A distanza di tre anni dall'uscita su PlayStation 4, nel marzo del 2017, Horizon Zero Dawn è stato ufficialmente confermato come prossima esclusiva Sony a rompere le barriere e passare anche su PC. Non è certo il primo a muovere questo passo tuttavia, vuoi per l'affezione che il pubblico (direttamente o meno) ha sviluppato per la protagonista Aloy, o perché si tratta della prima esclusiva di un tale livello a farlo, la notizia ha trovato il favore e l'entusiasmo di molti videogiocatori. In effetti Horizon Zero Dawn è un ottimo gioco, laddove termini come capolavoro o fiasco sono altamente discrezionali, e l'opportunità di allargare il proprio bacino d'utenza quando all'orizzonte si vede PS5 con il suo sequel è una mossa altrettanto efficace. Come valide sono le ragioni per le quali secondo noi vale la pena giocarlo: ne abbiamo raccolte cinque, cercando di raccontarvi al meglio l'esperienza e al tempo stesso schivare gli spoiler con la stessa cautela che Aloy usa per non farsi individuare dalle Macchine. Sarà anche un gioco di tre anni fa ma se per molti è nuovo Final Fantasy VII, ancor più può esserlo Horizon Zero Dawn, perciò merita di essere vissuto con la meraviglia della prima volta.
Aloy
Non possiamo che mettere proprio lei prima della lista. In termini di costruzione del personaggio, Aloy è una protagonista per la quale si riesce facilmente a provare empatia: è idealista senza essere ingenua, coraggiosa eppure saggia quanto basta per non negare la paura e il suo pragmatismo viene superato soltanto dalla compassione. In poche parole, è umana. Un risultato che non è poi tanto scontato da raggiungere e per il quale non è sufficiente la ricercatezza del fotorealismo. Aloy è un personaggio sfumato e sfaccettato, che riesce ad avvicinarsi al giocatore pur vivendo in un contesto del tutto differente. Inoltre, nonostante la sua innegabile competenza nel sopravvivere in un mondo ostile, non cade mai in quell'autocompiacenza di cui spesso si macchiano alcuni eroi, né si sente superiore: le sue abilità e la sua indipendenza non si impongono mai sull'umanità e, nel lungo percorso di crescita che la porterà a scoprire anche molte cose su di sé, in fondo resta la stessa Aloy dal cuore buono con cui ci si approccia all'inizio del gioco. Un valore aggiuntivo al personaggio è dato da Ashly Burch, che nel 2015 vince il premio Miglior Doppiaggio ai Golden Joystick Award per l'interpretazione di Chloe Price in Life Is Strange e in Horizon Zero Dawn dà ancora il meglio.
La storia
Diciamolo: tutto quello che si poteva raccontare, arrivati a questo punto, è già stato raccontato. Non è ciò di cui vuoi parlare a contare bensì come vuoi farlo. Il modo di approcciarsi a una storia è diventato più importante della storia stessa, perché in un susseguirsi e ripetersi di temi che ormai sembra abbiano esaurito tutto ciò che si poteva dire a riguardo è difficile essere la scintilla che farà brillare la narrazione. Il concetto del lutto e della perdita, in tutte le molteplici sfaccettature, è forse tra i cliché più usati e abusati nella scrittura videoludica di un certo livello, eppure Horizon Zero Dawn riesce a farne il suo punto di forza: la sua è una storia intrisa del più profondo senso di perdita, che passa sia attraverso gli archi narrativi individuali del suo cast fino alla fantascienza su cui si appoggia l'ambientazione - che in certi punti è veramente cupa. Al di là di tutto questo è però l'incrollabile speranza che anima l'umanità a emergere con forza: una speranza che riposa totalmente sulle spalle di Aloy e di riflesso sul giocatore, che fa proprio l'enorme senso di responsabilità della protagonista. A margine, nemmeno troppo, Horizon Zero Dawn è anche un raro esempio di fantascienza ponderata e coerente al di fuori della carta stampata: in moltissimi giochi e film, la fantascienza è tripudio di stile e meno di sostanza, racconti nei quali si punta sempre più in alto e non si vuole guardare giù per il timore di accorgersi che l'impalcatura su cui ci si è retti fino allora è solo un enorme, illogico casino. Senza scadere nella paranoia di una trasposizione della fantascienza precisa al millimetro, da una storia con tali basi ci si aspetta almeno un certo livello di coerenza se non con la realtà, giusto con se stessa. Horizon Zero Dawn ci riesce appieno.
