Qualche settimana fa Konami ci ha invitato a volare a New York per partecipare a un grande evento di presentazione del suo Metal Gear Solid Delta: Snake Eater. L'atmosfera era quella delle grandi occasioni: la hall dell'edificio nel cuore di Manhattan era stata allestita per replicare fedelmente il grande campo di fiori bianchi che è divenuto sinonimo stesso della soldatessa The Boss, una serie di maxischermi riproducevano ciclicamente diverse sequenze del suo celebre discorso a John, ma soprattutto, accanto agli sviluppatori della divisione Digital Entertainment, si muovevano personalità strettamente legate alle origini della serie, come il doppiatore David Hayter che ha sempre prestato la voce a Snake, l'attrice Lori Alan che ci ha regalato l'interpretazione di The Boss, e anche la cantante Cynthia Harrell, interprete del leggendario tema introduttivo ispirato alle atmosfere di James Bond.
Ironicamente, in mezzo al direttivo della compagnia, gli unici grandi assenti erano proprio gli autori originali, ovvero Hideo Kojima e figure come Shuyo Murata e Yoji Shinkawa, che in seguito al divorzio con il colosso giapponese - ormai risalente a dieci anni fa - hanno dovuto dire addio alla loro amata saga per imboccare il cammino solitario che avrebbe portato all'emersione di Death Stranding, lasciando intendere che la serie Tactical Espionage Action sarebbe rimasta per lungo tempo in una sorta di stasi. Adesso, tuttavia, le cose potrebbero cambiare: il remake Metal Gear Solid Delta: Snake Eater è stato infatti investito del compito di riportare la serie sul grande palcoscenico internazionale e, magari, erigere le fondamenta per un potenziale futuro ricco di nuove produzioni.
Abbiamo intervistato Noriaki Okamura, oggi produttore principale della serie Metal Gear che in passato ha lavorato fianco a fianco con Kojima, e Yuji Korekado, direttore del progetto Delta già coinvolto in numerosi altri capitoli: ecco tutto quello che ci hanno raccontato del presente e dei piani per la serie Metal Gear.
Metal Gear Solid Delta: Snake Eater
Konami è stata la grande assente dell'ultimo decennio d'evoluzione dei videogiochi tripla A. Solo di recente ha avuto inizio quella che parrebbe una sorta di rinascita che sta passando prevalentemente attraverso il ritorno delle IP di bandiera, riesumate prima attraverso il remake di Silent Hill 2 di Bloober Team - che ha innescato una reazione a catena di produzioni affidate anche a team esterni - e adesso da Metal Gear Solid Delta: Snake Eater realizzato con Virtuos, protagonista di un restauro estremamente fedele all'originale. "Per quanto riguarda questo remake", ha affermato Korekado "volevamo davvero mantenerci il più fedeli possibile all'originale, il che include tutte le caratteristiche uniche e persino gli easter egg presenti nel 2005. Abbiamo fatto del nostro meglio per non rimuovere nessun elemento e restare fedeli a Snake Eater, e questo comprende ogni genere di dettagli".
La grande questione che tocca porsi è come si possa reinterpretare una pietra miliare di questo calibro, specialmente considerando il peso dell'assenza di figure ingombranti come Hideo Kojima. Cosa si può rimaneggiare a cuore leggero e cosa, invece, devi necessariamente dimostrare assoluta fedeltà? "Ciò che per noi era più importante in questo remake era riuscire a trasmettere tutto della straordinaria esperienza dell'originale alle nuove generazioni". Korekado vuole mettere subito in chiaro la natura dell'operazione: "Non abbiamo pensato a modifiche o migliorie in termini di cambiamenti radicali: quello che volevamo fare era prendere il gioco originale, quell'esperienza specifica, e arricchirla in modo che fosse più accessibile per le nuove generazioni. Abbiamo potuto integrare cose all'epoca impossibili per i limiti hardware: la reattività, i tempi di risposta, la possibilità di cambiare mimetica con un solo click, elementi aggiunti per migliorare l'esperienza senza necessariamente stravolgerla".
Avendo ormai messo mano all'opera, abbiamo avuto la conferma che in realtà sono state integrate diverse piccole novità, alcune sezioni di gameplay - come l'incubo di Snake - sono state totalmente rinnovate e altre sequenze hanno ricevuto una cura particolare, eppure il director ha rimarcato come al centro del mirino ci fosse il nuovo pubblico. "Una delle cose principali che abbiamo fatto per andare incontro ai nuovi utenti è stata modificare i controlli. Per questo abbiamo introdotto sia lo Stile Moderno sia quello Classico. Con lo Stile Moderno, chi non ha mai toccato un titolo della serie Metal Gear Solid e gioca invece titoli più avanzati potrà giocare Delta: Snake Eater senza che sembri troppo diverso dai titoli contemporanei. Per chi, invece, già l'ha vissuto, bisogna considerare diversi aspetti dell'esperienza risultano chiari, anche quelli più criptici, ma non si può dire lo stesso per gli altri". Director e producer, in questo caso, sollevano una questione interessante, perché - in puro stile Kojimiano - Snake Eater è un'opera che ha sempre tenuto nascoste al giocatore meccaniche avanzate, sequenze opzionali, chicche di game design da svelare una partita dopo l'altra.



