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I 100 migliori videogiochi della storia

La redazione di Multiplayer.it si è radunata per esprimere le proprie preferenze, arrivando a stendere la sua Top 100 dei migliori videogiochi di tutti i tempi.

SPECIALE di Multiplayer.it   —   09/10/2025
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I videogiochi sono ormai passati attraverso oltre mezzo secolo di storia, un enorme lasso di tempo che ha portato all'emersione di tantissime opere straordinarie: la costante evoluzione che ha graziato le sponde del settore ci ha regalato splendide età dell'oro e diversi momenti di oscurità, prima di cristallizzarsi nelle nove generazioni di console che si sono susseguite incessantemente fino ai giorni nostri. Ma quali sono i migliori videogiochi di tutti i tempi? Ciascun appassionato, chiudendo gli occhi per un istante, vedrà una serie di titoli e d'intramontabili copertine susseguirsi nella sua mente, rivangando le storie e le sezioni di puro gameplay che hanno alimentato quel bruciante fuoco interiore. Abbiamo chiesto di fare esattamente la stessa cosa alla nostra redazione, in modo tale da produrre la Top 100 dei migliori videogiochi della storia secondo Multiplayer.it.

Modalità di Selezione

Le modalità di selezione sono state molto semplici e immediate: abbiamo invitato i redattori partecipanti a scegliere i videogiochi che ritengono i migliori in assoluto, focalizzandosi sulla qualità percepita senza ulteriori sovrastrutture, in maniera prevalentemente soggettiva e legata alla propria esperienza. Dopodiché, come eventuali plus, di prendere in considerazione la contestualizzazione storica al periodo di pubblicazione, l'influenza che hanno avuto sull'evoluzione del settore, nonché la particolare importanza che si portano appresso. Una volta prodotte tutte le classifiche personali, abbiamo messo in relazione il punteggio complessivo ottenuto da ciascun videogioco, il numero di volte che è comparso in ogni classifica e la posizione media raggiunta in ogni singola selezione, arrivando a produrre una lista che condensasse nel miglior modo possibile l'opinione della redazione. E così ha preso forma la classifica dei migliori videogiochi di tutti i tempi.

Posizioni 100 - 81

100

100. The Witness

I 100 migliori videogiochi della storia

2016 - Thekla Inc - Recensione

Un misterioso personaggio si risveglia su un'isola che sembra costruita sulla base dell'intera storia umana, e dovrà risolvere una serie di enigmi per svelarne la reale natura.

Sviluppato nell'arco di otto anni da Jonathan Blow e dal suo piccolo team, The Witness è un puzzle game basato su rompicapi e ambientato in uno splendido mondo aperto. Nonostante le meccaniche di gameplay siano semplicissime ed estremamente asciutte, riesce a nascondere sotto tale superficie una profondità incomparabile a quella di altre esperienze simili, celando alla vista anche una narrazione che di fatto custodisce l'intera storia artistica dell'umanità oltre i cancelli composti da enigmi. La particolarità di quest'opera sta nella struttura di tali enigmi, che richiedono al giocatore una comprensione sistemica aliena agli standard di questo genere.

99. Kingdom Hearts

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2002 - Square - Recensione

Quando il suo mondo viene inghiottito nell'oscurità e i suoi amici svaniscono con essa, Sora - custode della spada Keyblade - viaggia assieme a Pippo e Paperino attraverso diversi mondi Disney con l'obiettivo di ritrovarli, incrociando il suo cammino con quello dei personaggi di Final Fantasy.

Nonostante la sua attuale natura estremamente controversa, la sintesi fra l'universo dei classici Disney e l'immaginario di Final Fantasy supervisionata da Tetsuya Nomura fu protagonista di una vera e propria deflagrazione nel mercato di massa al momento della pubblicazione. Contestualizzando Kingdom Hearts nella sua epoca di riferimento ci s'imbatte in quello che per decenni è rimasto il più importante crossover del mondo dell'intrattenimento, una piccola fiaba che riusciva a rendere tangibili i fondali del Paese delle Meraviglie di Alice, a trasformare la strega Malefica in un "villain" di stampo JRPG, ma soprattutto a mettere in scena battaglie action contro avversari come Sephiroth, confezionando un perfetto cancello d'ingresso sulla deriva hack and slash che seppe rivelarsi un fenomeno generazionale, specialmente per coloro che crebbero nell'abbraccio di Disney e della saga di Final Fantasy.

98. Banjo-Kazooie

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1998 - Rare

Banjo e Kazooie si addentrano nell'antro della strega Gruntilda, rea d'aver rapito la sorellina del protagonista per impadronirsi della sua bellezza. Dovranno esplorarne a fondo i cunicoli per recuperare pezzi di puzzle e affacciarsi su piccole dimensioni alternative, in un viaggio all'insegna del platforming d'azione.

Banjo Kazooie ha definito la quinta generazione di console per videogiochi e in particolar modo la formula creativa che ha permesso a Rare di emergere come una bottega all'insegna della qualità. Costruendo sulle fondamenta gettate da Super Mario 64, gli autori hanno deviato la formula del platform in tre dimensioni nella direzione dell'azione, realizzando quella commistione "collectathon" che, anni più tardi, è esplosa in alcune delle serie più amate di tutti i tempi. Tra sparatorie a colpi di uova, gare a bordo di slitte, immersioni subacquee e battaglie contro boss sulle splendide note di Grant Kirkhope, è stato un simbolo dei platform e della fucina di idee incarnata dal medium degli anni '90.

97. Riven

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1997 - Cyan Worlds - Recensione (Remake)

In seguito agli avvenimenti di Myst, il protagonista esplora le isole di Riven con il fine ultimo di salvare Catherine, moglie di Atrus. Ha inizio un'indagine a base d'enigmi interconnessi volta a svelare i segreti di una civiltà scomparsa e la causa della sua caduta.

Gli anni '90 sono stati segnati dall'avvento del CD-Rom, e il CD-Rom è diventato rapidamente sinonimo del Myst di Cyan Worlds. Padre spirituale di una nuova generazione di avventure grafiche punta e clicca - per certi versi radicate nell'estetica e nell'immaginario piuttosto che nel dialogo e nell'azione - ha sì generato una fitta corrente di emuli, ma soprattutto un seguito diretto. Riven rappresenta per la maggior parte degli appassionati l'apice della corrente creativa dei punta e clicca, un'opera splendida da vedere, ammantata in un'atmosfera unica e sorretta da una serie di enigmi interconnessi di straordinaria intelligenza e raffinatezza, decisamente più profondi ed elaborati rispetto alle varianti del progetto di debutto.

96. Persona 4 Golden

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2008/2012 - Atlus - Recensione

Nella tranquilla cittadina rurale di Inaba, Yu Narukami e i suoi amici indagano su una serie di misteriosi omicidi che si verificano poco dopo il trasferimento del protagonista, scoprendo un mondo parallelo accessibile tramite il canale televisivo "Midnight Channel".

Storico JRPG di Atlus pubblicato originariamente per PlayStation 2, è tornato poi a splendere nella versione Golden, che proprio di recente è approdata su tutte le piattaforme esistenti. Oltre a rappresentare un vero e proprio manifesto delle meccaniche più riuscite della serie di riferimento, Persona 4 è un videogioco progettato come fosse un orologio svizzero: studiato con una precisione millimetrica, racconta una vicenda che ticchetta al ritmo delle sue stesse lancette, avvolgendo la meravigliosa cittadina rurale di Inaba di un'atmosfera unica e caratterizzando i protagonisti con note di colore estremamente rare.

95. Gears of War

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2006 - Epic Games - Recensione

Il pianeta Sera è ormai caduto a causa di una minaccia emersa dal sottosuolo: l'Orda di Locuste. I violenti e grossissimi super-soldati della Squadra Delta, guidati dall'ex detenuto Marcus Fenix, s'imbarcano in una missione suicida per far esplodere un letale ordigno sotto la superficie.

Da qualche parte nella vostra memoria si nasconde ancora la pubblicità di Gears of War che passava persino sulla televisione italiana, un viaggio assieme a Marcus Fenix attraverso le rovine del pianeta sulle note della canzone Mad World secondo Gary Jules. La prima avventura dei COG, oltre a essersi rivelata una straordinaria prova di forza per Xbox 360, contribuì a ridisegnare gli equilibri del mercato dei videogiochi, rendendosi fautrice della rivoluzione della terza persona che ancora oggi è incarnata dalla compagnia di Tim Sweeney. Gears of War era, ed è rimasto ancora oggi, un pezzo dell'anima dei videogiochi sparatutto, una visione posta esattamente a metà strada fra tradizione e innovazione che cambiò le regole del gioco.

94. Quake

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1996 - id Software - Retrospettiva

Un "Ranger" viene inviato attraverso un portale dimensionale per fermare una minaccia Lovecraftiana conosciuta con il nome in codice "Quake". Dopo diversi esperimenti governativi con il teletrasporto, il primo prototipo ha infatti richiamato squadroni della morte nella dimensione umana.

Immaginate di prendere le sparatorie di DOOM, di trapiantarle in un setting squisitamente medievale, di aggiungere una spolverata d'ispirazione Lovecraftiana e di coronare il tutto con una colonna sonora composta da Trent Reznor e i Nine Inch Nails. Questo è Quake, un capolavoro tecnico che conobbe il tocco magico di John Carmack e che trovò le vere radici del proprio successo nella componente multigiocatore e nel sottobosco degli User Generated Content. Se nella sua epoca dovette sgomitare parecchio per raggiungere il successo, oggi brilla semplicemente come uno dei migliori sparatutto in prima persona mai realizzati.

93. Ikaruga

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2003 - Treasure - Recensione (PC)

Ormai la nazione insulare di Horai ha conquistato tutto il mondo grazie a un terribile potere magico, spazzando via persino la resistenza Tenkaku. L'ultimo pilota militare sopravvissuto, Shinra, riceve in dono un aereo dagli abitanti del villaggio Ikaruga e decide di sfidare Horai totalmente da solo.

Anche se faticò a far breccia nelle principali sale giochi del Giappone, Ikaruga divenne culto sin dall'istante in cui approdò su Dreamcast, per poi imprimersi a fuoco nella storia del medium in seguito al debutto su Game Cube. Oggi è considerato uno dei migliori sparatutto a scorrimento mai realizzati - se non il migliore in assoluto - in ragione delle meccaniche uniche che riuscivano a fondere il classico "bullet-dodging" con elementi di rottura, incarnati prevalentemente dal sistema della polarità. Se, all'epoca, fu proprio questa caratteristica a farlo faticare nella scena arcade, il tempo gli è stato galantuomo, facendo trascendere a Treasure il confine della sua nicchia di riferimento e cristallizzando la sua natura di videogioco leggendario.

92. Neverwinter Nights

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2002 - BioWare - Recensione (Enhanced Edition)

Un ricercatore viene inviato a recuperare una serie di oggetti magici rubati nella Costa della Spada: partendo dalla città di Neverwinter, dovrà spostarsi dalle Marche d'Argento fino alle rovine dell'Undrentide nel deserto di Anauroch, affrontando solo la prima di una valanga di avventure diverse.

