Dopo il passaggio a Switch, il percorso di Game Freak e della serie Pokémon è stato a dir poco "curioso". Fino alla conclusione dell'era 3DS questo team giapponese era tra i più amati e osannati in circolazione, nonostante non mancassero le doverose critiche a una delle serie più note e di successo al mondo. Poi è arrivata la console ibrida di Nintendo e tutto è cambiato.
Tagli al Pokédex, giochi incapaci di evolversi e tecnicamente indietro di generazioni, imprigionati da un motore grafico troppo arretrato per competere col resto del mercato, fino al disastro del lancio di Scarlatto e Violetto, il gioco che avrebbe dovuto essere il primo vero grande passo avanti del marchio. Una lista lunga di errori gravi, che hanno inevitabilmente macchiato il nome di Game Freak e abbassato ai minimi storici le speranze di fan che, pur continuando ad amare alla follia i Pokémon, iniziano a essere stanchi di titoli comparabili graficamente a roba di oltre vent'anni fa (specialmente dopo la recente presentazione di Beast of Reincarnation, prova lampante di come il team le competenze tecniche le abbia eccome).
Noi oggi non siamo qui per analizzare cosa ha portato Game Freak in questo vicolo cieco: il problema è radicato, influenzato da un'infinità di fattori; vogliamo piuttosto concentrarci proprio sull'ultima generazione di Pokémon, ovvero Scarlatto e Violetto. Perché la nona generazione di Pokémon è un disastro tecnico sulla prima Switch, ma ora è approdata anche su Switch 2 e finalmente gira a 60 fps stabili, con meno problemi tecnici e una miriade di Pokémon in più a schermo; quindi, ora che è tecnicamente accettabile, è il caso di rivalutarlo oppure, a prescindere dai problemi grafici, resta comunque uno dei capitoli peggiori della serie? Oggi cercheremo di rispondere a questa domanda, analizzando nuovamente il gioco punto per punto, valutando il suo posto nell'intero franchise.
Tre is meglio che one. Più o meno
Partiamo dalle basi, anche a 60 fps e con una risoluzione più alta, Pokémon Scarlatto e Violetto restano comunque troppo obsoleti e poveri dal punto di vista grafico, tuttavia ora vorremmo concentrarci più sugli elementi di design della nona generazione, perché a volerla dir tutta non sono affatto malvagi. L'ultimo Pokémon principale è, infatti, un gioco contenutisticamente piuttosto valido in termini di campagna, che divide l'avventura principale in tre serie di obiettivi diversificati tra loro: battaglie con boss titanici, scontri col Team Star e la classica serie di palestre. Non tutti hanno apprezzato questa suddivisione, prevalentemente perché i compiti si riducono comunque per lo più a scontri con qualche cambiamento nel mix, ma noi l'abbiamo visto come il primo serio tentativo di offrire qualcosa di più variegato e spassoso rispetto alla solita formula, senza contare che i boss del Team Star e i titani non sono affatto malvagi se affrontati leggermente sottolivellati.
Siamo, insomma, spanne sopra la campagna di Spada e Scudo (la cui fase conclusiva "in ascensore" è forse la peggiore di sempre) e persino dal punto di vista narrativo il gioco non è male, grazie a un paio di twist decenti e a una buona caratterizzazione dei personaggi (anche qui lasciamo perdere Spada e Scudo, per favore). Il problema principale della campagna di Scarlatto è ancora una volta uno: le limitazioni tecniche. I minigiochi sono basilari se non addirittura pessimi, la "spettacolarità" degli scontri col Team Star è ridotta al minimo da animazioni quasi comiche e limitazioni assurde, e persino quando si affrontano le palestre è tutto ridotto ai minimi storici (un peccato perché i capipalestra sono anzi ben caratterizzati).
Si nota un costante "vorrei, ma non posso" da parte del team, perché le idee chiaramente c'erano, ma non i mezzi o il tempo per realizzarle degnamente. E gran parte del problema deriva dal classico Donphan nella stanza: la scelta di Game Freak di rendere Scarlatto e Violetto un mondo aperto.
