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Il meglio del Tokyo Game Show 2017

Vediamo cosa ci è piaciuto particolarmente di questo Tokyo Game Show 2017

SPECIALE di Giorgio Melani   —   27/09/2017

Il Tokyo Game Show 2017 è probabilmente la fiera videoludica che si presta alla maggiore quantità di interpretazioni possibili, una sorta di oggetto misterioso per il videogiocatore occidentale a cui in effetti non è rivolta: ma oltre i dubbi che si possono avere sul suo senso per il pubblico al di fuori del Giappone - ben esplicitati anche nella recente Pierpolemica al riguardo - rappresenta un evento dal valore indiscutibile per l'industria nel suo complesso. Certo ha perso quella posizione centrale che poteva avere diversi anni fa, quando si doveva necessariamente guardare a oriente per conoscere le maggiori novità in arrivo anche dalle nostre parti, diventando quasi un evento di nicchia dedicato al cultore delle produzioni nipponiche (sempre considerando il punto di vista esclusivamente occidentale), ma rappresenta anche un importante indicatore dell'andamento dell'industria videoludica giapponese e delle tendenze di questa che possono facilmente riflettersi anche dalle nostre parti. È opportuno fare una premessa: ovviamente nessuno mette in discussione l'importanza delle produzioni nipponiche, che rappresentano ancora un pilastro indispensabile nel panorama videludico, ma visto che i maggiori titoli dei publisher giapponesi vengono comunque presentati solitamente nel corso di altri eventi dal respiro maggiormente internazionale, al TGS restano soprattutto i titoli dedicati quasi esclusivamente al mercato interno, per cui il ridimensionamento nella quantità di novità presenti al suo interno e nell'interesse generale che lo circonda risulta evidente, da diversi anni a questa parte. Tuttavia, il Tokyo Game Show 2017 in particolare ha saputo riservare qualche sorpresa di indubbio interesse un po' per tutti, oltre a mettere in evidenza alcune linee di tendenza importanti per un mercato che sembra in netta ripresa.

Le conferme

Vista l'assenza ufficiale sia di Nintendo che di Microsoft, è chiaro che i titoli di maggiori rilievo fossero tutti per PlayStation 4 o multipiattaforma, questo è un elemento da tenere sempre presente. Di fatto, negli ultimi anni il Tokyo Game Show si è venuto a configurare come una sorta di vetrina privilegiata per le produzioni dedicate alle piattaforme Sony, essendo rimasto l'unico produttore a puntare in maniera particolare su questa fiera. La cosa si riflette dunque sui giochi più interessanti che sono emersi dal TGS 2017, praticamente tutti in arrivo su PlayStation 4, ma in molti casi anche su altre piattaforme. Per quanto riguarda il gioco in assoluto più rilevante della fiera, ci sono poche discussioni sul fatto che possa essere Monster Hunter: World, visto il richiamo che il titolo ha non solo in Giappone ma anche nel resto del mondo. Il gioco Capcom si è mostrato con nuovi video e materiali e si è confermato come una delle produzioni di maggior spessore attualmente in sviluppo su PC, PlayStation 4 e Xbox One, cosa che risulta evidente anche dalla nostra prova diretta in tale sede. In molti hanno espresso dubbi sulla presunta occidentalizzazione del titolo data dalla scelta di adottare la formula open world e da uno spostamento verso meccaniche ruolistiche più ortodosse, ma quello che è emerso anche dall'ultimo incontro è un gioco ben strutturato e in grado di poter avere un impatto notevole su qualsiasi mercato. A seguire mettiamo Dragon Ball FighterZ, il nuovo picchiaduro Arc System Works che sembra del tutto intenzionato a rendere giustizia alla licenza altisonante su cui è basato con una dinamica da picchiaduro classico in grado di sfruttare tutta la perizia del team sull'argomento.

Il meglio del Tokyo Game Show 2017

Insomma, il suo fattore "wow" è dato in questo caso, finalmente, non solo dall'essere un gioco su Dragon Ball, ma anche dal fatto di essere un gran bel gioco su Dragon Ball. Dopo Capcom e Bandai Namco non poteva mancare Sega, che ha dominato la scena con le sue diverse accezioni della serie Ryu Ga Gotoku: da una parte Yakuza Kiwami 2, che conferma l'ottimo lavoro effettuato dal team nel rifacimento dei primi capitoli della serie sul nuovo engine grafico, e dall'altra il nuovo Hokuto Ga Gotoku, che unisce alla struttura consolidata della serie l'ambientazione e i personaggi di Kenshiro, per un mix che si presenta assolutamente esplosivo. Altra conferma è giunta da Ni No Kuni II, anche questo ormai mostrato in lungo e in largo ma sempre rappresentante uno dei titoli di maggiore interesse tra quelli in arrivo dal Sol Levante nel prossimo periodo, oltre al noto The Evil Within 2 e all'interessante 13 Sentinels: Aegis Rim da parte di Vanillaware.