Si potrebbero utilizzare tantissime frasi per incapsulare l'esperienza offerta da Neverwinter Nights, ma c'è una constatazione che probabilmente le rende più onore di altre: è senza dubbio il più fedele adattamento videoludico di Dungeons & Dragons mai realizzato. Basato sulle regole della terza edizione, metteva sul piatto diverse avventure spalmate lungo tre distinti CD-Rom, ma se ha raggiunto lo status di culto è principalmente merito della sua componente multigiocatore: all'interno dei server, che nella pratica finivano per ospitare una cinquantina di giocatori, andavano in scena moduli che sono stati propedeutici per la proliferazione delle derive "RP" online e, ovviamente, per la seconda era dei grandi MMORPG.

91. Tactics Ogre

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1995 - Quest Corporation - Recensione (Versione Reborn)

Dopo la morte di un tiranno, le fazioni di Valeria - come Bakram, Galgastani e Walister - hanno dilaniato il mondo attraverso una feroce lotta per il potere. Un giovane, cresciuto in mezzo alle rovine e segnato dallo sterminio della sua gente, si ritrova coinvolto in un vortice di tradimenti e d'intrighi politici.

Tactics Ogre fu il secondo capitolo della serie Ogre Battle di Quest Corporation, un videogioco di ruolo tattico a turni che piantava radici molto profonde nella narrazione e nella costruzione del mondo. Si tratta dell'opera che mise definitivamente sulla cartina il nome di Yasumi Matsuno, oggi considerato una delle massime autorità quando si tratta di esperienze strategiche, e che fissò gli assiomi di una corrente estremamente prolifica nel paese del Sol Levante. Grazie al sottotesto narrativo di grandissimo spessore e volenteroso di toccare temi sociali, alla complessità e al tasso di sfida del suo sistema tattico, nonché all'inconfodibile cifra stilistica dell'autore, s'impose rapidamente come un duplice capolavoro, sia nell'anima da gioco di ruolo sia nella sua natura puramente strategica.

90. Death Stranding

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2019 - Kojima Productions - Recensione

Il fenomeno Death Stranding ha generato un'apocalisse, squarciando la barriera fra il mondo dei vivi e quello dei morti. Sam Porter Bridges, un corriere immortale, viene incaricato di riconnettere gli Stati Uniti alla Rete Chirale in modo da riunire un'umanità ormai priva di speranze e garantirle un futuro.

Un'opera che parla della vita, parla della morte, mette in scena una distopia politica e ambientale, scherza con le sue stesse meccaniche di gioco, poggia sulle spalle di personaggi caratterizzati in maniera sublime, riesce a far sorridere e a far versare qualche lacrima: in poche parole, Death Stranding è un videogioco di Hideo Kojima, per la precisione il primo realizzato a briglia sciolta, da leader di un'entità indipendente. Attraverso una formula di gameplay che ha sconvolto il mondo intero - e non sempre in positivo - l'autore giapponese ha offerto una visione dell'umanità che pochi anni più tardi sarebbe tragicamente divenuta realtà, confermando il suo incredibile intuito prima d'incorniciarlo nell'arte di Yoji Shinkawa e stringerlo nell'abbraccio di una colonna sonora fra le migliori mai incontrate nel medium.

89. Soul Calibur 2

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2003 - NAMCO - Recensione

Dopo che l'entità Nightmare - ovvero Siegfried posseduto dalla spada Soul Edge - ha seminato il terrore, guerrieri come Cassandra, Talim e Raphael si uniscono per combatterlo, spinti dalla necessità di trovare e brandire la spada sacra Soulcalibur.

L'impatto dell'originale Soul Calibur fu davvero devastante: la pura e semplice presentazione, assieme all'interpretazione unica del sistema di combattimento, alzarono il sipario su un picchiaduro pressoché perfetto, uno di quelli che era lecito evitare solamente se ci si trovava distanti dalle dinamiche del genere. Con il secondo capitolo, tuttavia, Namco riuscì a valicare il confine di tale apparente perfezione, lanciando su tutte le piattaforme esistenti un fighter che nella sua epoca di riferimento fu universalmente riconosciuto come il migliore mai realizzato. Nessuno, all'alba di quell'ormai lontano 2003, era convinto che sarebbe stato possibile fare di meglio, e ci sono tantissimi appassionati che da allora non hanno mai cambiato idea.

88. Outer Wilds

Outer Wilds

2019 - Mobius Digital - Recensione

Un esploratore della sgangherata compagnia Outer Wilds parte dal piccolo pianeta Cuore Legnoso per visitare gli altri corpi celesti del sistema stellare, andando a caccia delle rovine e delle testimonianze dell'antica civiltà aliena dei Nomai. Il suo viaggio avrà ripercussioni sull'intero universo.

Il capolavoro del game designer Alex Beachum e l'opera prima di Mobius Digital è considerato il codificatore del genere "metroidbrainia", un titolo che ha approcciato la costruzione di un mondo aperto in maniera unica e che ha fornito, probabilmente, una delle migliori letture in assoluto dell'esplorazione di un ambiente virtuale. Outer Wilds custodisce una storia durata millenni nei confini di un piccolo sistema solare da vivere in totale libertà, cercando di risolvere un grande mistero che richiede al giocatore - anziché di crescere in maniera tradizionale - di vivere l'intero sistema di progressione all'interno della propria mente, grazie alle conoscenze che si accumulano lungo il cammino. Una volta districato il grande enigma della narrativa, è impossibile restare impassibili dinanzi a dei titoli di coda che sono un'esplosione di emozioni.

87. GoldenEye 007

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Rare - 1997 - Retrospettiva

L'Agente 007 vive un'avventura che spazia dalla Siberia alla giungla equatoriale per sottrarre dalle mani di un terrorista traditore la letale arma orbitale GoldenEye.

Prima della doppia levetta analogica, prima della rivoluzione dei controlli portata da Bungie, prima dell'esplosione degli sparatutto da salotto, la collaborazione fra Nintendo e Rare si tradusse nell'emersione di una serie di titoli capaci d'imporsi come uno standard aureo, allora culminati in Perfect Dark e Timesplitters. Fra quelle opere, tuttavia, spiccava GoldenEye 007, adattamento dell'omonima avventura interpretata da Pierce Brosnan che divenne un cult nella cultura di massa: la progettazione dei livelli sopraffina, l'inconfondibile colonna sonora, la straordinaria fedeltà nella rappresentazione delle armi, nonché la presenza di modalità iconiche come la variante multigiocatore "Solo Schiaffi", contribuirono a generare la prima reale rivoluzione sparacchina su console, piantando un seme che da allora non ha mai più smesso di offrire germogli.

86. Assassin's Creed II

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2009 - Ubisoft - Recensione

Ezio Auditore, giovane nobile del fiorentino, viene reclutato nella Confraternita degli Assassini per vendicarsi dopo il tradimento a danno della sua famiglia da parte dei Templari. Ripercorrendo il Rinascimento italiano, Ezio affinerà le sue abilità assieme a personaggi storici come Leonardo da Vinci.

Piaccia o non piaccia, la settima generazione di console per videogiochi è stata l'epoca di Assassin's Creed. Il secondo capitolo, nello specifico, per noi ha assunto un valore particolare: l'avventura di Ezio Auditore - ma soprattutto i luoghi graziati dal suo passaggio - hanno indubbiamente rappresentato il più riuscito tributo videoludico mai rivolto al nostro paese. La presenza nella selezione, tuttavia, non dipende assolutamente da questioni patriottiche: Assassin's Creed II ha incarnato per diverso tempo l'epitome dell'esperienza open world più spinta in circolazione, senza contare che seppe addobbare e presentare il suo universo come nessuno aveva fatto prima di lui, riuscendo a fondere la componente estetica dell'ambientazione più bella del pianeta con la storia più solida mai scritta dai creativi di Ubisoft.

85. Starcraft II

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2010/2015 - Blizzard Entertainment - Recensione

Durante l'esplorazione di un sistema stellare lontano, i Terran - discendenti dei terrestri - si trovano coinvolti in una brutale guerra interspecie che coinvolge la razza insettoide degli Zerg e i regali Protoss, tutti mossi da interessi differenti nel settore Koprulu.

Se, con il primo capitolo, Blizzard Entertainment impiegò sei mesi in seguito al lancio al fine di costruire il re indiscusso del genere RTS, a partire dal 2010 necessitò di un periodo di cinque anni per ottenere il medesimo risultato, ma a lungo andare non deluse le aspettative. C'è voluto del tempo, ma Starcraft II si è dimostrato un capolavoro nella narrazione, nella messa in scena, nelle dinamiche di gameplay, nel multigiocatore competitivo, e la cosa più impressionante sta nel fatto che è riuscito a far breccia nel cuore di un mercato ostile al suo genere quasi senza sforzo, imponendosi ancora una volta in mezzo a qualsiasi rivale. Imperdibile per gli amanti della strategia, è un'opera che si è dimostrata capace di fare mercato da sola, generando ancora oggi diversi aspiranti emuli che poggiano interamente sull'eredità della vecchia Blizzard Entertainment.

84. Tomb Raider

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1996 - Eidos - Retrospettiva

L'archeologa Lara Croft è ingaggiata dalla misteriosa Jacqueline Natla per recuperare tre frammenti di un potente artefatto antico: dovrà viaggiare in Perù, Grecia ed Egitto, per poi arrivare persino ad Atlantide, con il fine di sgominare un complotto e salvare il mondo.

Siamo nel 1996: Saturn, PlayStation e PC accolgono l'originale Tomb Raider, un titolo il cui impatto fu talmente violento da consentire la nascita di un genere a sé stante. E non si trattava assolutamente di un genere qualunque, ma di quella stessa ispirazione che ha finito per dominare completamente la scorsa decade attraverso le prodezze di eredi quali Uncharted. Impegnata in una folle corsa d'azione che la spingeva a visitare i quattro angoli del mondo, Lara Croft - indubbiamente fra i personaggi più iconici del medium - sparava, saltava, schivava trappole, si muoveva in mezzo a labirinti tridimensionali che avrebbero riscritto molte delle regole delle esperienze d'avventura, consegnando nelle mani degli appassionati lo scheletro di una formula che si sarebbe rivelata rivoluzionaria.

83. Final Fantasy XIV: A Realm Reborn

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2013 - Square Enix - Recensione

Il Guerriero della Luce, assieme a un ordine noto come "Scions", è la grande speranza di Eorzea, continente che si sta riprendendo da una terribile Calamità. Fra l'invasione dell'impero militare di Garlemald, la comparsa della Crystal Tower e i piani malvagi dei misteriosi Ascians, le sfide che dovrà affrontare segneranno il futuro di questo e di tanti altri mondi.

Final Fantasy XIV è il capitolo della serie che può vantare le valutazioni più alte in assoluto da parte del pubblico e della critica. Il motivo è molto semplice: la squadra capitanata da Naoki Yoshida è riuscita a creare una delle migliori storie mai confezionate dalla compagnia, realizzando un universo capace di racchiudere al suo interno tutte le ispirazioni più amate della saga per consegnare nelle mani dei giocatori un'esperienza in tutto e per tutto simile a quella delle opere per il giocatore singolo, nonostante la struttura MMORPG. Il Guerriero della Luce, assieme al suo "party" di comprimari iconici, dovrà svelare i misteri dell'universo e combattere divinità proprio come accade in ogni episodio tradizionale, ma questa volta la sceneggiatura ha potuto contare su dieci anni di sviluppi e di limature, assumendo i connotati di una vera e propria epopea che riesce a integrare in maniera originale tutti gli elementi che hanno definito la serie.

82. Red Dead Redemption

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2010 - Rockstar Games - Recensione

John Marston, ex fuorilegge parte di una leggendaria banda del far west, è costretto dal governo americano a dare la caccia ai suoi vecchi compagni per salvare la propria famiglia, presa in ostaggio dai servizi segreti.

