Ormai dovrebbe essere chiaro a chiunque sia un minimo informato sull'argomento: il nuovo God of War è un titolo che prova a muoversi in una direzione diversa, rompendo molti degli ormeggi che lo legano al passato senza però rinnegare completamente le sue origini. A voler parafrasare le recenti dichiarazioni del game director Cory Barlog, la nuova avventura rappresenterà un Kratos di mezza età, ormai messosi alle spalle la cieca e incontrollabile furia che lo aveva pervaso durante la brutale lotta all'ultimo sangue con gli dei dell'Olimpo. In qualche modo l'eroe spartano è cambiato, si è evoluto. Il cinismo sfrenato ha ceduto il passo a sentimenti a tratti più miti. Sensazioni che, per quanto sepolte sotto alla rude scorza di guerriero forgiato dalla ferrea disciplina spartana, lo hanno indotto ad anteporre la sopravvivenza e l'addestramento del figlio Atreus a qualunque altra cosa.
Queste sono per l'appunto le premesse da cui Sony Santa Monica è partita per dettare un cambiamento che peraltro non si limiterà alla scelta di un'ambientazione di rottura e alle mutate aspirazioni del protagonista, ma andrà ad innervarsi in modo molto più capillare su tutta una serie di aspetti chiave della produzione, dall'uso delle inquadrature al level design, dalla presenza di un personaggio di supporto al sistema di progressione d'impostazione ruolistica o all'impiego di nuove e possenti armi come l'Ascia del Leviatano, senza dimenticare la presenza di quest secondarie che amplieranno la longevità complessiva dell'avventura oltre le quaranta ore di durata.
Insomma, di materiale e funzionalità da valutare ce ne saranno a iosa, tanto più se, come è stato precisato, le sessioni preview alle quali è stato possibile partecipare a marzo hanno mostrato solamente il 5% del gioco. Sarebbe logico non dover aggiungere molto altro, se non che molti appassionati stiano attendendo con curiosità e trepidazione l'arrivo di God of War nei negozi, così da poter finalmente inquadrare tutto quanto, addentrarsi nei particolari, studiarsi cosa si siano inventati gli sviluppatori californiani a questo giro.
Purtroppo quello che dovrebbe essere dato per assodato viene puntualmente piegato dal popolo della rete a logiche tutte particolari, spesso pretestuose, sottoprodotto di una latente frustrazione costante che sembra attanagliare gli ambienti della condivisione virtuale in fin troppe occasioni. Ecco, proprio lì si è levato il coro dei giocatori che non sembrano aver affatto gradito le novità messe sul piatto da Santa Monica , al punto da tenerci a far sapere di aver prontamente cancellato il proprio pre-order.
Come era normale che fosse, il game director Cory Barlog ha risposto che bisognerebbe dare per lo meno il tempo al gioco di arrivare sugli scaffali dei negozi ed essere provato con mano prima di elargire verdetti sommari assolutamente a casaccio, come avviene sempre più spesso in determinate occasioni. Ripercorriamo dunque le dichiarazioni espresse da Barlog nella sua intervista a Kotaku: "So che ci sono moltissime persone che dicono 'è completamente diverso. Hanno cambiato un sacco di cose. #NotMyGodOfWar. #CancelMyPre-Order'. Penso che queste persone dovrebbero prima giocarci. Siamo stati molto restrittivi con le informazioni e con quello che abbiamo mostrato a livello visivo, e in parte questo è dovuto alla mia paranoia. Voglio che le persone sperimentino questo gioco nel suo complesso. Chi ha realizzato questo titolo - o una buona porzione di esso - è stato parte di God of War fin dal principio. Niente è stato modificato per cinismo o sotto pressione o a casaccio. In questo gioco abbiamo tutti messo anima e cuore e nelle sue vene scorre ancora il sangue con il DNA del franchise."
Questo ragionamento potrebbe valere per qualsiasi altra produzione, ma assume ancora più rilevanza in questo specifico frangente, dove le novità messe sul tappeto sono tante, sono senz'altro interessanti, sono il segno di non volersi sedere sugli allori per proporre un semplice more of the same o per "tirare a campare". Certo, gli interrogativi sottesi a tutti questi cambiamenti non mancano, ma a dirla tutta essi dovrebbero essere uno stimolo all'approfondimento, piuttosto che un pretesto per lasciar perdere a priori qualsiasi forma di ricerca personale. Tanto più se si considera che le informazioni concrete e la copertura mediatica intensiva sono arrivate a cascata solo negli ultimi venti giorni circa. Come avrete già avuto modo di leggere, la nostra prova su strada di qualche settimana fa lascia spazio a un concreto ottimismo in vista del risultato finale; per di più la qualità conclamata di Sony Santa Monica dovrebbe rappresentare di per sé una forma di garanzia.
In attesa del nostro verdetto definitivo, che arriverà nei prossimi giorni, vi ricordiamo anche che potete trovare online la recente intervista a Cory Barlog.