"Per chi non ha mai affrontato l'originale ci sono diversi aspetti - dai comandi, al modo di affrontare certe situazioni o sfruttare certe funzioni - che risultano poco chiari. E anche chi già conosce il prodotto è possibile che non abbia colto fino in fondo certe funzioni. Così abbiamo introdotto un sistema di suggerimenti che aiuta i nuovi utenti a scoprire le varie funzionalità e facilitare un po' l'esperienza. Non copre assolutamente ogni dettaglio, ma include meccaniche di gameplay e cose che magari da soli è molto difficile scoprire". La visione degli autori è chiara e comprensibile: se da una parte, quando si ha a che fare con una reliquia di questo calibro, è molto facile scontentare il pubblico affezionato, dall'altra bisogna preoccuparsi di parlare a generazioni che non hanno mai vissuto l'era PlayStation 2, che non hanno familiarità con il linguaggio ludico di Kojima. Il risultato, di fatto, è un'ottima crasi fra accessibilità, fedeltà grafica e qualità della vita che trapianta il gioco nel presente, senza tuttavia evitare le disarmonie fra l'anima moderna e quella tradizionale, come sottolineato nella nostra recensione.
Il futuro di Metal Gear Solid
In questo caso, tuttavia, l'esigenza di fedeltà passava prima di tutto da Noriaki Okamura, ancor prima che dal pubblico più affezionato: "A livello personale, questo è uno dei miei videogiochi preferiti di sempre, ha un valore molto importante per me. Una delle ragioni principali per cui abbiamo deciso di rilanciare la serie di Metal Gear Solid è stata proprio la constatazione che molte persone della nuova generazione non conoscevano affatto la saga: alcuni non ne avevano mai sentito parlare, altri sì, ma non l'avevano mai giocata".
Oggi Okamura è il producer principale della serie, uno dei responsabili del futuro del franchise, dunque è stato in un certo modo costretto a porsi il problema, al di là dell'amore che prova verso questa particolare opera di Kojima. "Ci è sembrata una situazione negativa, una di quelle che rischiano di far cadere la serie nell'oblio. Da lì è nata la decisione di riportare sul palcoscenico Metal Gear Solid e creare questo remake. Il motivo principale dietro la realizzazione di Delta: Snake Eater è proprio quello di permettere a nuovi fan di scoprire la saga per la prima volta, partendo da quello che amo, il mio amato Metal Gear Solid 3". C'è anche un desiderio specifico legato all'impatto del remake: "Sarebbe bello se questo progetto avesse un impatto positivo sull'industria videoludica in generale. Si tratta di un gioco molto famoso che presentiamo all'attuale generazione, ma c'è da dire che non lo abbiamo realizzato con questo obiettivo preciso in mente. Il focus principale è sempre stato permettere ai vecchi fan di rivivere questa storia straordinaria e farla scoprire ai nuovi giocatori per la prima volta".
A questo proposito, Snake Eater costituisce il terzo capitolo nella serie Metal Gear Solid, e nonostante si tratti di un prequel e a tutti gli effetti del primo in ordine cronologico, non mancano tonnellate di riferimenti agli episodi precedenti, come sottolineato da Korekado. "Con l'introduzione di Metal Gear Solid Delta: Snake Eater, a differenza del passato, ci sono chiaramente due modi diversi di approcciare la serie. Se qualcuno volesse cominciare dal primo gioco uscito, in consiglio è quello di iniziare dalla Metal Gear Solid Collection e seguire l'ordine di pubblicazione, altrimenti si può seguire l'ordine cronologico interno, che parte proprio da Snake Eater".



La domanda che sorge spontanea, a questo punto, è che ne sarà di Metal Gear Solid: quest'operazione estemporanea sarà solo l'inizio di una serie di remake dei classici? E come ci si confronterà con capitoli come il primo, al quale probabilmente non basterebbe una semplice nuova passata di vernice? Per certi versi si può dire che il futuro della saga si giocherà proprio nelle prossime ore: "Per quanto riguarda i piani per il futuro, al momento siamo ancora concentrati esclusivamente su Delta con l'obiettivo di renderlo il miglior gioco possibile e di fargli raggiungere quante più persone possibili. Poi, sulla base della risposta del pubblico e dei nuovi giocatori, valuteremo cosa fare in seguito con la serie", conclude il director.
Noriaki Okamura, tuttavia, ha un punto di vista molto specifico sulla questione del futuro di Metal Gear Solid: "Un aspetto fondamentale per il futuro di Metal Gear sta nel fatto che, per quel che riguarda questo remake, il team di sviluppo è composto da tantissimi membri giovani e giovanissimi. È stato molto stimolante vedere il loro contributo, capire il modo in cui la nuova generazione percepisce la serie. Sarebbe bello che fossero proprio loro a portare avanti la saga di Metal Gear Solid in futuro, per vedere dove potrebbe arrivare". Per lui questo non rappresenta solamente un desiderio, ma un elemento cardine della saga e del messaggio che si porta appresso: "A titolo personale, sono convinto che uno degli elementi fondamentali dell'intero Metal Gear sia proprio questo: il passaggio del testimone alla nuova generazione, perché sia la nuova generazione a continuare il percorso iniziato in passato".
"Io desideravo ardentemente che gli utenti di oggi potessero prendere questo gioco e viverlo, ho sempre avuto questo pensiero in mente durante lo sviluppo del remake. Questa è una serie molto longeva: alcuni l'hanno già incontrata in passato e altri no, dunque questo capitolo - che rappresenta l'inizio della storia in ordine cronologico - è il perfetto punto d'ingresso per i neofiti. Sono convinto che molti possano avvicinarsi a questo mondo tramite Snake Eater, senza percepirlo come "vecchio" ma al contrario come attuale e fresco". Nella pratica il futuro della saga di Metal Gear Solid si deciderà nelle prossime settimane e dipenderà interamente dall'accoglienza riservata a Delta: Snake Eater: potrebbe essere solo l'inizio di un grande revival degli originali, potrebbe rivelarsi un primo restauro leggero che darà origine a operazioni più incisive, ma soprattutto potrebbe emergere come punto zero del reale ritorno della serie lontano dalle cure di Hideo Kojima, cedendo l'eredità nelle mani dei giovani sviluppatori di Konami.