Red Dead Redemption è un videogioco che ha dovuto caricarsi sulle spalle una mole di responsabilità aliena a qualsiasi altra esperienza: fin dal momento dell'annuncio da parte di Rockstar Games, è stato inquadrato come il messia che avrebbe salvato la settima generazione di console. Lo studio non ha deluso le aspettative, e non solo regalando agli appassionati la miglior interpretazione del far west mai incontrata fino a quel momento, ma soprattutto condensando attorno alla vicenda di John Marston una quantità straordinaria di attività da svolgere in un'ambientazione da respirare a pieni polmoni, lasciando spazio anche per poetici momenti di contemplazione. Il risultato era un titolo che riusciva a raccontare una grande storia, a mettere sul piatto grandi dinamiche di gameplay, ma soprattutto a funzionare perfettamente anche nei confini di una semplice cavalcata in mezzo alle valli monumentali.

81. Fallout: New Vegas

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2010 - Obsidian Entertainment - Recensione

Un misterioso individuo intercetta un corriere che sta trasportando un carico ignoto e gli spara un proiettile alla testa. Sopravvissuto per miracolo, questi inizierà un'indagine nella regione postapocalittica attorno alla città di New Vegas, restando coinvolto in un conflitto politico, sociale e militare che coinvolge fazioni contrapposte.

Fallout: New Vegas è una ferita ancora aperta per entrambe le compagnie coinvolte nel progetto, sia per Bethesda Softworks che per Obsidian Entertainment. La prima è rimasta scottata dal fatto che, per gran parte del pubblico, New Vegas sia emerso come il capitolo di Fallout più amato fra quelli recenti, mentre la seconda, ormai priva delle sue storiche IP, non è mai più riuscita a raggiungere il medesimo livello di splendore. All'epoca fu un ritorno alle atmosfere embrionali della serie, al fascino della costa ovest, soprattutto a una struttura decisamente più fondata sul dialogo, sulla diplomazia, sulle scelte tipiche del gioco di ruolo, insomma, su tutte quelle caratteristiche che anni prima avevano permesso alla serie di diventare un pilastro portante del medium. Ancora oggi si guarda verso New Vegas come a una masterclass del GDR occidentale.

Posizioni 80 - 61

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80. System Shock 2

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1999 - Irrational Games/Looking Glass Studios - Recensione (Remastered)

Un soldato si risveglia a bordo dell'astronave Von Braun, scoprendo che è stata invasa da creature organiche chiamate Many che sembrano rispondere ai comandi della delirante IA Shodan. Dovrà sopravvivere all'incidente e scoprire cos'è successo a bordo, con una libertà senza precedenti.

La struttura immersive-sim, che prese forma a partire dalle vecchie produzioni di Origin Systems, si è trovata a percorrere una strada tutt'altro che spianata: se da una parte, sin dagli anni '90, ha portato all'emersione di esperienze incredibilmente innovative - interamente radicate nella libertà e nella creatività del giocatore - dall'altra tutte quelle opere hanno sempre faticato sul fronte puramente commerciale, fino ad arrivare al clamoroso insuccesso del Prey di Arkane Austin. System Shock 2 di Irrational Games e Looking Glass Technologies - esordio alla direzione per Ken Levine - è considerato dagli appassionati come il punto più alto mai toccato da tale ispirazione, un cocktail perfetto nel quale le centinaia di problemi, le possibili soluzioni, la progettazione dei livelli e il sistema di progressione s'intersecavano con precisione chirurgica, imponendo un nuovo standard per la libertà d'approccio alle meccaniche del videogioco.

79. Ultima Online

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1997 - Origin Systems

Quando lo Straniero infrange la Gemma dell'Immortalità, da vita a un multiverso costituito da copie perfette di Sosaria, creando una valanga di Britannia interconnesse che saranno esplorate da migliaia di avventurieri, giustificando narrativamente la deriva da MMORPG.

I primi grandi MMORPG hanno costituito un fenomeno che, per stessa natura dell'evoluzione tecnologica, non si potrà mai più ripetere. E questo per il semplice fatto che oggi esistono i social network, c'è la messaggistica istantanea e il mondo è costantemente connesso: alle persone non interessa più come una volta interagire fra loro in un mondo condiviso. Nel momento in cui Ultima Online arrivò sul mercato, spalancò i cancelli su un universo parallelo, dando inizio al grosso esperimento sociale, politico ed economico immaginato da Richard Garriott, portando gli appassionati a vivere una seconda vita e soprattutto a scrivere le pagine di una storia alternativa. Tutto quel che successe allora è un fenomeno sconosciuto a gran parte del pubblico moderno, una magia irripetibile di cui raramente ci si trova a parlare, ma che sarà eternamente impresso a fuoco nella memoria di coloro che ebbero la fortuna di viverlo.

78. Persona 5

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2017 - Atlus - Recensione

Un gruppo di liceali di Tokyo danno vita ai "Phantom Thieves", vigilantes notturni dotati del potere di smascherare le malefatte di adulti corrotti. In parallelo alla quotidianità da studenti, si trovano nel mezzo di una cospirazione orchestrata da entità molto potenti che farebbero di tutto per metterli a tacere.

Persona 5 è il videogioco che ha segnato la consacrazione definitiva di SEGA Atlus: se, fino a pochi giorni prima della pubblicazione, la serie si trovava al centro del mirino della sola nicchia degli appassionati dei JRPG, in quel ricchissimo 2017 emerse come un prodotto artistico di caratura straordinaria. Si trattava di un gioco di ruolo profondo, complesso, sfidante, scritto in una maniera meravigliosa e infine incorniciato in una direzione artistica e in un sottofondo musicale che riuscirono a elevare alla potenza la qualità della formula. Avendo proiettato i brani della colonna sonora in mezzo alle classifiche mondiali, e facendo brillare persino l'interfaccia utente come fosse un'opera d'arte, riuscì a catturare nella sua rete un pubblico alieno alla dimensione tradizionale. Il centro di gravità, tuttavia, risedeva nel racconto e nella sua capacità di rivolgersi a chiunque, senza lasciare nessuno indifferente alle tematiche trattate.

77. Age of Empires II

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1999 - Ensemble Studios - Recensione (Definitive Edition)

Un viaggio attraverso le maggiori campagne militari di tutti i tempi, che porta a vestire i panni di William Wallace, di Giovanna D'Arco, di Saladino, di Gengis Khan e del Barbarossa con il fine di fondere la strategia in tempo reale con il racconto della storia.

Ci vollero solo tre mesi prima che Age of Empires II si dimostrasse un successo planetario: la formula costruita da Ensemble Studios e Microsoft era stata progettata al millimetro per esplodere nella cultura di massa, rendendo le meccaniche da RTS più accessibili e intuitive di quanto non fossero mai state e alzando l'asticella della presentazione oltre ogni limite noto. Dopo aver evoluto sostanzialmente la ricetta del primo capitolo, Age of Kings seppe trasportare la storia dell'umanità dall'altra parte dello schermo, intercettando un enorme fetta di pubblico che traghettò le sue campagne militari in vetta alle classifiche di oltre venti paesi diversi, cristallizzando le regole alla base di una leggenda che non è mai più tramontata nel corso dei venticinque anni successivi.

76. The Elder Scrolls III: Morrowind

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2002 - Bethesda - Retrospettiva

Un prigioniero giunge sull'isola di Vvardenfell e viene indirizzato verso l'ordine delle Blade, che gli domandano di indagare il ritorno del Culto della Sesta Casata. Scoprendo d'avere un legame con il leggendario eroe Indoril Nerevar, intraprenderà un viaggio in totale libertà che lo porterà a sfidare la minaccia di Dagoth Ur.

L'esordio di Morrowind generò una spaccatura talmente netta da disorientare gli stessi appassionati della serie, perché scelse d'adottare una struttura più contenuta ma al contempo più dettagliata, più ricca, e maggiormente caratterizzata rispetto ai fasti dei predecessori. Dove un tempo s'incontrava una mappa immensa e punteggiata di dungeon procedurali, in Morrowind si arrivava nella "piccola" VVanderfell e ci si confrontava con personaggi che sembravano mossi dalla scintilla della vita. Stretti nell'abbraccio di un mondo che aveva rinunciato alla vastità fine a se stessa per ottenere in cambio un'immersività senza precedenti - che esplodeva nei panorami alieni e acquisiva spessore tendendo l'orecchio ai dialoghi - era possibile perdersi per centinaia di ore vagando senza meta, esplorando gli ostici ultimi residui della tradizione dei vecchi giochi di ruolo, toccando con mano una cura per la realizzazione tecnica e un'interpretazione dell'avventura che, semplicemente, non conoscevano alcun paragone.

75. Mario Kart 8 Deluxe

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2017 - Nintendo - Recensione

Tornano le gare più folli del Regno dei Funghi, questa volta in una versione estesa che naviga lungo i fondali dell'intera storia della serie.

"Mario Kart 8 è ancora Mario Kart?". Al momento del lancio, in piena epoca Wii U, sono stati in molti a porsi questa domanda. Si trattava ancora dello stesso titolo? Di un capitolo della stessa serie che consentiva di sfrecciare lungo i fondali del Regno dei Funghi impugnando il controller del Super Nintendo? La risposta del pubblico fu positiva: sì, Mario Kart 8 era senza ombra di dubbio l'episodio più distante dalla filosofia della gara su kart nel mezzo d'un tracciato, ma si trattava d'evoluzione più che di rivoluzione. La nostra recensione originale discusse il fatto che l'opera per Wii U fosse talmente carica di contenuti e di sfaccettature da costringere Nintendo, da quel momento in avanti, a procedere per sottrazione. Pochi anni più tardi, invece, è arrivata la versione Deluxe, riedizione che ha traghettato le vendite di Switch e fissato una serie di record che sembrano impossibili da replicare per i suoi eredi.

74. Fallout 3

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2008 - Bethesda - Recensione

Un ragazzo cresciuto nel Vault 101 fugge dalla comunità sotterranea per andare alla ricerca del padre scomparso. Fuori dai cancelli scopre la Zona Contaminata attorno alla capitale Washington DC, un mondo post-apocalittico devastato dal decadimento radioattivo nel quale la sopravvivenza è tutt'altro che scontata.

Fallout 3 è piombato sul mercato come un fulmine a ciel sereno. La volontà di Bethesda di recuperare l'antica ispirazione di Brian Fargo destava molte preoccupazioni, eppure la messa in scena della Zona Contaminata della Capitale si trasformò immediatamente in un fenomeno globale, innestando nuova linfa vitale in una IP che sembrava destinata a sbiadire fra le pagine della storia. Sono in molti a non aver mai perdonato Bethesda per il suo cambio di rotta, per la scelta d'abbracciare la costa est degli Stati Uniti e soprattutto quella di ridurre all'osso la società post-apocalittica, ma è un dato di fatto che, senza la casa del Maryland, Fallout non sarebbe mai potuto diventare ciò che è diventato oggi. L'infanzia trascorsa nel Vault 101, la prima visita a Galaxy News Radio, sezioni folli come quella dentro Tranquility Lane e tante altre disavventure hanno assestato una violenta bordata al sottobosco dei giochi di ruolo, gettando le basi del fenomeno che oggi, nella forma della serie televisiva, ha travolto il mondo intero.

