Grazie a Square Enix abbiamo già provato i primi due capitoli di Life is Strange: Double Exposure. Possiamo in questo modo offrirvi le nostre prime considerazioni con notevole anticipo, dato che la pubblicazione ufficiale dell'attesissimo sequel è attesa ufficialmente per il prossimo 28 ottobre 2024. Chiunque mentirebbe affermando che il primissimo Life is Strange non abbia lasciato un vuoto, ormai nove anni fa, anche in virtù della scelta finale incredibilmente sofferta che aveva imposto di scegliere tra la salvezza della propria migliore amica o quella dell'intera cittadina costiera di Arcadia Bay.
Negli anni gli sviluppatori di Deck Nine ci hanno riprovato, prima con un prequel psicologicamente confortevole (Before The Storm), poi con Life is Strange 2 (ma erano cambiati tutti i protagonisti), e infine col più recente True Colors. Impossibile replicare, tuttavia, le atmosfere e soprattutto il carisma delle due protagoniste originarie. Ecco allora che Life is Strange: Double Exposure si propone come seguito diretto della primissima avventura, riportando sul palcoscenico, questa volta universitario, Max e la sua macchina fotografica. Le prime ore di gioco ci hanno globalmente convinto, al netto di alcuni punti di domanda che riceveranno a breve una prima risposta.
Il “vero” Life is Stange: l’accoglienza di Double Exposure
Sin dai primi minuti in compagnia di Life is Strange: Double Exposure si torna a respirare una precisa atmosfera, quella del "vero" Life is Strange. Non soltanto per via dell'atteso ritorno della vecchia protagonista Max Caulfield - di qualche anno più vecchia, ora affermata fotografa e ospite della Università Caledon in qualità di artista e insegnante di fotografia. Deck Nine ha cercato di riproporre, mutando "il giusto" ma restando conservativi, un po' tutto quell'ambiente sociale che aveva garantito il successo dell'episodio originale. Life is Strange a suo tempo funzionò anche (forse soprattutto) perché era ambientato alle superiori e nella cittadina circostante, e si concentrava sui problemi adolescenziali delle due ragazze.
L'accoglienza di Double Exposure mette subito le cose in chiaro: non siamo più a scuola, ma comunque all'università, cioè in una variante più matura della stessa identica cosa. Anche qui si ripropongono gruppi di amici (Safi, Moses e gli altri) e parallelamente fazioni di individui connotati negativamente o sospetti (è il caso del settarissimo club Abraxas); anche qui Max dovrà gestire i rapporti non solo con i suoi pari, ma anche con professori adulti che richiamano un po' l'ambiguità del vecchio Jefferson (è il caso di Gwen e dell'altro, sospetto insegnante di letteratura). Da subito si comprende che i rapporti relazionali e la loro evoluzione costituiranno il nucleo fondamentale dell'avventura, mentre Max inizierà a investigare per risolvere un nuovo mistero.
Tra passato e futuro, in tutti i sensi
Il primo capitolo di Life is Strange: Double Exposure non fa altro che riportare Max al centro della scena, introducendo il nuovo ambiente della Caledon, i comprimari e la posizione sociale della protagonista, con vaghi ma importantissimi cenni a quanto avvenuto in passato ad Arcadia Bay. Funge essenzialmente da lungo tutorial, e culmina con il recupero dei poteri da parte di Max, poteri che non erano più stati utilizzati per anni, dopo la vicenda di Chloe. Nel secondo capitolo si comincia invece a prendere confidenza con il gameplay vero e proprio, laddove con gameplay qui intendiamo l'utilizzo dei poteri della protagonista per interagire sul mondo circostante.
Ricorderete come Max fosse in grado di riavvolgere il tempo, nel primo Life is Strange. Ora invece - e a ciò allude la "doppia esposizione" che completa il titolo - per qualche motivo il paranormale si è evoluto, e la ragazza può creare una frattura tra due diverse realtà, accomunate da cambiamenti significativi. Nella prima, quella che potremmo definire standard e che Max, con la sua solita ironia, chiama "il mondo della morte", la sua nuova migliore amica Safi è stata uccisa. Nell'altra realtà, "il mondo della vita", Safi è invece ancora viva, ma vittima di minacce da parte di uno o più individui sconosciuti. Saltando da un mondo all'altro, Max vorrebbe salvare almeno la Sofi della realtà alternativa, avviando così una serie di indagini che coinvolgeranno, ci è parso di capire, tutti i personaggi della Caledon University.
Benché sia ancora troppo presto per pronunciarsi, e al netto di tutto un contesto che anche tecnicamente ci sembra già convincente, ci è parso che Life is Strange: Double Exposure abbia deciso di mantenersi su una cauta linea conservativa, riproponendo ai vecchi fan esattamente quello che li aveva entusiasmati nel 2015: una protagonista autoironica e introversa, il mondo della fotografia, poteri difficili da comprendere e da gestire, un contesto scolastico (ora universitario) confortevole, pochi e buoni amici con cui relazionarsi e volendo intraprendere legami sentimentali più profondi.
Il gameplay chiaramente è stato potenziato, e probabilmente nei prossimi tre capitoli mostrerà molte altre possibilità. Per ora, comunque, Life is Strange: Double Exposure piace, invita ammiccando a proseguire nell'avventura, convince con alcuni tuffi al cuore circa il passato della serie... ma allo stesso tempo si presenta come molto prevedibile, e sa per forza di cose di "già visto".
I primi due capitoli di Life is Strange: Double Exposure convincono ampiamente, pur lasciando qualche margine di dubbio nei confronti dell'avventura considerata nella sua completezza. Le atmosfere della serie sono tornate, e sono proprio quelle che convinsero nell'ormai lontano 2015. C'è Max, con tutti i suoi problemi di allora, e i "nuovi" legati alla perdita di Chloe; c'è un nuovo potere, che è poi un'evoluzione del vecchio e consente ora di gestire al tempo stesso due realtà parallele, simili e diverse allo stesso tempo; ci sono i personaggi con cui interagire e ci sono le indagini alla ricerca di un colpevole. Abbiamo solo paura che, proprio a causa della volontà di non tradire l'esperienza originale, si perda lungo la strada, finendo col rigirare all'infinito su sé stesso senza proporre davvero nessun elemento dirompente, cosa in cui, invece, la primissima avventura di Max e Chloe riusciva in modo divino. Resta il fatto che già così, all'inizio dell'avventura, consiglieremmo Double Exposure a chiunque.
CERTEZZE
- Max è tornata, portando con sé vecchie e nuove insicurezze
- Contesto, personaggi e atmosfere fedelissimi alla serie
- Il nuovo potere promette una maggiore interazione
DUBBI
- Il canovaccio sembra già visto
- L'evento principale è inatteso, ma la tensione durerà?
- Alcune piccole incertezze grafiche e tecniche