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I videogiochi nel 2020: gli eventi principali

Il 2020 è stato un anno davvero atipico (fortunatamente) anche nel mondo del gaming: ripercorriamo assieme i principali avvenimenti dell'anno, tra uscite, notizie, polemiche e novità

SPECIALE di Luca Forte   —   24/12/2020

Il 2020 dei videogiochi sembrava essere destinato ad essere un anno piuttosto povero per il nostro hobby preferito. Tra il lento addio a Xbox One e PS4 e l'attesa per la nuova generazione di console, i primi mesi dell'anno sembravano un lungo antipasto che avrebbe dovuto intrattenere in vista dell'abbuffata finale, fatta di console meravigliose e giochi di lancio promettenti. Il digiuno, però, sarebbe stato spezzato da qualche grossa uscita in grado di rendere meno amara l'attesa. Parliamo di giochi come The Last of Us Parte 2, Cyberpunk 2077 e Final Fantasy VII Remake. La realtà, come tutti sappiamo, è stata però persino peggiore.

L'anno 2020, anche in ambito videoludico, è stato ovviamente l'anno del COVID-19. La pandemia, infatti, non poteva che sconquassare anche l'industria dei videogiochi, nonostante questa sia stata una delle più reattive ad adattarsi e, anzi, ad approfittare della situazione. Perché diciamocelo, mentre mezzo mondo ha sofferto e soffrirà le conseguenze della pandemia, il 2020 sarà ricordato a lungo dai produttori di videogiochi. È vero che in molti si sono trovati in difficoltà perché hanno dovuto ripensare a come organizzare il lavoro da casa, a come comunicare i propri prodotti e come portarli nei negozi, ma molti altri hanno semplicemente osservato il loro conto in banca ingrassare come mai prima di allora.

Successi

Tra le aziende che sicuramente ricorderanno favorevolmente il 2020 c'è Nintendo che, con l'underdog Nintendo Switch, ha fatto e sta facendo miracoli. Grazie a due giochi intelligenti, ma soprattutto "fortunati", l'azienda giapponese ha registrato introiti da record, che hanno portato il valore delle sue azioni ai massimi da vent'anni a questa parte. Perché Ring Fit Adventure e Animal Crossing: New Horizons sono giochi eccellenti, ma è indubbio che parte del loro successo sia legato al lockdown forzato che molti paesi hanno praticato in questi mesi.

Il primo è il gioco perfetto per fare un po' di movimento in casa: impegnativo, colorato e completo: un buon modo per sudare in salotto in maniera attiva, molto più divertente rispetto agli asettici programmi di fitness. Il secondo, col suo ritmo blando, i costanti aggiornamenti e le funzionalità social è diventato un vero e proprio sfogo per tutti coloro che sono rimasti a casa, una panacea in grado di far vivere qualche ora in una pacifica isola popolata da simpatici personaggi antropomorfi. Nei primi mesi di vita questo simulatore di vita si è trasformato nel luogo più trendy nel quale fare proteste politiche, fare campagna elettorale o svolgere del veri e propri talk show. Sono bastate sei settimane per far vedere a New Horizons più di quanto la serie aveva fatto nell'intero arco della sua vita. A tutto questo aggiungiamo Pokémon Go che, grazie a qualche intelligente aggiornamento è passato dall'essere il gioco perfetto per essere giocato all'aria aperta ad aver registrato i guadagni maggiori della sua storia durante il lockdown. Se non è capacità di adattarsi questa...

Nintendo, però, non è stata l'unica a trarre vantaggio di questo periodo. Anche Sony, Electronic Arts, Niantic e molte altre compagnie hanno approfittato del maggior volume di traffico per fare una valanga di soldi, spesso, oltretutto, con giochi già pubblicati, che si sono letteralmente trasformati in galline dalle uova d'oro da sfruttare.

Sorprese

Ad aver approfittato di questa platea affamata e curiosa sono stati anche diversi fenomeni che sono andati ad affiancarsi ai grandi nome dell'industria, come Fortnite, Call of Duty, Honor of Kings, PUBG e League of Legends.

Il 2020 sarà ricordato per l'improvviso successo di Fall Guys: Ultimate Knockout, Among Us e Genshin Impact. Giochi letteralmente esplosi tra le mani dei loro creatori, che adesso devono capire come e se riusciranno a capitalizzare il clamore ottenuto.

