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Cyberpunk 2077 e altri disastri: la caduta dei miti prosegue con CD Projekt RED

Con la crisi di CD Projekt RED in seguito al caos del lancio di Cyberpunk 2077, sembra proseguire quella che pare una tendenza della generazione in conclusione con la caduta dei miti.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   18/12/2020

Cyberpunk 2077 sembra essere sempre più un bel disastro, ma non è certo stato l'unico in questa generazione che va verso la conclusione, che ha visto diversi altri pastrocchi di notevoli dimensioni arrivare da sviluppatori blasonati, finiti poi più o meno in crisi più o meno gravi. Anzi, a dire la verità sembra che questo sia una sorta di argomento caratterizzante per la generazione che si sta chiudendo, che ha visto una vera e propria caduta degli dei in termini videoludici, con la perdita di certezze assolute per quanto riguarda la qualità anche per i team che avevano sempre goduto della fiducia incondizionata del pubblico. Intendiamoci: tutti questi presunti fallimenti vanno poi analizzati più nel dettaglio, perché spesso sono più le chiacchiere che ingigantiscono le cose che non veri e propri problemi in grado di mettere in crisi dei giganti dello sviluppo, ma è comunque considerevole l'entità dei casi emersi.

Rimanendo agli anni più recenti, ricordiamo Anthem, che ha trascinato nel gorgo una BioWare che già aveva subito notevoli colpi dal punto di vista dell'immagine, partendo da Mass Effect: Andromeda che non è mai riuscito a risollevarsi anche dopo gli aggiustamenti post-lancio. Le inconsistenze di Anthem, in termini strutturali più che semplicemente tecnici, svelarono la debolezza di un progetto che non è mai sembrato diretto in maniera molto chiara da una visione complessa e coerente, dimostrando alcuni lati oscuri nell'organizzazione di BioWare, un tempo considerata sostanzialmente infallibile. Sulla stessa lunghezza d'onda, il disastro di Fallout 76 al lancio ha gettato nella polvere anche un mostro sacro come Bethesda Softworks, con il gioco che ha attraversato anche lui una fase di fuoco incrociato annichilente, assurgendo al ruolo di meme negativo per quanto riguarda i lanci fallimentari, almeno nelle sue prime fasi.

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A questi possiamo aggiungere anche Blizzard: un tempo nume tutelare del PC gaming, la compagnia sta attraversando un periodo piuttosto difficile per la propria immagine, passando attraverso le critiche per le posizioni politiche prese (o meglio non prese) nella questione della controversia su Blitzchung e situazioni derivate, per arrivare alla presentazione di Diablo Immortal e il famoso pesce d'aprile. Insomma, CD Projekt RED sembra essere in buona compagnia, per non parlare poi delle questioni relative al crunch che potrebbbero riguardare un po' tutti questi team di alto profilo. Questi casi potrebbero rientrare in un movimento generale di evoluzione del mercato videoludico, che porta inevitabilmente alcuni vecchi giganti a dover fare un po' di autocritica e attraversare un periodo di riorganizzazione per poter stare al passo e riprendere un po' di smalto, ma questo non significa che non ci sia possibilità di redenzione. Sarà un percorso lungo e per nulla facile, rimanendo peraltro sempre sulla graticola per ogni minima imperfezione, almeno per un bel po', ma le premesse per un ritorno alla gloria ci sono.

Per ognuno di questi giganti caduti nella polvere si sta prospettando un possibile riscatto: BioWare ha il nuovo Dragon Age e il nuovo Mass Effect annunciato proprio di recente, Blizzard sta puntando forte su Diablo 4, che sembra tornare alle radici della serie e sta interessando non poco gli utenti storici mentre Bethesda è forse quella che meno di altri è propriamente caduta in disgrazia, considerando l'ottima attività al livello di publishing, i grossi progetti come Starfield e The Elder Scrolls 6 già annunciati e i possibili risvolti positivi dell'acquisizione da parte di Microsoft. CD Projekt RED, rispetto agli altri, si trova precisamente in fondo al pozzo in questo momento e dovrà per forza risalire: ha già dimostrato di riuscire a migliorare in maniera sostanziale i propri giochi con il lavoro svolto su The Witcher 3, dunque tecnicamente non dubitiamo che Cyberpunk 2077 possa essere risistemato nel giro di qualche mese. Il problema, casomai, è la ricostruzione della fiducia degli utenti e la forte immagine che era riuscita a crearsi in questi anni: un gioco così grosso e in sviluppo per così tanto tempo, attesissimo da tutti e su cui il team è stato completamente assorbito, non doveva essere presentato in questo modo. Il fatto di celare i difetti delle versioni current gen è stato un comportamento che difficilmente verrà dimenticato e perdonato, anche quando Cyberpunk 2077 avrà risolto i suoi problemi. Da questo punto di vista in CD Projekt RED dovranno veramente lavorare tanto, sperando che nel frattempo la compagnia riesca a mantenere una buona compattezza e unione d'intenti, considerando le crepe che stanno emergendo anche tra sviluppatori e management.