73. Grand Theft Auto: San Andreas

19

2005 - Rockstar Games - Recensione

Nei primi anni '90, Carl Johnson torna a Grove Street, il malfamato quartiere della città di Los Santos dove è cresciuto. Bighellonando con vecchi amici divenuti gangster di strada, finisce nella ragnatela dei poliziotti corrotti che lo costringeranno a darsi alla macchia, spingendolo a fuggire fra le metropoli di San Fierro e Las Venturas.

Vedendo la piega che ha preso la curva dell'evoluzione tecnologica, è molto probabile che non vivremo mai più un istante impattante come il primo avvio di Grand Theft Auto: San Andreas. Nel capitolo precedente c'erano due isolette? In questo s'incontravano tre città, un deserto, boschi, campi coltivati e persino una montagna. In passato gli elicotteri funzionavano a stento? Qui si pilotavano jetpack e aerei da guerra supersonici. Quel 2005 generò un vero e proprio terremoto fra gli appassionati, spalancando all'improvviso una finestra su un futuro che, fino a poche settimane prima, si poteva tranquillamente considerare irraggiungibile. All'improvviso un intero stato fu racchiuso con successo all'interno di un videogioco, "la realtà" si muoveva con naturalezza dall'altra parte dello schermo, e i mondi virtuali non sarebbero mai più stati gli stessi.

72. Hades

94

2020 - Supergiant Games - Recensione

Il principe degli inferi Zagreus, figlio di Ade e Persefone, tenta costantemente di fuggire dalla dimora di suo padre per avere un incontro con la madre smarrita da tempo. Il percorso, tuttavia, è tutt'altro che semplice, perché i guardiani dell'oltretomba sono stati incaricati di mettergli i bastoni fra le ruote.

La giovane storia dei roguelike e dei roguelite è lastricata di grandi successi e di produzioni apparentemente inavvicinabili, sulle quali probabilmente torreggia l'imponente The Binding of Isaac. Il "piccolo" Hades, dal canto suo, rappresenta un unicum: oltre ad aver coronato il lungo percorso artistico di Supergiant Games, è riuscito a valicare il tradizionale confine del pubblico del genere, catturando nella sua tela anche persone storicamente molto lontane da un'idea dirompente come quella della morte permanente. Con un comparto artistico eccezionale, una scrittura di altissimo livello, una varietà - e una qualità nella varietà - impraticabile per le grandi produzioni, nonché un gameplay tanto ficcante quanto profondo, Hades è emerso come l'assoluto zenith della sua dimensione creativa, un titolo universale che si è fatto portabandiera di una rivoluzione silenziosa.

Questa selezione è stata realizzata prima del lancio di Hades II, titolo che sembra aver superato il predecessore in ogni aspetto.

71. Super Mario Galaxy 2

I 100 migliori videogiochi della storia

2010 - Nintendo - Recensione

Bowser rapisce la Principessa Peach durante il Festival delle Stelle, ma stavolta si lancia verso il centro stesso dell'universo. Mario, aiutato dal piccolo Sfavillotto e dal fedele Yoshi, intraprende un viaggio attraverso una serie di nuove galassie raccogliendo le potentissime Superstelle.

Quello di Super Mario Galaxy 2 fu un caso più unico che raro. Solitamente la tradizione dei sequel "più grandi e migliori" si limita a riproporre la vecchia formula vincente, limando qualche spigolo e gettando nuovi ingredienti nel calderone, prima d'impiattare un'esperienza che, nella migliore delle ipotesi, profuma di edizione definitiva. Nel 2010 le cose andarono in maniera molto diversa: la grezza mole di novità, di poteri, di abilità e di galassie progettate dagli artisti di Nintendo finì per alzare l'asticella oltre ogni più rosea aspettativa, consegnando nelle mani degli utenti un'esperienza che sì, forse non poteva contare sull'effetto sorpresa garantito dal primo impatto, ma si tradusse in un capolavoro fra tutti i platformer, un titolo che divenne lo standard aureo del genere e che, probabilmente, rimane tutt'ora insuperato sotto tutti i punti di vista.

70. Deus Ex

I 100 migliori videogiochi della storia

2001 - Ion Storm - Retrospettiva

2052: l'agente UNATCO JC Denton scopre una cospirazione globale che coinvolge organizzazioni che occupano i vertici della società nota come Majestic 12. Avrà inizio un indagine che passerà attraverso la maggior parte delle tematiche cyberpunk, fra la cibernetizzazione dell'umanità e i rischi del progresso tecnologico.

Scaturito dall'immaginario di Warren Spector in seguito al grande scisma che caratterizzò i Looking Glass Studios, Deus Ex infiammò la scintilla che sarebbe conflagrata nella più ricca esplosione cyberpunk a caratterizzare l'evoluzione dei videogiochi. Costantemente impegnato a riflettere sulle diseguaglianze, sul transumanesimo, sulla politica post-capitalista, insomma, su tutti gli elementi che hanno sporcato le pagine più importanti di tale genere letterario, il titolo di Ion Storm riuscì a tradurre tali tematiche anche nel confine del gameplay, mettendo il personaggio e la persona che impugnava mouse e tastiera al centro dell'intera vicenda, tratteggiando i confini di una simulazione immersiva destinata a fare scuola. I capitoli più moderni della serie sono rimasti tutt'ora videogiochi impressionanti, ma l'eco di quel 2001 si continua a percepire ancora adesso.

69. Mass Effect 2

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2010 - BioWare - Recensione

Rianimato dall'organizzazione Cerberus, il Comandante Shepard deve reclutare un team di specialisti per contrastare i Collettori, misteriosa razza aliena che sta rapendo intere colonie umane e preparando la galassia per una minaccia ancora peggiore. Chi sono le persone più adatte e abbastanza folli da lanciarsi in questa missione suicida?

La seconda metà dei 2000, per BioWare, fu un periodo molto complesso: mentre da una parte lo studio dovette rivedere completamente i processi di produzione e l'ispirazione alla base delle sue opere - dato che scelse d'adottare la struttura del grande blockbuster di Hollywood - dall'altra si trovò fortemente limitata da una serie di scadenze che furono rispettate solamente per merito della discussa "BioWare Magic", ovvero la capacità di salvare all'ultimo secondo baracca e burattini. Fra alti e bassi, Mass Effect 2 segnò l'apoteosi di tale percorso: scuotendo le fondamenta stesse dei giochi di ruolo all'occidentale, nonché trovando un perfetto equilibrio fra la componente d'azione, la narrazione e il taglio cinematografico, fissò definitivamente lo standard per le esperienze di natura sci-fi. Lo fece scommettendo tutto sulla caratterizzazione dei personaggi, sul peso di ogni singola scelta compiuta dal giocatore e, soprattutto, su quella missione suicida che è diventata un monumento nella storia del medium.

68. Half-Life

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1998 - Valve - Retrospettiva

Un esperimento fallito nel centro di ricerca di Black Mesa apre un portale verso una dimensione aliena, costringendo lo scienziato Gordon Freeman a lottare per la sopravvivenza. Mentre le creature invadono la struttura e la Terra, forze militari vengono inviate sul posto per contenere la catastrofe: Freeman, impugnando un piede di porco, si trova proprio nel mezzo.

Per raccontare l'impatto di Half-Life è sufficiente ripercorrere i primi passi mossi da Gordon Freeman all'interno del laboratorio Black Mesa. Mai, prima d'allora, era capitato di visitare un ambiente che si poteva presumere vivo a prescindere dalla presenza del giocatore. Mai era capitato di percorrere corridoi tanto pieni di vita, né di esplorare una serie di livelli che s'incastravano l'uno con l'altro con una perfetta coerenza geografica, artistica e filosofica, fra l'altro popolati da personaggi che parevano dotati della scintilla del libero arbitrio. Oggi è molto raro che un balzo nell'evoluzione tecnologica si traduca in una rivoluzione strutturale per le meccaniche del videogioco: è proprio quanto accadde a Valve in quel lontano 1998, quando finì non solo per produrre uno dei più grandi capolavori del genere, ma per influenzare tutte le opere che sarebbero venute dopo.

67. Final Fantasy X

I 100 migliori videogiochi della storia

2002 - Square - Retrospettiva

Il giovane Tidus si trova catapultato nel mondo di Spira, una terra magica minacciata da un'entità distruttrice di nome Sin. Diventerà il Guardiano di Yuna, giovanissima evocatrice che deve compiere un lungo pellegrinaggio per sconfiggere la belva, garantendo solamente dieci anni di pace a quel mondo martoriato dalla morte e dalla calamità.

Raccontando Final Fantasy X risulta molto difficile mettere in evidenza oggettive innovazioni o caratteristiche tecniche che sappiano trasmettere il suo reale valore. Certo, la computer grafica rappresentava lo stato dell'arte dell'era PlayStation 2, il sistema di combattimento a turni era molto solido, ci fu l'esordio per il doppiaggio, la direzione artistica si presentava in uno stato di forma davvero immacolato. Ma se oggi il decimo capitolo è ricordato con tanto affetto è solo una pura e semplice questione d'emozione: il viaggio di Tidus nel mondo di Spira, lo sguardo severo del cavaliere Auron, la gente che muore e Yuna che danza, Sin che continua a seminare il caos... quel sogno che, un giorno, avrà una fine. Final Fantasy X è l'esempio perfetto di un videogioco talmente carico d'emozione che tutti gli altri elementi, inevitabilmente, finiscono per passare in secondo piano, a prescindere dalla loro effettiva qualità.

66. Return of the Obra Dinn

57

2018 - Lucas Pope - Recensione

Un investigatore assicurativo della Compagnia delle Indie Orientali deve fare chiarezza sul destino dell'equipaggio della nave Obra Dinn, rientrata in porto senza superstiti. Sfruttando la sola forza della deduzione, toccherà prender parte a una complessa indagine che muterà il modo di approcciare il videogioco.

Return of the Obra Dinn è senza ombra di dubbio il miglior videogioco investigativo mai realizzato. In seguito al successo di "Papers, Please", titolo certamente più di nicchia in ragione della sua natura fortemente autoriale, Lucas Pope è riuscito a cimentarsi in un capolavoro a tutto tondo, capace di eccellere in ogni singola componente e soprattutto di brillare nell'insieme delle sue intuizioni. La scelta del dithering monocromatico gli conferisce un'atmosfera unica, il comparto artistico gli dona senza dubbio tantissimo carattere, ma a fare davvero la differenza sono le meccaniche di gioco, che riescono - forse per la prima e l'unica volta nella storia del medium - a posizionare la deduzione, il ragionamento e l'investigazione sopra ogni altra dinamica, offrendo di fatto un approccio unico alla risoluzione di un mistero interattivo.

65. Bloodborne

71

2015 - FromSoftware - Recensione

Un malato si reca nella città vittoriana di Yharnam in cerca del miracoloso sangue curativo, ma si risveglia come Cacciatore. Al di là della grande notte della caccia, quando le vie della città sono invase dalle belve, si nasconde una verità che ha portato alla follia chiunque l'abbia indagata...

Attraverso Bloodborne, per la prima volta, FromSoftware e Hidetaka Miyazaki hanno dimostrato di poter applicare la propria formula a qualsiasi contesto, scegliendo nello specifico l'ambientazione vittoriana e l'immaginario del ciclo di H.P. Lovecraft. Partendo dallo scheletro dell'esperienza "Soulsborne", lo studio ha spinto nella direzione dell'aggressività e della visceralità, realizzando un piccolo gioiello che non solo riesce a brillare per la sua direzione artistica immacolata, ma arriva a tradurre nei confini del gameplay la fantasia a cui ha scelto di ancorarsi: i temi diventano meccaniche. Probabilmente, ancora oggi, il più grande desiderio degli appassionati di questo genere è assistere a un ritorno di Bloodborne, che sia nella forma di un remake o di un sequel che sembra attualmente impossibile. Forse quel giorno non arriverà mai, ma la notte di Yharnam proseguirà per sempre.