Il mondo di Pokémon lo preferivamo più pocket
Sviluppare un open world è stato, per dirla senza troppi fronzoli, un piano sconsiderato. Non solo Game Freak non era pronto ad affrontare una sfida tecnologica di questo tipo, ma viste le tempistiche limitate di sviluppo a disposizione e le limitazioni dell'engine questa soluzione ha chiaramente costretto il team a cercare una serie di scorciatoie, che alla fine hanno reso Scarlatto e Violetto tra i titoli tecnicamente più arretrati di Switch. Ora che Switch 2 è arrivata a salvare la baracca questi giochi girano degnamente, ma le problematiche non di natura tecnica del mondo aperto restano, purtroppo.
Lo scarso tempo a disposizione ha portato non solo ai raffazzonati minigiochi di cui parlavamo prima, ma anche a una mappa vuota, mal sfruttata, dove tutto è concentrato nei principali centri abitati e ben poco di interessante è presente al di fuori di quest'ultimi: le macrozone con i vari biomi sono poco più che contenitori per pokémon di vario tipo, saltuariamente intervallati da allenatori e da delle stazioni di cura che potevano tranquillamente venir almeno parzialmente riconvertite in qualcosa di più interessante (ville? Piccoli villaggi? Le possibilità erano moltissime invero). L'esplorazione è poco soddisfacente e, visto che non c'è adattamento dei livelli, la struttura della campagna risulta in realtà incredibilmente guidata, con obiettivi precisi e specifici verso cui il giocatore viene costantemente guidato e indirizzato. Insomma, questo non è un open world che dà un reale senso di libertà - al di fuori del solo vagare per catturare pokémon - e non sembra nemmeno che la sua mappa aggiunga qualcosa all'esperienza: le mappe estese ma separate di Leggende Pokémon: Arceus funzionavano paradossalmente meglio, e non bastano i raid Tera a migliorare le cose... anzi.
Parliamo proprio dei raid Tera, già che ci siamo: sulla carta anche questa è un'idea molto interessante, dato che rappresenta un ottimo metodo per rendere Pokémon un gioco più cooperativo, offrendo un modo facile di ottenere oggetti di valore e Pokémon con abilità nascoste (o IV notevoli). Il problema ancora una volta è l'applicazione: il netcode è tremendo e rende questi raid in tempo reale un delirio, dove spesso a malapena si capisce cosa sta succedendo. Al lancio addirittura c'erano bug per resettare i raid che rendevano quasi ingiocabili buona parte degli scontri per via dei giocatori che continuavano ad abbandonarli. Insomma, una trovata che potenzialmente poteva trasformare in toto l'approccio alla cattura dei Pokémon si è ridotta molto rapidamente in un fastidio "necessario" per il competitivo e per ottenere mostri speciali, senza miglioramenti sensibili durante il ciclo di vita del titolo.
Leggende scomparse
C'è da spezzare a questo punto un'altra lancia a favore di Scarlatto e Violetto e questa lancia è legata al competitivo: la nona generazione è, se non altro, molto più bilanciata nella gestione di pokémon da competizione, grazie all'hyper training, a vari oggetti ottenibili con soldi o i succitati raid (i cerotti per le abilità nascoste sono rari, ma fantastici) e a svariate altre chicche facilitanti introdotte anche grazie ai DLC. Per chi non apprezza solo la base del gioco, sono tutte cose apprezzatissime, e modifiche alla qualità della vita che vorremmo veder aumentare costantemente, specialmente con Pokémon Champions da poco annunciato.
