Il PlayStation Showcase forse non sarà stato lo show esplosivo che alcuni si aspettavano, ma se non altro ha mostrato importanti novità su alcuni dei giochi più attesi in sviluppo per PlayStation 5. Il più atteso? God of War Ragnarok. Stiamo parlando pur sempre di un action dotato di basi granitiche su cui costruire, il cui predecessore è stato in grado di ridare lustro non solo a uno dei marchi più importanti della storia di PlayStation, ma anche ai Santa Monica tutti (che prima della sua uscita sembravano essersi per un periodo dedicati solo a un ruolo di supporto, allontanandosi dalla produzione di progetti tripla A).
Dopo il successo del precedente capitolo e l'annuncio del seguito avvenuto esattamente un anno fa, Sony ha dedicato a God of War Ragnarok lo spazio che meritava, con un sostanzioso trailer di gameplay e una manciata di utili informazioni aggiuntive. Ancora niente data d'uscita purtroppo, ma non si può avere tutto dalla vita...
Narrativa: Addio teoria di Tyr, è stato bello.
L'inizio del trailer di God of War Ragnarok è già di per sé molto interessante se si fa un parallelo con l'inizio del precedente capitolo. Atreus appare già cresciutello, e perfettamente in grado di cacciare cervi da solo (oltre che di caricarseli in spalla apparentemente senza sforzo). Come suggerito dal blog ufficiale PlayStation, questa storia si concentrerà ancora maggiormente su di lui, sulla scoperta dei suoi poteri e sulla sua reale natura, pur chiaramente mantenendo il focus sul rapporto padre/figlio che fa da colonna portante all'arco narrativo.
Altra conferma è stata il ritorno di Freya, solo che in una veste maledettamente arrabbiata che potrebbe portare a interessanti scontri (dato che la dea è in grado di trasformarsi oltre che di combattere), o a vere e proprie fasi di inseguimento. Le chicche più importanti, tuttavia, vengono da uno dei momenti successivi e da una peculiare dichiarazione di Herman Hulst in persona. La scena in questione è quella che mostra Kratos liberare Tyr, il dio della guerra norreno, ed è estremamente significativa perché mette a tacere quasi tutte le teorie internettiane che avevano previsto lo spartano prendere quel ruolo e quel nome alla fine dell'avventura (il tutto rende la trama molto meno prevedibile, peraltro). Per quanto riguarda invece le parole di Hulst, Ragnarok è stato definito "la conclusione della saga norrena di Kratos", pertanto il nuovo God of War potrebbe chiudere definitivamente le vicende di questa ambientazione, magari con l'intento di passare a tutt'altro background narrativo invece che a un nuovo capitolo con il figlio come protagonista. Solo supposizioni, chiaro... l'unica certezza è che anche questo seguito vanterà una storia molto ben delineata, e non dubitiamo che sia curata quanto quella del titolo del 2018.
Un paio di note finali legate alla narrativa: la nuova presentazione ha confermato il ritorno di vari personaggi già noti, come Mimir (o meglio la sua logorroica testa), e gli spassosissimi Brok e Sindri. C'è anche una new entry sul finale, una ragazzina che potrebbe essere Angrboda - una gigantessa della mitologia norrena, plausibilmente inserita come interesse romantico di Atreus (aggiornamento: è stato confermato ufficialmente che il nuovo personaggio è effettivamente Angrboda) - tuttavia non c'è nulla di confermato su di lei.
Gameplay: Niente più Cory, molti più dolori
La notizia forse più inattesa è legata però al cambio di director. Non sarà l'amatissimo Cory Barlog infatti a dirigere God of War Ragnarok (resta comunque il creative director, dunque ci aspettiamo una forte supervisione), bensì Eric Williams, un veterano di Santa Monica che lavora da sempre alla saga di Kratos. Chiaramente c'è preoccupazione per uno stravolgimento simile, eppure considerando lo storico della casa non si tratta di una scelta così stupefacente. A Santa Monica è quasi un rituale cambiare director per ogni gioco - l'unico ad aver diretto per due volte un God of War è stato proprio Barlog - e considerando il pedigree di Williams è probabile si sia guadagnato la posizione senza troppe difficoltà. Certo, eguagliare e superare il titolo precedente non sarà affatto una passeggiata.
Se non altro, dal gameplay svelato sembrano esserci parecchie novità meccaniche in questo nuovo capitolo, e non parliamo solo della presenza di una slitta e di estese zone ghiacciate esplorabili. In primis Ragnarok sembra infatti offrire battaglie con un numero maggiore di nemici, e una maggior varietà di avversari, un cambiamento che elimina uno dei principali problemi del gioco del 2018, e che dimostra l'attenzione di Santa Monica ai feedback dei fan. Il team di sviluppo sembra poi suggerire anche delle battaglie coi boss più spettacolari e variegate, e potete immaginare quanto tale conferma ci renda felici.
Per quanto riguarda il sistema di combattimento, invece, si sono viste nuove mosse offensive e la possibilità di utilizzare le lame di Kratos a mo' di rampino, per sfruttare la verticalità di certe arene. Molto interessante inoltre la possibile evoluzione dei poteri di Atreus, che non si limita stavolta a scagliare frecce, ma pare in grado di evocare anche degli spiriti, tra cui un cervo capace di travolgere i nemici in battaglia. Il figlio di Kratos potrebbe disporre di abilità abbastanza elaborate da offrire approcci agli scontri molto diversi rispetto al gioco precedente, se non addirittura build in larga parte incentrate sulla magia. Alla base, comunque, le meccaniche di fondo sembrano essere ancora le stesse, dunque ci aspettiamo un sistema estremamente accogliente per i fan di ritorno.
Ah, un'ultima cosa: tra le poche informazioni finora diffuse tramite il blog PlayStation c'è la conferma che in God of War Ragnarok potremo visitare regni inaccessibili in passato, quindi Vanaheim, Svartalfheim, e Asgard. Sarà interessante vedere come le nuove location verranno gestite, e se offriranno strutture particolari come visto con Muspelheim e le sue ondate di nemici.
Il trailer di God of War Ragnarok non è stato dei più lunghi e dettagliati, ma ha comunque svelato parecchie importanti informazioni, con qualche chicca legata alla narrativa, e un bel po' di indizi sulle nuove meccaniche del gioco. Il cambio di director porta indubbiamente ad avere dei dubbi, ma quanto visto dà l'impressione di essere estremamente solido, e potenzialmente superiore al titolo precedente. Noi non vediamo l'ora di giocarlo.
CERTEZZE
- Novità interessanti legate alla verticalità delle arene e ai poteri di Atreus
- Tecnicamente è sempre notevole
- Maggiore varietà dei nemici praticamente confermata
DUBBI
- C'è ancora molto da svelare
- Manca ancora la data d'uscita