64. The Legend of Zelda: The Wind Waker

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2003 - Nintendo - Recensione (HD)

Nel giorno di festa dedicato all'Eroe del Tempo che ha salvato il mondo, la sorellina di Link viene rapita e il giovane si mette sulle sue tracce assieme alla piratessa Dazel. Governando il potere del vento, a bordo del Re Drakar, dovrà attraversare il Grande Mare e le isole che lo punteggiano per sfidare un male antico.

Inizialmente il capitolo a tema marittimo diretto da Eiji Aonuma ha fatto molto discutere la comunità degli appassionati, in primo luogo in ragione del netto cambio di prospettiva grafico - legato all'introduzione del Cel Shading - e in seconda istanza per via della particolare struttura aperta dell'opera, ancorata per l'appunto all'esplorazione di un enorme mare a bordo del Re Drakar. Ma il tempo gli è stato oltremodo galantuomo: pochi videogiochi si sono dimostrati immuni allo scorrere del tempo come The Wind Waker, un'opera che ancora oggi non ha perso un briciolo del suo fascino, anche e soprattutto in ragione di una componente estetica che riesce a brillare accanto alle produzioni di ultima generazione. Si tratta di un'opera che, oltre vent'anni nel futuro, è ancora un piacere da guardare, da giocare e da respirare a pieni polmoni, innalzando la vela e navigando verso l'orizzonte.

63. Star Wars: Knights of the Old Republic

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2004 - BioWare - Retrospettiva

La Repubblica è sul punto di essere distrutta dall'esercito Sith guidato da Darth Malak, che ha preso il potere dopo la scomparsa del temutissimo Darth Revan. Il protagonista, misteriosamente sopravvissuto a un'imboscata, si ritrova a cercare la Jedi Bastila Shan, iniziando un viaggio all'insegna della scoperta del proprio passato.

Star Wars: Knights of the Old Republic è un titolo che ha consegnato una duplice eredità nelle mani della storia, influenzando in maniera irreversibile sia l'immaginario di Star Wars sia il sottobosco dei giochi di ruolo. Se, ancora oggi, l'Alta Repubblica e la sua fantasia sono considerate fra le pieghe più affascinanti dell'universo creato da George Lucas, infatti, è proprio in ragione della visione che fu offerta allora da BioWare. Al tempo stesso, questo progetto ha scatenato un terremoto fra i creatori di GDR, dimostrando empiricamente che tale formula si sarebbe potuta applicare a qualsiasi contesto esistente, persino a una IP famosa e fortunata che, prima d'allora, era sempre rimasta ancorata a ricette d'azione cinematografica. Fra colpi di scena impareggiabili, sistemi coraggiosi e personaggi scritti a puntino, si tratta probabilmente della miglior prova dell'intera carriera di BioWare.

62. Final Fantasy Tactics

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1997 - Square - Recensione (Remastered)

Siamo nel regno di Ivalice e la vicenda - raccontata da un libro - è quella dell'apprendista cavaliere Ramza Beoulve, un giovane nobile che si ritrova coinvolto nella Guerra del Leone, un conflitto tra fazioni rivali per il trono. Sarà proprio lui l'eroe silenzioso a ridisegnare l'equilibrio del mondo.

Nella vastissima produzione di opere a marchio Final Fantasy è molto difficile imbattersi in un progetto caratterizzato dalla medesima maturità nella scrittura e profondità meccanica che hanno segnato il Tactics di Yasumi Matsuno. Personalità chiaroscura di casa Square, Matsuno ha sempre inseguito una visione molto particolare del medium, focalizzata sulle mille sfaccettature della strategia - il Job System è il migliore mai realizzato - e strettamente legata al desiderio di raccontare storie politiche, arricchite da evidenti risvolti sociali. Proprio per questa ragione, l'intero portfolio dell'autore non ha mai potuto beneficiare della medesima spinta universale riservata ad altri episodi della serie, ma è riuscita a conquistare una fitta schiera d'affezionati che considerano Tactics una delle migliori esperienze tattiche mai realizzate, e addirittura uno dei migliori Final Fantasy in assoluto.

61. Super Mario Odyssey

I 100 migliori videogiochi della storia

2017 - Nintendo - Recensione

Tentando di salvare Peach dalle grinfie di un Bowser desideroso di sposarla, Mario perde il suo cappello e precipita in un regno sconosciuto. Stringerà un'alleanza con lo spirito Cappy e salirà a bordo della nave Odyssey per sconfiggere il suo nemico.

Super Mario Odyssey è un emblema della bipolarità della produzione di Nintendo, nonché di quell'etichetta "da 0 a 99 anni" che si potrebbe apporre sull'interezza della sua produzione. Se, da una parte, si tratta di un eccezionale punto d'ingresso sulla storica formula platform, dall'altra riesce a impilare l'una sull'altra una serie di meccaniche creative legate allo sfruttamento dell'alleato Cappy, scavando nuovi strati di profondità nell'immortale sistema di movimento della tradizione. Nato con l'obiettivo di allargare ulteriormente l'orizzonte della serie, non ha potuto fare affidamento sulle unicità dei suoi diretti predecessori, ma ha scelto di fonderle assieme e di utilizzarle come trampolino per spingersi, in alcune sezioni, più in là d'ogni altra istanza. In poche parole, al suo interno convivono tutte le anime di Mario, da quella del 64 fino a Sunshine, da Galaxy fino alle fondamenta delle avventure bidimensionali.

Posizioni 60 - 41

60

60. The Legend of Zelda: Majora's Mask

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1999 - Nintendo - Retrospettiva

Inseguendo un ladro che gli ha sottratto l'Ocarina del Tempo, Link attraversa un varco dimensionale che da Hyrule lo conduce a Termina. In quel mondo parallelo, la Luna sta per schiantarsi sul pianeta spazzando via tutti gli abitanti, e il ragazzo ha solo tre giorni di tempo per scongiurare la catastrofe.

The Legend of Zelda: Majora's Mask ha segnato l'ora più oscura per la saga di Nintendo: sviluppato in tempi molto ristretti, prevalentemente riutilizzando gli asset risalenti a Ocarina of Time, questo titolo portò un netto stravolgimento filosofico, tematico e ludico rispetto all'estetica dei quindici anni precedenti. La dimensione parallela di Termina è un mondo che si muove al ritmo delle lancette di un orologio: Link ha solamente tre giorni di tempo per riuscire a salvare tutti gli abitanti, dunque dovrà arrivare a dominare completamente il loop temporale al centro del game design perché tutti i pezzi del puzzle s'incastrino nel posto giusto, risolvendo il più grande enigma mai racchiuso in un videogioco. Al di là dell'inquietante natura del gameplay, Majora's Mask tratta tematiche che solitamente non trovano spazio in mezzo ai vividi colori della saga - soprattutto quella della morte - ammantando l'esperienza in un'atmosfera disorientante che è tutt'ora un unicum nella produzione della casa.

59. Donkey Kong Country

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1994 - Rare - Retrospettiva

King K. Rool e i suoi Kremlings svuotano completamente il deposito delle Banane della famiglia Kong e seminano il caos sulle isole circostanti, costringendo Donkey e Diddy a intraprendere una lunga e faticosa caccia ai coccodrilli.

Figlio prediletto del lungo sodalizio fra Nintendo e Rare, Donkey Kong Country del 1994 fu il platform che segnò la consacrazione dello scimmione più amato del mondo come personaggio autosufficiente. Rifacendogli completamente il look, affiancandogli comprimari di spessore, caratterizzando il suo habitat e soprattutto i suoi avversari - su tutti King K. Rool - lo studio occidentale fu in grado di riscrivere il destino di uno fra i personaggi più antichi nel portfolio della casa. Le enormi differenze rispetto alla tradizione dei platform bidimensionali gli consentirono di conquistare immediatamente una nuova fetta di pubblico che s'innamorò delle corse a bordo dei carrelli da miniera, delle nuotate sulle note della colonna sonora di David Wise, dell'azione frenetica e della prontezza di riflessi necessaria per rimpinguare la collezione di banane della famiglia Kong.

58. Another World

I 100 migliori videogiochi della storia

1991 - Eric Chahi - Recensione (Mobile)

Il giovane scienziato Lester Knight Chaykin viene trasportato su un pianeta alieno dopo un esperimento andato storto. Lester dovrà sopravvivere ambiente ostile, affrontando creature pericolose fino a trovare un modo per tornare a casa in un'avventura all'insegna di un'interazione senza precedenti.

Spesso definito come Ico prima di Ico - e ironicamente arriva subito prima di Ico anche nella nostra selezione - Another World di Eric Chahi fu un videogioco action adventure come non se n'erano mai visti prima. Un titolo talmente alieno agli standard della sua epoca da diventare un'insostituibile fonte d'ispirazione per quasi tutti i game designer che se lo trovarono per le mani, grazie all'impeccabile miscela di narrazione, approccio cinematografico, musica e meccaniche di gioco immersive che riuscì a mettere sul piatto in un contesto tecnico ostile. Seppe dimostrarsi un'avventura pionieristica, un'opera davvero rivoluzionaria negli espedienti unici che scelse di adottare per sintetizzare le dinamiche di gameplay e l'elemento narrativo, trasformando l'epopea aliena di Lester Chaykin e del suo "Buddy" in uno squarcio sul futuro dell'industria offerto in esclusiva agli appassionati della prima ora.

57. Ico

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2002 - Team Ico - Retrospettiva

Ico, un ragazzo con le corna condannato all'esilio in un castello perché considerato un presagio di sventura, incontra Yorda, una giovane dall'aspetto etereo. Insieme, Ico e Yorda cercano di fuggire dalla loro prigione, forgiando un legame che gli permetterà di superare ogni ostacolo.

Volendo descrivere Ico in maniera sintetica, fredda e asettica, si potrebbe definire come un viaggio interamente a base di enigmi e di sezioni prettamente esplorative. Ma, proprio come le altre opere di Fumito Ueda, l'essenziale si nasconde oltre il velo del primo sguardo e dell'impatto con l'anima ludica. In quest'avventura onirica, il giovanissimo Ico e l'eterea Yorda si trovano a vagare per un enorme castello in rovina forgiando un legame che - nella stretta di un'atmosfera melancolica e carica di fascino - li condurrà, una sfida dopo l'altra, a ottenere una caratterizzazione piena e rotonda nonostante i lunghissimi silenzi che si troveranno a condividere. La meraviglia, in questo viaggio, si nasconde nei dettagli: fra i raggi del sole che filtrano attraverso alle feritoie, in mezzo al design dei suoni ambientali, in tutti quei particolari che sostituiscono un sistema di narrazione invasiva, riducendo l'esperienza, per sottrazione, a una meravigliosa fiaba in movimento.

56. Metal Gear Solid

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1998 - Konami - Retrospettiva

L'agente FOXHOUND Solid Snake deve infiltrarsi nella struttura insulare di Shadow Moses per fermare la minaccia di un gruppo terroristico che ha messo le mani sul Metal Gear, facendo affidamento solamente sul suo addestramento militare.

