Fallout 76 si appresta a debuttare nei negozi, e come da copione per un titolo fortemente orientato al multiplayer si è voluto testarne l'infrastruttura online prima del lancio, con una beta partita in anticipo su Xbox One e poi estesa anche a PC e PlayStation 4. Così, dopo aver provato rapidamente (ed eroicamente, visti gli orari) questo assaggio dell'esperienza sulla piattaforma Microsoft, ci siamo concessi qualche ora extra per esplorare i suggestivi paesaggi del West Virginia anche su PS4, sperando magari di trovare qualche rifinitura ulteriore rispetto a ciò che avevamo visto.
A nostra disposizione le fasi iniziali della campagna, ambientata come saprete in un periodo inedito per il franchise, quello in cui i Vault sono stati aperti dopo l'inferno nucleare e i sopravvissuti hanno potuto muovere i primi passi in un mondo diverso rispetto a ciò che conoscevano. Le sequenze preliminari vedono il nostro personaggio alzarsi dal letto e prepararsi al grande evento, seppure in un'inspiegabile solitudine. Potremo utilizzare un semplice editor per cambiare l'aspetto dell'avatar, quindi ci verrà indicata la strada verso l'uscita e le "stazioni" presso cui fermarci per ricevere alcune rapide istruzioni e qualche bene di prima necessità. Dopodiché cammineremo finalmente verso la luce...
Primo impatto
Dal punto di vista tecnico, Fallout 76 è un prodotto modesto. Il titolo di Bethesda evidenzia una certa mancanza di attenzione, da parte di un team pur così importante, nei confronti dei sostanziali progressi tecnologici fatti dai tempi di Fallout 4 a oggi. È un po' come se gli sviluppatori dell'azienda americana fossero rimasti chiusi essi stessi in un Vault, senza rendersi conto di ciò che accadeva nel mondo mentre erano lì dentro a lavorare. Non serve infatti scomodare lo straordinario Red Dead Redemption 2 per comprendere quanto sia da rivedere il comparto tecnico del gioco e quante soluzioni, anche sul fronte del gameplay, appaiano legnose e profondamente datate. A quello, però, ci arriviamo fra poco.
La prima cosa che salta all'occhio della grafica di Fallout 76 sono le ambientazioni, caratterizzate negli scorci urbani da una generale sensazione di sporco e di scarsa definizione. Colpa senza dubbio di texture poco nitide e di asset spesso generici, che non riescono a comunicare in modo adeguato le atmosfere con cui dovremmo confrontarci in una situazione del genere, alle prese con un mondo devastato che avremo il compito di far ripartire. Manca l'interazione, ma soprattutto si rilevano problemi con la gestione della telecamera quando ci si muove all'interno di spazi ristretti o magari ci si avventura per delle rampe di scale.
Sulla distanza è un fiorire di pop-up ed episodi di bad clipping: sembra che la qualità del rendering e la fluidità inconsistente con cui il tutto viene gestito, anche su PlayStation 4 Pro, siano state sacrificate sull'altare di un netcode non abbastanza robusto. Ciò spiegherebbe anche la scarsa qualità delle animazioni, sia quelle dei personaggi controllati dai giocatori che, soprattutto, quelle dei mutanti che troveremo in giro per la mappa, molto ampia se si considera che bisogna girarla a piedi ma non grandissima in assoluto. Le cose migliorano quando ci si aggira all'aperto, nel mezzo della natura, ma basta trovarsi nuovamente nelle vicinanze di un qualsiasi edificio o assembramento per piombare nuovamente nel datato spinto.
Gameplay
Fallout 76 può essere giocato utilizzando una visuale in prima o in terza persona: basta premere il touch pad sul controller di PlayStation 4 per passare dall'una all'altra soluzione in qualsiasi momento, nell'ottica di un approccio che non prevede vere e proprie pause per via della natura persistente del mondo online. Ogni server ospita venti utenti che possono incontrarsi all'interno della mappa, scambiare oggetti, collaborare al completamento di missioni principali o eventi speciali, solitamente degli incarichi di eliminazione.
