L'importanza storica della serie Onimusha è innegabile, anche se le sue caratteristiche remano contro la sua stessa essenza. Si tratta pur sempre di action coi "tank controls", il limitante sistema di movimento reso famoso dai vecchi Resident Evil che dovrebbe essere estremamente inadeguato a titoli costruiti attorno a combattimenti adrenalinici. Invece gli Onimusha non solo funzionano, ma hanno influenzato pesantemente il genere, tanto che perle come il primo Devil May Cry hanno preso ispirazione dai loro sistemi.
Oggi non siamo però qui per scrivere un saggio sulla serie: semplicemente tra le nostre manine sudate è arrivata la remaster di Onimusha 2: Samurai's Destiny, che sembra voler continuare il piano di Capcom per aggiornare il pubblico moderno in vista del nuovo capitolo da poco annunciato. L'arrivo di questo secondo episodio non era scontato, vista l'accoglienza tiepida della remaster di Warlords sul mercato, eppure oggi siamo qui a parlarne e l'impressione è che si tratti di un progetto con più o meno le stesse risorse alle spalle. Il secondo Onimusha però è un titolo particolare, sviluppato praticamente in parallelo al primo, con un nuovo protagonista e un discreto numero di novità nel mix rispetto al predecessore. Come sarà invecchiato?
Noi lo abbiamo testato per alcune ore e, seppur non sia ancora tempo di una recensione completa, possiamo darvi le nostre prime impressioni. E sì, nel caso ve lo stiate chiedendo, è invecchiato meglio di quanto ci aspettassimo.
Juuuuubeeeeei, juuuuuuuubei!
Come accennato prima, Onimusha 2 non fu sviluppato subito dopo il primo capitolo, ma la sua produzione iniziò parallelamente a opera di un team diverso, pur mantenendo molte delle caratteristiche fondamentali del primo gioco. Questa curiosa natura, però, lo ha reso un capitolo "strambo" e dai toni molto diversi dall'avventura di Samanosuke, molto più caciarone e tendente all'assurdo. Anche il protagonista è differente: Jubei Yagyu, poderoso maestro di spada scelto dal destino per sconfiggere ancora una volta Oda Nobunaga, nella solita versione alternativa e fantasy del Giappone feudale in cui la saga si svolge (stavolta però con le fattezze di Yusaku Matsuda, noto attore nipponico).
Come potete intuire, la trama non è niente di particolarmente eclatante e manca della spettacolarità del terzo capitolo, più marcatamente narrativo. Il gioco vanta però un colorito cast di personaggi, un boss particolarmente iconico di nome Gogandantess e svariati momenti memorabili, o perché involontariamente ilari o perché piuttosto scenici. Attorno a questi personaggi, peraltro, gira anche buona parte della struttura della campagna. Durante il gioco, infatti, potrete recuperare vari doni tramite i quali migliorare il vostro rapporto con quattro diversi compagni. Questo li porterà a comparire in certe fasi del gioco per aiutarvi e modificherà alcuni eventi specifici. Certo, non è una meccanica particolarmente brillante per mantenere elevato il ritmo generale, ma fa il suo sporco lavoro, ed è comunque un'implementazione interessante, che rende lo sviluppo delle vicende un po' più organico e rigiocabile.
Inoltre, sembra che questa remaster abbia diminuito almeno marginalmente certi requisiti: abbiamo trovato più rapido e gestibile il recupero di pepite per acquistare gli oggetti, e la progressione ci è parsa generalmente più godibile, quindi qualche variabile è stata ritoccata in modo sapiente.
Countera che ti passa
E il gameplay? Beh, è invecchiato piuttosto bene in verità, anche perché questa remaster permette di muovere Jubei senza la limitazione dei controlli tank. Ora, come potete immaginare, non dover sottostare a quel sistema di controllo rende Onimusha 2 più facile, così come accadeva per la remaster di Warlords; eppure su Onimusha l'eliminazione di tale sistema in favore del movimento tridimensionale non è così grave, perché comunque era possibile spostarsi rapidamente per la mappa a forza di rapidi scatterelli dopo aver puntato un nemico, e vi sono svariate manovre che richiedono di mantenere la posizione, poco importa che si tratti di magie legate all'arma o attacchi caricati.
L'elemento più tecnico del gameplay peraltro sono le contromosse istantanee, e qui il movimento veloce cambia ben poco. Jubei può infatti fare enormi danni ai nemici se li colpisce nel momento in qui questi lo stanno attaccando: è una manovra rischiosa, ma permette di ottenere più risorse (oltre a cure assorbibili) e di eliminare rapidamente grossi gruppi di avversari in serie con il giusto tempismo. Inoltre è possibile eseguire counter meno poderosi dopo una parata istantanea se non si vuole rischiare troppo, ma, che si scelga la prima o la seconda opzione, è solo una questione di tempismo e il posizionamento importa relativamente poco.
In questa remaster i counter ci sono sembrati alquanto affidabili: il tempismo è stretto ma non esagerato, la risposta dei comandi è ottima, e il combattimento pare reggere bene il colpo, anche in virtù della buona varietà di armi offerte dal gioco. La difficoltà, inoltre, è rimasta più o meno identica; Onimusha 2 è considerato da molti uno dei capitoli più facili, per via di una prima metà con nemici e boss parecchio gestibili. Non è però il caso di sottovalutarlo: nella fase finale non mancano gli scontri brutali e in questa nuova versione è presente una modalità Hell dove gli avversari possono ammazzarvi con un sol tocco, solamente per i più esperti tra gli esperti (e chiaramente costruita attorno alle run no hit, che alcuni giocatori sono già in grado di fare).
Nel complesso, comunque, Capcom sembra aver voluto solo ripulire le basi preesistenti, senza andare a toccare realmente il fulcro del gioco. Una scelta logica per una remaster, che immaginiamo farà felici i puristi. Anche dal punto di vista tecnico, poi, il lavoro fatto è abbastanza minimo: i modelli sono più definiti, ma graficamente il gioco è cambiato ben poco, al di fuori della presenza di sfondi statici ad alta definizione che ne migliorano sensibilmente l'impatto generale. Sì, insomma, questa è una remaster per davvero, non un remake grafico, pensata prevalentemente per chi vuole godersi di nuovo l'esperienza autentica ad alta risoluzione e con modifiche marginali. Ci sta.
Pur con le sue strane peculiarità, e la sua narrativa caciarona, Onimusha 2 è un'esperienza invecchiata meglio di quanto ci aspettassimo, ed è stato un vero piacere riaffrontarne le prime ore in questa versione svecchiata ma estremamente vicina all'esperienza originale. Certo, non sarà la remaster più impegnata o ricca della storia, ma sembra ancora una volta un lavoro molto competente, e il suo ritorno ha perfettamente senso in vista del nuovo capitolo. Abbiamo solo affrontato le prime fasi, però, ed è presto per una valutazione completa. Restate sul sito comunque, perché non manca molto all'uscita.
CERTEZZE
- Da giocare è ancora spassoso, e il movimento 3D rende il tutto più fluido e piacevole
- Una remaster competente e riuscita, con una nuova brutale difficoltà a disposizione
DUBBI
- Non è stato fatto chissà quale lavoro dal punto di vista tecnico e contenutistico