Il 3 settembre del 1998 Hideo Kojima e Konami hanno cambiato la storia dei videogiochi. Attraverso una missione d'infiltrazione nei ghiacci del mare di Bering, l'autore giapponese diede forma una creatura mai vista prima, una sorta di chimera fra la spy-story hollywoodiana e il videogioco vecchia scuola. Non si trattò di una rivoluzione immediata: il genere stealth non conobbe impennate improvvise né altri creativi tentarono di ripercorrerne esplicitamente le orme. Metal Gear Solid segnò l'inizio di una serie leggendaria, ma la lezione che impartì all'industria riguardava prima di tutto la messa in scena, la presentazione, il pacchetto di velluto che avvolgeva l'esperienza, a partire dalla celebre sequenza dei titoli di testa. Accanto a essa, tuttavia, brillavano le gemme di game design che hanno consegnato alla storia il nome di Kojima: la battaglia contro Psycho Mantis, le interazioni con il soldato Johnny, le scatole di cartone, insomma, tutti gli elementi che hanno spezzato le barriere dell'interazione tradizionale.

55. Super Mario Bros. 3

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1991 - Nintendo - Retrospettiva

Bowser e famiglia trasformano i regnanti del Regno dei Funghi in animali, impossessandosi delle loro scettri magici. A Mario e Luigi tocca il compito d'esplorare l'interezza del reame spazzando via la minaccia dei Koopa.

Super Mario Bros. 3 prese tutto quello che c'era di buono nei suoi predecessori e decise di elevarlo alla potenza, migliorando sensibilmente il comparto del gameplay, introducendo un grado di varietà che non sarebbe mai più stato replicato, arrivando a spingere al limite anche l'interpretazione tecnica e grafica. La cartuccia originale utilizzò il MMC3 per incrementare le prestazioni del NES, consentendo agli artisti di Nintendo di dar vita a sezioni impossibili per i capitoli del passato. Si rivelò un successo strepitoso sin dal momento del lancio: con quasi venti milioni di pezzi venduti, avendo generato ricavi per oltre 500 milioni di dollari per la sola sede americana di Nintendo, fu il progetto capace di consacrare definitivamente la formula, accogliendo un nuovo stuolo di appassionati grazie alla versione per Super Nintendo. Effettuando un esercizio di contestualizzazione storica, potrebbe tranquillamente emergere come il miglior platform in due dimensioni mai realizzato.

54. Halo: Combat Evolved

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2002 - Bungie - Recensione

Lo "Spartan" super-umano Master Chief e la fedele intelligenza artificiale Cortana sbarcano su una misteriosa installazione extraterrestre a forma di anello, trovandosi a fronteggiare la minaccia di creature parassitiche note come Flood e quella della teocrazia aliena dei Covenant.

Nel 2002 la nuova Xbox di Microsoft trovò finalmente la sua killer application in Halo, una produzione interamente ricamata attorno al DNA tecnico e artistico di Bungie. Dopo aver rivoluzionato l'approccio e l'interfaccia agli sparatutto in prima persona nel contesto del gigante silenzioso che fu Marathon, lo studio generò quella che - molto probabilmente - si può considerare la più grande rivoluzione mai andata in scena nel sottobosco del mercato console, finendo per mutare completamente il volto nel mercato nell'arco di soli quattro anni. La straordinaria qualità della realizzazione tecnica, la costruzione di una narrazione sci-fi destinata a crescere oltremisura negli anni a venire, il peso incalcolabile della componente multigiocatore e, soprattutto, lo stravolgimento dell'esperienza utente pad alla mano, non poterono che garantirgli un posto in pianta stabile nell'Olimpo del medium.

53. The Witcher 3: Wild Hunt

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2015 - CD Projekt RED - Recensione

Il Witcher Geralt di Rivia viaggia fra le regioni martoriate dalla guerra sulle tracce della sua figlioccia Ciri. Esplorando un mondo immenso, lama d'argento in pugno, dovrà fare i conti con esseri umani che spesso sono diventati più mostruosi dei mostri stessi.

Geralt di Rivia galoppa in groppa a Rutilia a Velen, nel cuore di una regione che ha conosciuto il volto peggiore della guerra, un volto talmente spaventoso da far sembrare i mostri che lo popolano solamente delle bestiole smarrite. Questo è il primo segreto dell'opera di CD Projekt RED: i creativi polacchi hanno racchiuso nell'avventura dello strigo il dramma che hanno vissuto sulla propria pelle, realizzando un concentrato dark fantasy interamente focalizzato sull'umanità e su una scala di grigi lungo la quale è impossibile emettere sentenze obiettive. Al momento del debutto, il terzo capitolo di The Witcher ha travolto come uno tsunami le altre esperienze d'azione e avventura ambientate nei confini di mondi aperti, ridisegnando gli equilibri del mercato e provocando uno smottamento che ha finito per cambiare i connotati persino a quelli che, fino a pochi giorni prima, si potevano considerare i leader del settore.

52. Pokémon Blu/Rosso

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1999 - Game Freak

Un giovane allenatore di Pokémon lascia la sua casa di Biancavilla per esplorare il mondo e completare il Pokédex, con il desiderio di acchiappare tutte le creature e, magari, di diventare il Campione della Lega Pokémon.

Durante l'estate del 1999, nel nostro paese, era impossibile muovere due passi senza incappare in un bambino con lo sguardo incollato allo schermo del suo Game Boy. E questo accadeva durante un periodo di decrescita per l'hardware, quando in Giappone aveva già raggiunto la fine del ciclo vitale. Se le cose cambiarono all'improvviso fu esclusivamente per merito di Pokémon Rosso e Blu. Allora non si sarebbe mai potuto prevedere l'impatto effettivo dei mostri tascabili di Tajiri e Sugimori: come ricordato in uno speciale dedicato, non esiste una singola console di Nintendo su cui sia stato pubblicato un capitolo mainline della serie Pokémon che abbia venduto meno di 50 milioni di unità. E tutto ciò che venne dopo lo si deve esclusivamente a quella straordinaria prima volta, alla piccola avventura di un ragazzo che, nell'abbraccio di un mondo rasserenante, partiva per collezionare tutti i Pokémon, esplorando ogni angolo di una dimensione tutta da scoprire.

51. Diablo II

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2000 - Blizzard Entertainment - Retrospettiva

Il Viandante Oscuro si muove silenzioso liberando forze demoniache, trasformando il mondo di Sanctuarium in un incubo dark fantasy nel quale la vita umana non ha alcun valore. Un avventuriero decide di fermare i maligni, imbarcandosi in un viaggio della speranza in cui la speranza, di fatto, non esiste.

Che cosa succede quando prendi uno studio di sviluppo ossessionato dal gameplay, dalle statistiche, dai sistemi di generazione del "loot", dall'intricatezza dei sistemi di "building", e gli affianchi una delle fucine artistiche e creative più talentuose di tutti i tempi? Beh, nel caso di Condor e Blizzard South, quel connubio ha dato i natali a Diablo 2, uno dei videogiochi più importanti nell'intera storia del gaming su PC. Sulla carta si trattava di un un titolo piuttosto semplice, un viaggio dark fantasy lungo cinque atti e ambientato nei magnifici quadri di un mondo distrutto, sorretto da meccaniche di progressione estremamente sbilanciate e inaffidabili. In concreto, tuttavia, si rivelò un'opera irripetibile, l'indiscusso sovrano delle esperienze aRPG - al quale i big guardano ancora oggi con invidia e ammirazione - nonché un primo tuffo per Blizzard nella deriva dei mondi persistenti, capace di rimanere in vetta alle classifiche di vendita per oltre dieci anni.

50. Portal 2

Portal 2

2011 - Valve - Recensione

Chell si risveglia dopo un lungo sonno in un'Aperture Science ormai in rovina, scoprendo che il complesso è stato distrutto dal tempo e dalla natura. Con l'aiuto dell'IA Wheatley, dovrà navigare tra i laboratori fatiscenti, incontrando di nuovo la malvagia GLaDOS.

Portal 2, proprio come il suo lontano cugino a base d'invasioni aliene, rappresenta una sorta di bibbia che spiega dettagliatamente come realizzare un seguito perfetto. A scriverla, non a caso, è stata sempre Valve, compagnia che ha un talento innato nel realizzare esperienze capaci di far impallidire quelle venute in precedenza. L'enorme rispetto riservato all'eredità del primo episodio, la cura maniacale che traspare anche dal più piccolo degli scorci di Aperture, le sfumature di una storia più ricca, capace di far assumere corpo e spessore anche all'antica costruzione del mondo, furono le pietre angolari sulle quali fu eretta un'avventura equamente divisa fra azione, enigmi, umorismo e quella scintilla d'imprevedibilità che ha saputo tramandarla ai posteri. Si tratta di un testamento della filosofia dello studio di Seattle, un monumento all'ossessiva cura artigianale che questi autori hanno sempre riservato alle proprie opere.

49. Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty

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2002 - Konami - Recensione

Solid Snake s'infiltra a bordo di una nave per sventare una cospirazione, ma in seguito a un incidente si perdono le sue tracce. Tempo dopo, l'agente Raiden deve penetrare nella piattaforma offshore Big Shell, con lo scopo di salvare degli ostaggi e mettere fine a un nuovo complotto.

Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty fu l'esatto opposto del sequel commerciale immaginato dal direttivo di Konami: era quanto di più distante potesse esistere dall'idea di un videogioco pensato per rispondere alle richieste del pubblico e della critica. Protagonista della campagna marketing più ingannevole di tutti i tempi, è come se avesse vissuto una doppia esistenza: se, inizialmente, è stato criticato a causa delle sue unicità e delle divergenze dalla tradizione, nel corso degli anni ha continuato ad assumere incessantemente valore in ragione della lettura del mondo offerta da Hideo Kojima, che si è rivelata oltremodo profetica. La natura ludica non si discostava assolutamente dal percorso dell'autore giapponese: era la narrazione a fare la differenza. Costruita attorno a tematiche che stanno tutt'ora caratterizzando la nostra quotidianità, ha dimostrato la straordinaria sensibilità del creativo nella lettura della società moderna.

48. BioShock

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2007 - Irrational Games - Recensione

Jack, unico sopravvissuto di un incidente aereo nell'Atlantico del 1960, trova rifugio nel faro che nasconde l'ingresso alla città sottomarina di Rapture, un tempo un paradiso post-capitalista fondato dal magnate Andrew Ryan. Le cose, tuttavia, sono cambiate parecchio da quell'età dell'oro.

Il percorso a bordo della batisfera, che dal faro nel mezzo dell'Atlantico conduce verso la città sottomarina di Rapture, è diventato patrimonio internazionale del medium videoludico. Il medesimo destino è toccato alla prima rassicurante telefonata con il misterioso Atlas, tassello centrale di un intricato mosaico narrativo che si faceva beffe dell'idea stessa della "player agency". Più di ogni altra cosa, l'opera di Irrational Games ebbe lo straordinario merito di emergere quale anello di congiunzione fra l'ispirazione da immersive-sim, le dinamiche da sparatutto in prima persona e il mercato di massa, fissando l'unico istante nello spazio e nel tempo nel quale un immaginario di questo genere sia riuscito a dare i natali - oltre che a un videogioco straordinario - anche a un grande blockbuster.

47. Halo 2

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2004 - Bungie - Recensione

Un guerriero dei Sangheili riceve il titolo di Arbiter e cerca di redimere la sua specie agli occhi dei Profeti, inseguendo le tracce di 343 Guilty Spark. Nel frattempo, una flotta Covenant raggiunge la Terra e scatena una guerra senza precedenti: per loro sfortuna, il Master Chief è sul posto.

