Che Tomb Raider sia una saga legata a doppio filo con il medium videoludico lo sanno anche i sassi, ma quanti sanno che dopo la prima trilogia per PlayStation (e non solo) ne sono seguiti altri con quello stile e che, in parte, hanno anche utilizzato lo stesso motore? Tomb Raider IV-VI Remastered vuole riproporre le avventure della Lara originale, quella dura e pura, con gli occhiali da sole un po' tamarri, persa tra legnosità e luoghi affascinanti. C'è da dire che a differenza della precedente opera di compattazione, il materiale originale è probabilmente meno impresso nella mente dei fan, anche per un tentativo di nomenclatura non numerica e quindi più confusa, che cerca di abbracciare una filosofia meno vecchia scuola e più evocativa, sparpagliando un po' le carte.
Qui siamo però di fronte a una remaster e tale dobbiamo valutare, anche per dirvi se e quanto abbia senso correre a spendere (relativamente poco, va detto) per rimettersi nei panni di una Lara un po' differente, figlia della nuova fase di Core Design, lo storico studio di sviluppo. Purtroppo è anche un peccato che sia stato Tomb Raider: The Angel of Darkness l'ultimo prodotto maggiore sviluppato dal leggendario studio inglese prima della chiusura, visti tutti i problemi e le carenze videoludiche di quell'episodio, sicuramente non il migliore dei testamenti per un team così illustre. Questa collezione è un lavoro competente, certo, che però stacca meno rispetto alla precedente, specialmente proprio nel sesto episodio: è una remaster, si, ma sembra avere, forse, più dei connotati da compilation rispetto alla prima opera di rimasterizzazione.
Vecchie atmosfere di una volta
Non staremo a girarci troppo attorno: dei tre, Tomb Raider: The Last Revelation è quello con più cose da dire e quello meglio proposto al tempo. Utilizzava lo stesso motore della prima trilogia, con qualche aggiunta tecnica, ne condivideva lo stile e il modo di interpretare i comandi, pad alla mano, inoltre proponeva luoghi cari a chi era cresciuto con il primo Tomb Raider.
Il lavoro di rimasterizzazione di Tomb Raider IV (daremo dei numeri per comodità) è quello con maggior senso, più applicabile ed effettivamente capace di risaltare. Giocando un po' tra vecchio e nuovo, l'occhio e il framerate ne escono appagati, sarà difficile tornare alla versione originale una volta abituati alla nuova pulizia e miglior flusso di fotogrammi della remaster.
Tomb Raider IV è un prequel/sequel in tutto e per tutto della prima trilogia, si respira l'atmosfera dei vecchi capitoli, i controlli ne ricalcano l'applicazione, c'è tanto da giocare, esplorare e scoprire, magari approfondendo anche qualche aneddoto del passato di Lara (sapevate dove ha trovato il suo zaino?).
I controlli continuano a proporre le due soluzioni, ovvero quelli legnosissimi, ma super immersivi nelle atmosfere di un tempo e quelli aggiornati, che continuiamo a sconsigliare caldamente non per la loro implementazione, ma perché non si sposano bene con il modo in cui sono costruiti il design dei livelli e le meccaniche piattaforme. Muoversi con l'analogico non è una bella esperienza, specialmente in un capitolo così fedele alla vecchia filosofia di costruzione livelli e geometrie. Per fortuna, il doppiaggio italiano anche qui è rimasto tale, segno che la prima trilogia di remaster ha trasmesso il giusto messaggio al publisher.
Trucco e parrucco
Come per la trilogia passata, anche la Tomb Raider IV-VI Remastered supporta l'uso dei trucchi originali. Noi li abbiamo testati su PlayStation 5, utilizzando come riferimento quelli per la piattaforma Sony. Per quanto riguarda The Last Revelation e Chronicles, alcuni trucchi vanno eseguiti selezionando il cronometro, che in originale è l'oggetto dell'inventario in cui visualizzare le statistiche. Questo è sostituito dagli occhiali da sole che raggruppa in un solo punto di menù il salvataggio, caricamento, statistiche e opzioni.