Per qualche settimana Fall Guys, il Mai Dire Banzai dei videogiochi, sembrava essere diventato il nuovo Fortnite. Milioni di giocatori si sono affollati sui server, sfidati online o guardati su Twitch per scoprire chi fosse in grado di raggiungere per primo la fine del percorso. Contemporaneamente decine di sviluppatori hanno voluto esprimere il loro apprezzamento per il gioco creando skin dedicate e insistendo per inserire i loro personaggi più famosi in Fall Guys. Adesso il fuoco si è un po' spento, ma siamo sicuri che Mediatonic abbia messo in cascina abbastanza soldi per assicurarsi un futuro radioso.

Genshin Impact è un action RPG dello sviluppatore cinese miHoYo, pubblicato su Windows, iOS, Android e PlayStation 4. Grazie al suo stile anime, al gameplay dinamico e accattivante, questo gioco ha fatto breccia nel cuore di milioni di giocatori, prevalentemente orientali, che per qualche settimana lo hanno reso il gioco più redditizio su mobile del mondo, anche grazie all'aggressivo modello economico gacha che spinge i fan ad investire più denari di quanto, forse vorrebbero per ottenere tutto ciò che c'è a disposizione.

Ancora più curioso il caso di Among Us, gioco sviluppato nel 2018 da InnerSloth ma esploso solo nel 2020 grazie all'intervento di alcuni grossi YouTuber che si sono innamorati delle sue meccaniche semplici ma accattivanti, che creano dinamiche all'interno di una partita davvero uniche. Il compito è semplice: bisogna capire chi, tra le 10 persone coinvolte, è l'Impostore. Per farlo le persone dovranno parlare tra di loro per cercare di capire chi, tra i presenti, è il più sospetto ed eventualmente eliminarlo. Il successo del gioco non accenna a diminuire e anzi, senza la versione console, Among Us è stato giocato da più di mezzo miliardo di persone in soli 30 giorni.

Estremi

Il 2020 sarà ricordato, quindi, come l'anno degli estremi e degli eccessi. Lo stare chiusi in casa in isolamento, con un nemico invisibile fuori dalla porta, un'economia traballante e una società martoriata da negazionisti, complottisti, razzisti, pressapochisti e sciacalli, ha reso le persone intolleranti. Incapaci di capire dove sia il limite della decenza e che c'è molta differenza tra la libertà di parola e il diritto ad offendere tutto e tutti. Soprattutto se il "crimine" è il non pensarla nello stesso modo o aver deluso le aspettative.

Sia chiaro, il consumatore ha il diritto di pretendere di essere rispettato, ma questo non giustifica le offense o le minacciare di morte. O comportamenti infantili come il rovinare la fine di un gioco agli altri, "colpevoli" di giocare sulla piattaforma sbagliata o attendere un gioco con ansia. Situazioni paradossali come le minacce di morte ricevute da Naughty Dog e dai suoi attori per The Last of Us 2 o da CD Projekt RED per Cyberpunk 2077 sono cose inammissibili da qualunque parte le si guardi. Perché se è vero che potreste essere molto delusi da come è venuta fuori Night City su Xbox One e PS4 e che potreste persino non essere d'accordo con la visione del mondo di Druckmann e soci, ma nessuno vi obbliga a comprare e giocare a TLoU2 o Cyberpunk 2077. Non lo prescrive il dottore, nessuno vi ha chiesto di investire i sudati risparmi in preorder, quindi se quello che vedete non vi piace, chiedete un rimborso e lasciate in pace gli altri. Ci sono mille modi per far capire il proprio disappunto in maniera civile e il più efficace è sicuramente il non dare i vostri soldi agli sviluppatori.

Anche perché si rischia di fare la figura dei fessi. Se Cyberpunk 2077 impiegherà un po' di tempo per far emergere le sue tante qualità, The Last of Us Parte 2, da qualunque parte lo si guardi, è un capolavoro. Un gioco che fa scuola e di cui si parlerà negli anni a venire, non importa se siate d'accordo con le abitudini sessuali di Ellie o meno...

Estenuanti attese

Il 2020 doveva essere anche l'anno delle attese. L'attesa per PS5 e Xbox Series X e la nuova generazione di console. Un'attesa che a giugno avrebbe dovuto essere placata grazie ad un E3 come quelli del passato, ricco di annunci, partecipazioni, soldi. Poi è arrivato il COVID-19 e il 2020 si è trasformato nell'anno delle ESTENUANTI attese. I primi mesi dell'anno abbiamo atteso informazioni su Cyberpunk 2077 e The Last of Us 2, rinviati a data da destinarsi.

Da quel momento in poi è stato una lunga attesa di scampoli di informazioni sulle nuove console. Non essendo più legate ad un singolo evento, Microsoft e Sony hanno messo in campo una guerra di logoramento fatta di conferenze fumose se non noiose, brandelli di informazioni e micro dimostrazioni di quello che in futuro potranno fare le nuove console.