Dopo la grande prova di forza capace di mettere Xbox sulla cartina geografica internazionale, e soprattutto di spalancare i cancelli del mercato console alla rivoluzione degli sparatutto in prima persona, Bungie riuscì nel difficile intento di ripetere quello che molti ritenevano un exploit, confezionando un titolo che per anni si è dimostrato un benchmark insuperabile. Al di là della sua storica modalità campagna, alla quale si deve gran parte dell'affetto che il pubblico nutre nei confronti dell'universo narrativo di Halo, questo secondo episodio trovò la principale ragion d'essere nella modalità multigiocatore. Oltre a imporsi fra le esperienze più giocate e amate della sesta generazione, fu il principale responsabile dell'esplosione degli esports nel territorio Nordamericano, cambiando completamente la percezione che gli altri mercati avevano del nostro medium.

46. Suikoden II

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2000 - Konami - Recensione (Remastered)

Riou e il suo amico Jowy Atreides vengono coinvolti in una guerra tra le Città-Stato di Jowston e il regno di Highland scatenata dal crudele principe Luca Blight. Alla fine dovranno fronteggiarsi in battaglia, e Riou dovrà reclutare le 108 Stelle del Destino per emergere vittorioso.

Considerato da numerose voci autorevoli come uno fra i migliori JRPG di tutti i tempi, Suikoden II di Yoshitaka Murayama seppe brillare di luce propria accanto ai mostri sacri della sua generazione, conquistando una fetta di pubblico estremamente affezionata. La serie non ha raggiunto lo stato di culto per la messa in scena o per il comparto tecnico, spesso giudicati manchevoli, ma per il suo approccio alla narrazione, interamente fondato su intrighi politici segnati da un taglio umoristico unico nel suo genere. Oggi Suikoden II è ricordato principalmente per l'immenso roster di personaggi giocabili, per l'immacolata caratterizzazione di alcuni di essi, per il peso di un villain storico come Luca Blight, ma soprattutto per aver incarnato, all'alba del 2000, uno dei picchi più elevati mai raggiunti dai JRPG della vecchia scuola, quelli che sono rimasti fino alla fine ostinatamente ancorati alla tradizione.

45. Tekken 3

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1998 - NAMCO

Jin Kazama cerca vendetta contro il demone Ogre dopo che questi ha rapito sua madre Jun. Il nonno, il leggendario Heihachi Mishima, addestra il nipote e organizza il torneo Tekken 3 come trappola per attirare l'antico combattente demoniaco.

Dopo due capitoli sviluppati in perfetta continuità l'uno con l'altro, Namco scatenò improvvisamente una rivoluzione prima nelle sale giochi arcade e poi in esclusiva sulle macchine Sony PlayStation. Con una cura per le animazioni, per i modelli e persino per i fondali mai incontrata prima nel sottobosco, un enorme roster di protagonisti, una colonna sonora a dir poco folle, degli elenchi delle mosse che non erano mai stati così lunghi, e addirittura una serie di ottime modalità collaterali di rottura - fra il Tekken Force e il Tekken Ball - il terzo episodio di Tekken travolse come una valanga l'universo dei picchiaduro. All'epoca erano in tanti a contendersi lo scettro di questo settore, per certi versi i "big" erano più di quanti non ce ne siano oggi, ma questo titolo portò la saga a sedere eternamente sul trono accanto a Street Fighter, mantenendo tale situazione invariata per quasi trent'anni.

44. Disco Elysium

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2019 - ZA/UM - Recensione

Martinaise, quartiere di Revachol, nel mondo fantastico di Elysium: un detective ubriacone affetto da amnesia deve risolvere un misterioso omicidio, ma il caso diventa solo un pretesto per raccontare un'intero universo, parlare di filosofia e di politica, ma soprattutto ricostruire attivamente la folle mente del protagonista.

Nel corso degli anni, diversi sviluppatori hanno provato a riesumare e tirare a lucido le atmosfere dei classici PC RPG, guardando con ammirazione produzioni come Planescape: Torment oppure i frutti dell'età dell'oro di Interplay. Il piccolo studio ZA/UM, attraverso Disco Elysium, non si è limitato a conquistare quell'antico ingrediente segreto, ma è riuscito a domarlo completamente prima di scagliarlo verso nuove altezze, confezionando una fra le opere più geniali di tutti i tempi. Lavoro della vita di Robert Kurvitz - nel senso che l'autore ha dedicato la sua intera esistenza alla creazione di questo immenso universo - è un GDR di straordinaria umanità che poggia sulle fondamenta di un'ambientazione strepitosa e curata nei minimi dettagli. Scherzando costantemente con le regole dei giochi di ruolo classici e con l'esperienza dell'utente, arriva a esplodere in una folle miscela a base di umorismo, di critica sociale e di discussione politica, fissando un nuovo standard per il genere intero.

43. The Last of Us

The Last Of Us

2014 - Naughty Dog - Recensione

In un'America post-apocalittica sconvolta dal parassita Cordyceps, il contrabbandiere senza scrupoli Joel Miller si trova a scortare Ellie, orfana di quattordici anni immune al contagio, attraverso un paese che ha perso la sua umanità.

Proprio durante i suoi ultimi mesi di vita, PlayStation 3 divenne il teatro nel quale andò in scena il grande gioco di prestigio di Naughty Dog, una produzione che ha influenzato irrimediabilmente la concezione stessa di "cosa debba essere un videogioco". Con la sua narrazione adulta, matura e cruda, la volontà di fondere l'interazione tipica del medium con il linguaggio cinematografico, nonché un gameplay viscerale e coinvolgente, lo studio ha realizzato una rischiosa intersezione di natura quasi trans-mediale. Se il fatto che The Last of Us costituisce il più vicino punto di contatto fra il cinema e la produzione videoludica è stato spesso letto in maniera negativa, la formula proposta dal team è divenuta per lungo tempo sinonimo del "videogioco migliore possibile", un simbolo di quelle grandi avventure narrative in terza persona che. ancora oggi, molti appassionati considerano le uniche degne di vincere il premio per il Game of the Year, ritenendo inferiori tutti gli altri prodotti.

42. Final Fantasy IX

Senza Titolo 1

2001 - Square - Retrospettiva

Gidan, ladro donnaiolo, incrocia il suo cammino con quello della principessa di Alexandria, impegnata a fuggire dal reame: ha inizio un'avventura che li condurrà, assieme a una serie di personaggi pittoreschi e segnati da storie tragiche, ai quattro angoli del pianeta Gaya.

Nato dalla volontà di Hironobu Sakaguchi di recuperare la più antica ispirazione della serie, Final Fantasy IX è un racconto ambientato in un mondo magico nel quale si corre all'ombra di castelli medievali, ci si perde in mezzo a foreste incantate, ci si lascia ingannare da quell'atmosfera all'apparenza colorata e rilassante che, oltre il suo velo rassicurante, ospita una vicenda che tratta la vita e la morte con grande sensibilità. "È il titolo che in assoluto si è più avvicinato al mio ideale personale di cosa debba essere Final Fantasy", ha dichiarato il creatore della saga, spazzando via con un colpo di spugna le malelingue di chi si era affezionato alla natura moderna, oscura ed "edgy" dei diretti predecessori. Se, al momento dell'esordio, fu tanto amato quanto discusso, oggi milioni d'appassionati sperano che Square Enix sappia portare una ventata di freschezza equiparabile a quella generata dall'avventura di Gidan per mutare il destino della serie.

41. Warcraft III

18

2002 - Blizzard Entertainment - Recensione

Un'invasione demoniaca della Legione Infuocata e del Flagello scatena un conflitto fra Umani, Orchi, Non Morti ed Elfi della Notte. Tra Reign of Chaos e The Frozen Throne emergono i caratteri più importanti della serie, fra Arthas Menethil, Jaina Marefiero, Thrall e Illidan Grantempesta.

Ci sono due anime che vivono all'interno di Warcraft III: la prima è quella di uno straordinario videogioco RTS, il più elaborato racconto dell'epopea cesellata da Chris Metzen, intervallato da filmati in computer grafica da primi della classe, costruito e limato con una pulizia tecnica e un'attenzione ai sistemi pressoché impeccabili. La seconda, invece, è quella dell'immenso fenomeno che si è tradotto, attraverso le partite personalizzate, nella nascita di diversi generi videoludici: è qui che sono nati i MOBA, grazie alla mappa Defense of the Ancients (DotA) e sempre qui hanno preso forma i Tower Defense, trasformando lo scheletro del gameplay in una tavolozza che si è dimostrata in grado di dar vita a infiniti quadri. Bisognerebbe anche menzionare il fatto che, grazie allo straordinario contributo degli autori e degli artisti dell'epoca, queste fondamenta inscalfibili hanno preparato il terreno per la rivoluzione di World of Warcraft.

Posizioni 40 - 21

40

40. Minecraft

21

2011 - Mojang - Recensione

Minecraft è un gigantesco recinto di sabbia nel quale vivere infinite avventure, dedicarsi all'arte e soprattutto spingersi molto al di là dei confini del videogioco tradizionale.

Oltre a essere uno dei più grandi, se non il più grande capolavoro emerso dal sottobosco indipendente, Minecraft è un videogioco di un'importanza straordinaria, un fenomeno che si è spinto molto oltre la sua pura e semplice natura ludica. Nel corso del tempo è diventato un'oasi della libertà d'espressione, uno strumento politico, un vettore artistico, ha ospitato mostre di fama internazionale, è stato trasformato in un archivio storico. Ed è riuscito a fare tutto questo senza mai perdere un briciolo della sua essenza, brillando come una delle migliori esperienze sandbox mai realizzate, riuscendo a catturare nella sua tela rassicurante centinaia di milioni di appassionati di tutte le età, accomunati dalla pura e semplice voglia di creare qualcosa o, ancor più banalmente, da quella di sopravvivere in un mondo fatto di cubetti.

39. The Secret of Monkey Island

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1990 - LucasArts - Recensione (Special Edition)

Il giovane Guybrush Threepwood arriva su Mêlée Island con la malsana idea di diventare un pirata. Durante il percorso s'innamorerà di Elaine Marley, e per poterla salvare dovrà raggiungere la pericolosissima Monkey Island.

Capolavoro di Ron Gilbert, fiore all'occhiello di LucasArts, avventura grafica a suo modo rivoluzionaria: sono tante le etichette che si potrebbero appore sulla copertina di The Secret of Monkey Island, ma se si è ritagliato uno spazio nella leggenda è stato in ragione del suo sfrontato desiderio di posizionarsi al di sopra delle righe, del suo linguaggio riconoscibile e tagliente, del desiderio d'imboccare una netta deviazione rispetto alla tradizione del genere d'avventura. Pur essendo stata costruita sulle fondamenta di Zak McKracken e Maniac Mansion, la vicenda di Guybrush Threepwood riuscì immediatamente a brillare per la spiccata personalità che seppe bucare lo schermo sin dalla schermata dei titoli di testa, al primo ascolto della colonna sonora. Gilbert riuscì a riprogrammare il senso dell'umorismo degli utenti attraverso ogni singolo dialogo e ciascun pensiero del protagonista, generando un fenomeno videoludico che si potrebbe accostare a ciò che Scrubs e Friends hanno significato per il mondo delle serie televisive.