Nei giochi originali inventario e pausa erano richiamati da due tasti differenti, rispettivamente select e start, mentre nelle Remastered lo sviluppatore ha accorpato tutto in un unico menù. Questo è, secondo noi, il motivo per cui i trucchi per saltare o selezionare il livello in The Angel of Darkness non funzionano. L'inserimento va fatto espressamente nel menù di pausa e prevede anche la pressione del tasto cerchio che, nella versione odierna, chiude il menù (nella configurazione comandi originale era triangolo).
Nuovi controlli, nuove foto
Purtroppo, con Tomb Raider: Chronicles prima e Tomb Raider: The Angel of Darkness poi, Core Design era già in forte calo produttivo e qualitativo, si nota tutto, con il team originale andato via nel mentre. Il quinto e sesto episodio (specialmente il sesto) mostrano una qualità complessiva molto inferiore rispetto ai giochi precedenti, o lo si nota analizzando la narrativa, la costruzione dei livelli, la precisione delle fasi platforming e le idee inserite, come la barra della resistenza su The Angel of Darkness o le fasi stealth assolutamente mal implementate.
Peccato perché ci sono dei rimandi interessanti, come i livelli a Roma di Chronicles, ma in generale entrambi i giochi mettono in luce più la fatica del team di sviluppo che non le buone cose sparse qua e là. L'opera di rimasterizzazione in sé aiuta a viverli nella modernità, ma è il materiale di base a essere debole e non troppo accattivante, almeno per i giocatori della prima epoca, discorso diverso se sono stati i vostri primi Tomb Raider, ovviamente... ma anche in questo caso, non sappiamo se consigliarvi di rimetterci mano e sovrascrivere la profumata nostalgia.
L'impatto della rimasterizzazione, avanzando con gli episodi, è inversamente proporzionale a livello grafico, complice anche il cambio di motore grafico di The Angel of Darkness, sviluppato per la "next gen" di PlayStation 2 e compagnia bella. Ciò che ne giova, in relazione al vecchio sistema di movimento, è il nuovo set di controlli che nel sesto episodio aiutano a viversela un pochino meglio. In ogni caso, nel pacchetto Remastered ci sono delle aggiunte sicuramente meritevoli, come il livello - diciamo segreto - di The Last Revelation, Times Exclusive, disponibile al tempo solo su PC ed effettivamente sviluppato per festeggiare la celebrazione del Times della scoperta della tomba di Tutankhamon, oppure un Photo Mode migliorato e ampliato, con nuove pose e vestiti, oppure del contenuto recuperato in quanto tagliato nella versione originale di The Angel of Darkness. Come per la precedente rimasterizzazione, graficamente il gioco viene presentato con una risoluzione a 4K che va a sessanta fotogrammi al secondo.
Abbiamo riscontrato invece dei bug non banali a livello audio, specialmente in The Angel of Darkness, con una gestione del mixer tra voci e elementi ambientali assolutamente sballata: spesso è impossibile capire cosa dica Lara, coperta da altro rumore.
Conclusioni
Tomb Raider IV-VI Remastered completa l'ambizione di Aspyr di rimettere a disposizione il pacchetto completo di episodi della Lara originale partorito da Core Design: si tratta di un'opera di rimasterizzazione complessivamente buona. Se Tomb Raider: The Last Revelation si riconferma episodio assolutamente godibile, purtroppo Chronicles e The Angel of Darkness portano in basso l'asticella, complice un materiale originale debole, criticato al tempo e vittima di una certa saturazione del team di sviluppo, che fu quasi costretto a realizzare questi episodi. La rimasterizzazione in sé, in ogni caso, funziona abbastanza bene, anche se il cambio di motore del sesto capitolo dona già una discreta modernità all'offerta e lo stacco tecnico è nettamente inferiore. Bene, invece, i nuovi controlli su The Angel of Darkness, il contenuto aggiuntivo, il livello segreto di The Last Revelation. In ogni caso, un plauso all'opera di riproposizione di queste vecchie glorie, che in un modo o nell'altro siamo sicuro saranno nel cuore di tantissimi appassionati.
PRO
- Buon lavoro di rimasterizzazione complessiva
- Contenuti completi, con anche materiale restaurato
CONTRO
- Quinto e sesto capitolo oggettivamente inferiori come qualità complessiva
- Bug audio importanti in The Angel of Darkness