Ci si può anche sfidare, sebbene questa meccanica sia regolata da una serie di filtri che evitano gli attacchi indiscriminati: nella fattispecie è necessario acconsentire al combattimento prima che la possibilità di infliggere danni reali si sblocchi. Un espediente obbligatorio, sebbene il game over in Fallout 76 non risulti particolarmente punitivo: basta tornare al punto in cui si è morti, poco distante, per recuperare gli oggetti persi. Alla fine dei conti, tuttavia, è la componente cooperativa più che quella competitiva a tenere banco e a creare situazioni dotate di un minimo di freschezza rispetto alla struttura tradizionale della serie, specie quando ci si trova di fronte avversari numerosi e/o coriacei.
In questi frangenti, purtroppo, la macchinosità del sistema di combattimento e una serie di problemi, dagli hitbox approssimativi agli impatti "scivolosi", emergono in modo prepotente, disegnando il quadro di un'esperienza meno convincente di quanto sperassimo, che impiega poco a diventare frustrante. A migliorare il quadro della nostra competitività ci pensano fortunatamente le abilità extra, che si sbloccano man mano che saliamo di livello e che si presentano come un set di carte collezionabili, ognuna dotata di uno specifico perk, da assegnare alle categorie forza, percezione, resistenza, carisma, intelligenza, agilità e fortuna: un'idea simpatica, senz'altro da approfondire.
Missioni e survival
Nelle prime ore della campagna di Fallout 76 si ha a che fare con una serie di missioni che ci vedono indagare sulla situazione del West Virginia, seguendo le tracce di un gruppo di soccorritori ma senza mai incontrare veri e propri personaggi con cui interagire, se non quelli controllati da altre persone. La progressione narrativa in Fallout 76 sembra infatti essere stata affidata completamente a una serie di terminali, robot e messaggi audio, molto ben interpretati in italiano ma chiaramente più freddi e limitati rispetto a un'interlocuzione umana, che avrebbe potuto attingere ai meccanismi RPG del gioco per proporre un set di dialoghi, scelte e conseguenze.
Non è detto che tali elementi manchino del tutto nel prodotto finale, ma nella fase iniziale il focus è più che altro sull'aspetto survival dell'esperienza, integrato anche nelle semplici fetch quest che dovremo portare a termine. Il nostro alter ego sente la fame e la sete, dunque va nutrito e idratato prima che gli indicatori raggiungano livelli di guardia e vadano a influire sulla sua salute. In tale frangente si osserva una gestione dell'interfaccia a volte problematica, con gli obiettivi attivi che vengono collocati in un grosso elenco nella parte destra dello schermo e finiscono per coprire anche le barre in basso, a discapito della leggibilità.
Uccidere animali mutanti (più o meno pacifici) e cuocerne le carni, così come bollire l'acqua contaminata per depurarla, diventano così operazioni obbligatorie, che vanno a incardinarsi nella cornice di un sistema di crafting molto sfaccettato, che sulla base del ricco loot disponibile in giro e sui cadaveri permette di costruire armi man mano più sofisticate. Per accedere a tali funzioni basta recarsi presso uno dei laboratori presenti all'interno degli scenari, oppure utilizzare i dispositivi C.A.M.P. per gettare le fondamenta di un rifugio che andremo progressivamente a migliorare.
Fallout 76 è un titolo fortemente sperimentale rispetto alla tradizione della serie Bethesda, ma finisce per abbracciare gli aspetti RPG online in maniera meno brillante di quanto ci augurassimo, evidenziando disattenzioni e problematiche varie. Le sensazioni che la beta su PS4 ci ha trasmesso sono controverse: da un lato è indubbio il potenziale del nuovo approccio in ottica cooperativa (molto meno in quella competitiva), il mondo persistente, l'ampio crafting e il sistema delle abilità; dall'altro il comparto tecnico arretrato, l'abbondanza di glitch e un sistema di combattimento approssimativo smorzano, quantomeno in parte, l'entusiasmo che nutrivamo nei confronti di un'esperienza dai pur interessanti presupposti narrativi.
CERTEZZE
- L'approccio cooperativo ha del potenziale
- Ottima localizzazione in italiano
- Mappa molto grande...
DUBBI
- ...ma la mancanza di NPC la rende poco interessante
- Tecnicamente modesto
- Sistema di combattimento approssimativo