Il mondo di gioco
Horizon Zero Dawn prende sul serio il concetto di post-apocalittico, facendo sì che la natura si riappropri quasi completamente della Terra lasciando solo poche, arrugginite tracce della civiltà umana per come la conosciamo oggi. È più che altro un'impercettibile macchia di colore sullo sfondo: dettagli agli angoli, bordi sfumati di una visione nella quale ogni giorno deve essere conquistato combattendo. Sarebbe stato facile cadere in tentazione, introdurre qualche culto tragicomico che fa di un oggetto moderno il nuovo inviolabile simulacro, ma Guerrilla Games ha preferito lasciare quelle poche vestigia della nostra cultura piuttosto periferiche e privarle di qualsivoglia interesse da parte dell'umanità sopravvissuta. Le nuove civiltà che sono sorte, anzi, sembrano essere piuttosto frutto di un azzardo antropologico, la cui estetica, usanza e cultura è stata sicuramente ispirata dalla nostra storia ma ha guadagnato abbastanza personalità per non essere la solita civiltà vichinga-o-romana-ma-non-troppo. Tutto questo senza menzionare quanto sia bello questo "nuovo mondo", quanto timore reverenziale si possa provare nei confronti di un luogo dove non siamo più noi a dettar legge e anzi, da quella stessa legge ora veniamo piegati. Dalle sconfinate pianure fino alle vette più irraggiungibili, dalle Macchine feroci a quelle più mansuete, Horizon Zero Dawn è una realtà tutta da scoprire.
Stealth e pensiero strategico
Se i trailer di Horizon Zero Dawn sono sempre stati spettacolari e hanno alimentato la fantasia della supereroina di cui si è parlato con Aloy, all'atto pratico ci si è resi conto di quanto fossero "fuorvianti": certo, affrontare un nemico a viso aperto lanciandosi in una scivolata a effetto per poi ucciderlo con un colpo solo, grazie a una freccia perfettamente conficcata nell'occhio, prima che possa balzarci contro è possibile ma trattasi di una conseguenza che vorremmo evitare quanto più possibile - e soprattutto che lascia tanto spazio al panico, ben poco alla "figanza". La verità è che il gioco pone molta enfasi sullo stealth e il pensiero strategico, invitandoci a usare l'ambiente e le risorse a nostro vantaggio per evitare di annunciare la nostra presenza a gigantesche macchine dalle quali non vorremmo essere tallonati. Furtività e trappole sono all'ordine del giorno per Aloy, nonché la soluzione migliore per uscire quanto più indenne da situazioni di netto svantaggio. Un simile approccio può far durare a lungo le battaglie ma le rende senza dubbio più coinvolgenti di quanto sarebbe se ci si lasciasse prendere dalla foga.
Le Macchine
Abbiamo aperto il nostro breve elenco con l'eroina, lo chiudiamo con i mostri che hanno deciso di uscire da sotto il letto e farsi reali: le Macchine che vagano sulla Terra sono state realizzate in modo pressoché perfetto, splendide da osservare quanto temibili da combattere laddove si rende necessario. Si percepiscono concrete e vive quanto degli animali veri e propri. Ciascuna è caratterizzata da un comportamento unico e da bravo cacciatore (che al tempo stesso è però una preda) il sistema migliore per comprenderle è studiarle a fondo. C'è un innegabile fascino nel modo in cui il gioco riesce a comunicare la complessa relazione tra riverenza e violenza in qualcosa che è vecchio come l'umanità stessa - la caccia - ma al tempo stesso più vicino ai giorni nostri per via delle sue sfumature tecnologiche. Proverete tantissime emozioni nei riguardi delle Macchine di Horizon Zero Dawn e il rispetto per questa impensabile forma di "vita" rientra fra queste.