due, ovverosia Esecuzione (in cui è possibile eliminare un nemico solo tramite finisher) e la già citata Gnasher 2 contro 2, mentre chi desidera organizzare una partita privata, accessibile solo tramite invito, potrà contare sulla lista completa delle stipulazioni, che viene completata da Annex: un'altra modalità territoriale in cui bisogna conquistare e controllare zone che però cambiano ciclicamente.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (2)
9.3
Il tuo voto

Gears of War: Reloaded rappresenta un passo molto importante per l'attuale strategia di Microsoft, l'inizio di un percorso che ci condurrà immancabilmente a un lancio multipiattaforma per l'atteso prequel Gears of War: E-Day, ma soprattutto il debutto su PS5 di una proprietà intellettuale iconica per Xbox, che ha significato e significa tanto per un gran numero di appassionati del brand verde. Questa riedizione prende l'ottima Ultimate Edition di dieci anni fa e la rinfresca quanto basta per renderla attuale, contando sulla solidità di un impianto che risulta ancora dannatamente divertente e che si esprime molto bene sia nell'ambito della campagna che nel multiplayer competitivo, impreziosito da un crossplay che consentirà agli utenti Xbox e PlayStation di darsele di santa ragione per un'ultima volta.

PRO

  • Una remaster tecnicamente notevole
  • Gameplay ancora attuale, solido e spettacolare
  • Multiplayer ricco e divertente

CONTRO

  • Alcune cose sentono inevitabilmente il peso degli anni