Alla fine si è scoperto che non era pretattica, ma solo acqua alla gola: Sony è riuscita comunque a distribuire un numero di console sufficiente per infrangere i record di lancio fissati dalle console precedenti, ma assolutamente incapaci a rispondere all'incredibile domanda. Microsoft, dal canto suo, ha immesso sul mercato persino meno console della concorrenza e si trova a dover già rincorrere Sony anche semplicemente per le poche macchine distribuite nel mondo.

Le due console, oltretutto, sono arrivate di corsa sul mercato, senza grosse esclusive in grado di mostrare realmente quello che possono fare. Se su PS5 ci sono Demon's Souls e il DualSense che danno un assaggio di quello che ci aspetta in futuro, Microsoft ha dovuto rinunciare a Halo Infinite e si è presentata sul mercato senza una classica killer app. O meglio, la ha, ma è diversa da quella che ci si può aspettare.

Il 2020 del colosso di Redmond sarà ricordato, infatti, come l'anno nel quale Microsoft fa "all in" su Xbox Game Pass. Alla compagnia di Phil Spencer sembra ormai importare relativamente del mercato console: quello che vuole è che si paghi un abbonamento mensile, possibilmente quello che dà accesso a tutto il catalogo su PC, console e smartphone. Per questo motivo ha comprato Bethesda, senza dubbio uno degli sviluppatori più rinomati e ricchi di licenze sul mercato, ma ha continuato ad investire nei suoi studi, in tecnologie e persone, sacrificando nel frattempo Mixer. I risultati devono ancora arrivare, ma lo sforzo è tangibile.

Se Atene piange, Sparta non ride. Su PC i giocatori stanno attendendo le nuove RTX 30, le ultime potentissime GPU di Nvidia. Schede in grado di stracciare le prestazioni della generazione precedente ad una frazione del prezzo. Tutto bellissimo, peccato che siano introvabili. AMD dal canto suo, dopo aver recuperato ampie fette di mercato a Intel grazie agli ottimo Ryzen, ha fatto attendere mesi prima di svelare al mondo "Big Navi", una GPU di assoluto valore, ma anche in questo caso assolutamente introvabili. Senza considerare che il colosso diretto da Lisa Su deve ancora mostrare le sue carte per quanto riguarda il ray tracing e il DLSS, due tecnologie sulle quale Nvidia sembra ancora avere un vantaggio.

Epic Valve

Il 2020 sarà anche ricordato come l'anno nel quale Epic Games ha cominciato a litigare con il mondo apparentemente per i diritti di tutti gli sviluppatori. Ovviamente anche per trarne un beneficio diretto. La compagnia di Tim Sweeney, infatti, dopo aver migliorato nettamente le regole di accesso all'Unreal Engine, che grazie alla versione 5 sembra sempre più destinato a dominare anche la prossima generazione di hardware, ha cominciato a litigare con Apple e Google per la percentuale di guadagni che chiedono per tutte le transazioni fatte attraverso iOS e Android. Il risultato è che entrambe le compagnie adesso sono in attesa di una sentenza da parte di una corte americana, con Fortnite al momento bandito da iOS ed Epic Games bannata da ogni piattaforma di Apple. Una situazione che ha rallentato la crescita e l'espansione di Fortnite, gioco che non sembra più il colosso macina soldi di un tempo.

Nel frattempo Valve è uscita, anche forse grazie alla concorrenza di Epic Games, dal suo torpore. Dopo anni di assenza dalle scene, l'azienda di Gabe Newell ha pubblicato un nuovo gioco. E che gioco. Half-Life: Alyx è un capolavoro in grado di dare un senso alla VR, peccato non sia ancora stato in grado di rendere questa tecnologia popolare.

Valve, però, ha dimostrato di avere ancora qualcosa da dire, oltre ad aver alzato nuovamente la barra sotto il profilo del gameplay e delle idee.

A mai più

Brutto e sporco. Cattivo e arrabbiato. Difficilmente ci si ricorderà di questo 2020 con affetto. Ma, anche nei videogiochi, potrebbe essere un anno fondamentale. Uno di quelli che cambiano per sempre l'industria, i suoi ritmi, i suoi modi di comunicare, i sui modelli economici. Un anno che da una parte dimostra di come i grandi dei videogiochi non abbiano bisogno delle fiere per raggiungere il pubblico, dall'altra che hanno necessità di un filtro che protegga loro dall'aggressività del pubblico e preservi quest'ultimo dal linguaggio dalle pubbliche relazioni e dal marketing. Quindi addio 2020, grazie per TLoU2, Tsushima, Wild Rift, New Horizons, Flight Simulator e Cyberpunk 2077, ma tieni il resto e a mai più.