E non è tutto qui, perché la meccanica unica di questi Pokémon è tra le migliori in assoluto della serie per quanto ci riguarda: la Teracristallizzazione è una brillante aggiunta competitiva, che cambia del tutto l'approccio strategico agli scontri, e ha reso le battaglie Pokémon più imprevedibili e ricche di sotterfugi che mai. Certo, esteticamente è a sua volta una aberrazione (c'era davvero bisogno di trasformare i Pokémon in lampadari?), ma la sua implementazione è brillante e la riteniamo tra le migliori aggiunte della serie insieme alle megaevoluzioni.
Qui però torniamo ancora alla critica, perché a Scarlatto e Violetto sarebbe bastata una singola cosa per rendere più sensata l'esplorazione e migliorare in larga parte tutto ciò che non era campagna principale: avvicinarsi alle meccaniche di cattura di Pokémon Legends Arceus ed evolverle. Arceus è a sua volta un gioco ben lontano dalla perfezione, lo ben sappiamo, ma il modo in cui gestisce la ricerca e cattura dei Pokémon ha ridato linfa vitale alla serie, rendendolo una discreta droga per buona parte di chi lo ha giocato. Il fatto che Scarlatto e Violetto non abbiano nemmeno provato a implementare elementi comparabili mescolandoli alla visione originale è abbastanza assurdo, tanto da far sembrare quasi che ci sia stata poca comunicazione fra i due team di sviluppo dei progetti. Un maggior focus sull'elemento di collezionismo con qualche evoluzione legata alle routine comportamentali e alla gestione delle mappe avrebbe innalzato enormemente la qualità, ma, ancora una volta, il tempo e le limitazioni degli strumenti utilizzati hanno rappresentato un blocco tremendo alla creatività di Game Freak.
Ma quindi? Qual è il verdetto, se si considerano tutte queste mancanze? Beh, in realtà il verdetto non è negativo: anche con tutti i loro problemi Scarlatto e Violetto restano dei giochi godibilissimi che, con molta timidezza ed enormi mancanze, almeno hanno tentato disperatamente di essere un Pokémon di valore su cui costruire il futuro della serie. Sono stati un gran balzo avanti per il competitivo, hanno rivoluzionato la struttura della campagna della serie, e vantano pure un pizzico di sana cura per la narrativa. Non solo, i mostri della nona generazione sono nel complesso ottimi e nello stato attuale la maggior stabilità tecnica rende l'esperienza meno rozza, facilitando ancora una volta quell'immortale loop di gameplay che ha reso la serie la potenza globale odierna.
Attenzione però, non stiamo salvando Game Freak con un colpo di coda, spinti dal nostro amore per la serie: i problemi di Scarlatto e Violetto sono radicati in una formula ormai troppo statica, in cristalline mancanze dal punto di vista manageriale nel team, e in chiari limiti che impediscono agli sviluppatori di sperimentare davvero quanto vorrebbero sulla serie. Nel complesso Scarlatto e Violetto restano giochi appena sufficienti anche a 60fps, perché la buona volontà non basta a superare questa marea di ostacoli autoimposti.
C'è speranza in una situazione del genere? Beh, in realtà sì. Per quanto Game Freak sembri fare costantemente orecchie da mercante al feedback e alle critiche dei fan, le polemiche legate ai giochi Pokémon per Switch si sono fatte sentire in modo troppo diffuso e hanno influenzato le azioni di Game Freak, Nintendo e Pokémon Company nonostante le vendite record. Ci sono stati grandi movimenti nell'universo di Pokémon: la formazione di un team con ILCA chiamato Pokémon Works, la divisione del competitivo sotto forma di Pokémon Champions, e un Leggende Pokémon Z-A che, pur graficamente ancora arretrato, sembra essere molto più concentrato e concreto nelle idee.
È difficile pensare che Game Freak possa improvvisamente sbocciare e superare le sue mancanze nella prossima generazione, certo, eppure queste trasformazioni sono importantissime e rappresentano un piccolo moto evolutivo che dà speranza. Scarlatto e Violetto, nonostante i loro problemi, hanno forse rappresentato il primo e importante passo verso questa nuova era. Che la Gen 10 sia la volta buona per un Pokémon all'altezza delle aspettative?