Le sorprese

Non sono comunque mancate le sorprese al Tokyo Game Show, praticamente tutte concentrate all'interno della conferenza di presentazione Sony che formalmente non faceva nemmeno parte della fiera stessa ma che ha di fatto aperto le danze poco prima dell'apertura dei cancelli al Makuhari Messe. Era da tempo che non si vedevano tanti titoli nuovi di grosso calibro e dal respiro internazionale provenire dal Tokyo Game Show, a dimostrazione di come questa edizione 2017 si stata probabilmente una delle più interessanti di questi anni. In quest'ambito, a stupire più di altri è stata indubbiamente Square Enix con il suo Left Alive, un gioco costruito da un dream team di veterani dell'industria videoludica con trascorsi fra Armored Core e Metal Gear, che si presenta come una sorta di spin-off della serie Front Mission. Già quest'ultima informazione basta a scatenare l'interesse dei fan di lunga data, ma il gioco sembra anche puntare piuttosto in alto viste le sue caratteristiche particolari, che denotano una produzione alto profilo e respiro sicuramente internazionale e ci hanno fatto accendere i riflettori su questo interessante sparatutto in terza persona ad ambientazione fantascientifica che si preannuncia veramente diverso dalla concorrenza. Rimanendo in tema di rievocazioni storiche, un'altra sorpresa è arrivata da parte di Konami con Zone of the Enders: Anubis Mars, ricostruzione in chiave PlayStation VR del vecchio classico di Kojima, Zone of the Enders: The 2nd Runner.

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Non sarà proprio il nuovo capitolo in cui qualche fan sperava ancora ma si tratta pur sempre di un ritorno, peraltro in una forma alquanto allettante vista la possibilità di poter entrare virtualmente dentro il mech, dello storico brand. Ritorni storici sono anche quelli di Final Fantasy IX e Gungrave, sebbene in forme diverse, ma a ribadire come gli sviluppatori nipponici possano sempre pescare dalla loro lunga e consolidata tradizione per semplici operazioni di riedizione o per provare a proporre qualche concetto nuovo sfruttando un nome noto. Entrambi i casi vengono illustrati proprio con questi due titoli: da una parte il celebre RPG di Square Enix viene riproposto come semplice riedizione con grafica adattata all'alta definizione per le nuove piattaforme, dall'altra lo sparatutto ad ispirazione anime sfrutta invece l'ambientazione consolidata di Gungrave per esplorare le potenzialità della Realtà Virtuale, in una soluzione parallela a quella di Zone of the Enders. Meno d'impatto ma comunque di grande interesse si sono dimostrati anche l'adattamento per PlayStation 4 di Dragon's Crown, l'apprezzato action RPG di Vanillaware, e lo strano Hidden Agenda da parte di Supermassive, il team autore di Until Dawn. Quest'ultimo peraltro è un titolo dal gusto schiettamente occidentale che è stato stranamente inserito nelle presentazioni Sony della sua conferenza pre-TGS, tuttavia ha destato un certo interesse per la sua particolare soluzione ibrida tra videogioco, narrazione interattiva e app "sociale".

Considerazioni sparse

Oltre alla buona quantità di titoli di rilievo presentati al suo interno, il Tokyo Game Show 2017 ha rivelato anche alcune linee di tendenza interessanti per quanto riguarda il mercato nipponico. Confermando una rinnovata spinta della produzione interna, dopo anni di evidente influenza occidentale, questa edizione ha messo in scena una fiera decisamente "autarchica", nella quale erano quasi assenti i grandi player dell'industria estera in confronto ai publisher locali, con un'apertura più internazionale soprattutto per quanto ha riguardato il settore degli sviluppatori indie. Trarre conclusioni sull'andamento dell'industria nipponica dal Tokyo Game Show è sempre un po' azzardato perché possono essere viziate da un evidente strapotere di Sony nell'organizzazione degli spazi espositivi e dei prodotti in mostra, con una quasi totale assenza di Nintendo Switch che ovviamente non rispecchia l'attuale situazione del mercato. In ogni caso, il fervore dell'industria nipponica è palpabile, qui concentrato soprattutto intorno a PlayStation 4 , vista come una piattaforma basilare per l'utenza giapponese e soprattutto per i publisher third-party, che ancora stentano ad avere un'offerta consistente sulla console Nintendo. Nella copertura che abbiamo effettuato sulla fiera sono state inoltre considerate poco le console portatili, che invece in Giappone godono ancora di ampia attenzione, tra un Nintendo 3DS imperante, sebbene destinato probabilmente a lasciare sempre più spazio a Switch, e una PlayStation Vita ancora vivace nonostante la scarsa considerazione di cui gode all'estero anche da parte della stessa Sony.

Il meglio del Tokyo Game Show 2017

Notevole inoltre l'impegno degli sviluppatori nella Realtà Virtuale: oltre alle iniziative più o meno indie e alle sperimentazioni ardite, che spesso prendono la forma di esperienze sociali di qualche tipo sulla falsariga di Summer Lesson, produzioni come Zone of the Enders: Anubis Mars e Gungrave dimostrano come nell'ambito vengano investite anche produzioni di un certo livello, ovviamente sfruttando la spinta di Sony e del suo PlayStation VR in cerca di affermazione. Infine, una considerazione la merita anche l'ambito mobile: c'è evidentemente una concezione diversa di questo mercato in Giappone rispetto all'occidente. Mentre da queste parti le produzioni migliori arrivano soprattutto da iniziative indie, o attraverso una reiterazione di serie consolidate con relativi cloni, sono molti i publisher giapponesi che si dedicano allo sviluppo su piattaforme mobile di titoli originali o capitoli di serie note sulle console appositamente studiati per questi dispositivi. Questo si riflette in una produzione variegata e anche di alto livello, che ha come conseguenza necessaria anche una scelta di prezzi decisamente più in linea con il mercato console tradizionale e la cosa non è decisamente negativa di per sé.

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