38. Shenmue

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1999 - SEGA - Recensione

Ryo Hazuki cerca vendetta dopo l'omicidio di suo padre Iwao per mano del misterioso assassino Lan Di. Addestratosi nel jujitsu, indaga sulla gang Mad Angels e s'imbarca in un viaggio all'insegna della vendetta.

In un recente sondaggio tenuto dai BAFTA, Shenmue è stato eletto il videogioco più influente della storia. Non è stato un risultato sorprendente perché, al netto del fascino esercitato dall'ambientazione, dalla narrazione cinematografica e dalla caratterizzazione di Ryo, di questo progetto non si può fare a meno di ricordare l'impatto. C'è stato un momento, quando iniziarono a emergere le prime immagini per Dreamcast, nel quale l'intero settore non parlava d'altro. Sembrava evidente che il futuro fosse ormai dietro l'angolo, e soprattutto che dipendesse dal solco che sarebbe stato generato da Shenmue. Yu Suzuki ebbe una visione del domani che si rivelò per certi versi profetica, ma si trovò a concretizzarla nel momento meno adatto, stregando una fetta di pubblico per la quale Shenmue è stato e rimarrà per sempre un prodotto di culto, ma finendo per produrre un'opera invisibile alla maggior parte dei videogiocatori contemporanei, eternamente cristallizzata nella sua generazione.

37. Overwatch

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2016 - Blizzard Entertainment - Recensione

Sono passati anni dallo scioglimento di Overwatch, gruppo di combattenti leggendari che hanno protetto il mondo durante le guerre e la crisi degli Omnic. Ora, divisi fra stati, società private e fazioni, si danno battaglia in un mondo che ha un estremo bisogno di eroi.

Overwatch non è stato il primo esponente della deriva hero-shooter, ma è stato senza ombra di dubbio uno fra i videogiochi più influenti di tutti i tempi. Ultimo baluardo della "Old Blizzard" e opera di commiato del leggendario Jeff Kaplan, questo titolo è riuscito a incarnare una deriva da multigiocatore competitivo come non se ne sono mai incontrate nella storia del medium: oltre a mettere sul piatto una lunga serie di qualità artistiche semplicemente fuori scala, scelse di erigere l'intera formula di gameplay attorno a idee e contaminazioni che ancora oggi non sono state replicate con successo, e tutto questo prima di varcare il confine dello schermo e di trasformarsi in un fenomeno di massa capace di travolgere decine di milioni di appassionati. Si tratta dell'unico videogioco votato alla competizione ad aver vinto il premio per il Game of the Year: se lo è meritato.

36. Pokémon Oro/Argento

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2001 - Nintendo - Recensione (Remake)

Un aspirante allenatore di Pokémon di Borgo Foglianova parte per esplorare la regione di Johto con il fine ultimo di diventare il Campione della Lega Pokémon. Si troverà a esplorare un mondo immenso e a svelare misteri dimenticati.

Bissare il successo di un fenomeno come Pokémon poteva sembrare qualcosa d'impossibile, ma il potenziale era già emerso con il lancio del film Mewtwo contro Mew: all'epoca fu sufficiente alzare il sipario sui profili di Marrill e Donphan per far galoppare la fantasia di milioni di appassionati in tutto il mondo. Game Freak, allora, confezionò il suo più grande capolavoro, un videogioco impressionante sul fronte contenutistico che riusciva nell'arduo intento di migliorare ogni singolo aspetto del predecessore, realizzando da zero una regione tutta nuova, popolandola di creature inedite e incredibilmente ispirate, prima di arrivare a racchiudere all'interno della medesima cartuccia anche i vecchi territori del Kanto, protagonisti di un comparto di post-game dotato di una qualità e un'attrattiva che mai più è capitato d'incontrare nei confini della serie. Oltre a queste considerazioni obbligatorie, bisognerebbe discutere del fatto che potrebbe trattarsi del miglior JRPG mai realizzato.

35. Resident Evil

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1996 - Capcom - Recensione (Remake)

I membri della squadra S.T.A.R.S. Alpha, guidati da Chris Redfield o Jill Valentine, vengono inviati sui monti Arklay vicino a Raccoon City per investigare la scomparsa del Bravo Team. Allora finiscono all'interno del misterioso Maniero Spencer.

Resident Evil fu il titolo che segnò il primo vero punto di svolta nella storia di PlayStation, tale fu il suo impatto fra Giappone e Stati Uniti. Imponendosi come la prima esperienza realistica nella quale la paura sedeva costantemente dietro l'angolo, che fosse il lato cieco di un corridoio o una finestra sporcata dalla pioggia, si dimostrò una di quelle rarissime opere in grado d'erigere solo con le proprie forze un intero genere. La sua struttura ludica, il suo sistema di controllo, la presentazione dei personaggi, lo stile della narrazione, persino la natura degli enigmi e l'inquadratura, divennero immediatamente archetipi fondamentali del survival horror, elementi distintivi dai quali ogni competitor avrebbe dovuto trarre ben più che semplice ispirazione. Nel corso degli anni Resident Evil è cambiato, si è trasformato parecchio, ma questo è il naturale destino che tocca a qualsiasi fenomeno culturale. E quello di Bio Hazard è un fenomeno che si è spinto molto oltre la sola cultura del videogioco.

34. DOOM

Doom

1993 - id Software - Retrospettiva

Un esperimento sul teletrasporto finito male apre portali sull'inferno, così Marte e le lune Phobos e Deimos vengono presi d'assalto da orde di demoni. L'unica speranza risiede in un marine spaziale particolarmente arrabbiato...

Quando uscì DOOM, tutti giocavano a DOOM. Gli sviluppatori del tuo videogioco preferito tornavano a casa e nel tempo libero andavano a caccia di demoni. Tim Sweeney e Cliff Blezinsky giocavano a DOOM consapevoli della rivoluzione che stava generando. In Bungie si parlava solo di DOOM. Ken Silverman smanettava con il motore di DOOM. Gearbox Software non sarebbe nata senza DOOM. E potremmo continuare su questa lunghezza d'onda per decine di pagine. Il videogioco di id Software si rese l'epicentro del più violento terremoto a scuotere gli anni '90, un terremoto del quale ancora oggi si percepiscono le vibrazioni, perché non esiste un singolo game designer - né un professionista del mondo della tecnologia - che ebbe il lusso di poter restare indifferente di fronte al roboante colpo di doppietta sparato da id Software.

33. Sekiro: Shadows Die Twice

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2019 - FromSoftware - Recensione

Quando il suo signore Kuro viene rapito nelle Terre di Ashina, lo shinobi conosciuto come Il Lupo si lancia in un viaggio all'insegna della vendetta che lo porterà a sfoderare la lama contro combattenti leggendari e creature legate all'oscuro segreto del Sangue Immortale.

La catarsi di Sekiro: Shadows Die Twice avviene negli ultimi battiti del duello a colpi di katana, quando lo sguardo del lupo s'incrocia con quello di altri samurai maledetti e un singolo guizzo dell'arma tinge di color rosso sangue i cieli della regione fantastica di Ashina. L'opera di FromSoftware è stata un'assoluta anomalia per il medium videoludico, un progetto talmente fedele alla sua visione originale dal rivelarsi al contempo diamante di straordinario valore e spauracchio per chiunque non avesse la pazienza necessaria per poterlo scoprire e dominare. Si tratta di una sintesi fra meccaniche d'azione pura e ispirazione "Soulsborne" che fu forgiata con un'inquietante grado di lucidità, con la piena consapevolezza di star cesellando un prodotto ostile a un'enorme fetta del pubblico, mettendo al centro dello schermo quello che era - e che è rimasto ancora oggi - uno dei sistemi di combattimento più unici, spettacolari e innovativi mai incontrati in tale sottobosco.

32. Planescape: Torment

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1999 - Black Isle Studios - Recensione (Enhanced Edition)

Un individuo immortale senza nome si risveglia senza alcun ricordo della sua lunga e traumatica esistenza. Nella città di Sigil ha inizio un viaggio di scoperta interiore all'insegna della filosofia che lo porterà a svelare la natura del suo passato.

Potendo contare sulle solidissime fondamenta erette dal leggendario Zeb Cook, autore dello scenario di Planescape e colonna portante di Advanced Dungeons & Dragons, Black Isle Studio ha confezionato un gioco di ruolo che si è immediatamente imposto come un capolavoro del suo genere, anche e soprattutto in ragione dello straordinario peso della narrazione e della caratterizzazione dei personaggi. Partendo dai fondali della città di Sigil, il celebre protagonista affetto da amnesia dovrà farsi largo in mezzo ad ambientazioni iconiche e personaggi cardine dei Forgotten Realms, vivendo un'avventura costellata di colpi di scena e narrata in maniera sublime, ancora oggi considerata l'apice della produzione dell'immaginario di Chris Avellone. Torment è stato considerato per decenni la massima espressione possibile del gioco di ruolo all'occidentale, finché pochi eletti hanno tentato d'insidiare il suo dominio...

31. Clair Obscur: Expedition 33

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2025 - Sandfall Interactive - Recensione

Ogni anno un'entità nota come la Pittrice dipinge un numero su un Monolito e tutte le persone d'età superiore a tale numero svaniscono nel nulla. Così gli abitanti di Lumière hanno creato le Spedizioni, compagnie che si lanciano in missioni suicide oltre il mare per tentare di fermare la Pittrice e di svelare il mistero che l'avvolge.

Come affermato nella nostra recensione, nel corso degli ultimi anni diversi creatori di JRPG hanno iniziato a muoversi freneticamente alla ricerca di una struttura moderna, smarrendo sé stessi nel tentativo di catturare un pubblico nuovo e di oltrepassare il confine della propria nicchia. I francesi di Sandfall Interactive hanno fatto esattamente l'opposto: condensando in Clair Obscur tutto l'amore che provavano per i JRPG degli anni '90, e in particolar modo per l'età dell'oro di Final Fantasy, hanno prodotto un risultato che non solo ha messo in imbarazzo i maggiori concorrenti nipponici, ma ha assestato un violento schiaffo morale alla maggior parte degli editori di videogiochi AAA. Con una scrittura allo stato dell'arte, una colonna sonora da antologia, un sistema di combattimento capace di spezzare i rigidi confini del genere, una caratterizzazione dei personaggi che lascerà un segno indelebile, e tantissime altre qualità straordinarie, Clair Obscur: Expedition 33 non è una semplice gemma del sottobosco, ma un capolavoro a trecentosessanta gradi che è stato cesellato a mano da una bottega di artigiani innamorati del genere.

30. Resident Evil 2

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1998 - Capcom - Recensione

Leon S. Kennedy, neo-agente di polizia, e Claire Redfield, alla ricerca del fratello scomparso Chris, si trovano ad affrontare la terribile minaccia "zombie" che devasta Raccoon City nel settembre del 1998.

Questo è un caso più unico che raro in questa classifica: è l'unica situazione in cui le valutazioni assegnate all'opera originale e al suo remake si sono allineate in maniera quasi perfetta, cementando il successo dell'unico videogioco capace di risplendere in due iterazioni completamente differenti. Attraverso Resident Evil 2, Capcom è riuscita a capitalizzare sul successo del primo capitolo, abbracciando l'ispirazione cinematografica e gettando definitivamente le fondamenta dell'universo sbocciato all'emersione degli episodi successivi. Quella che era semplicemente un'idea straordinaria, seppur in sé capace di dare gas a un genere intero, si è trasformata in una gigantesca saga cross-mediale, donando un gusto inedito all'orrore interattivo e premendo l'acceleratore su una contaminazione d'azione che avrebbe toccato, in seguito, l'interezza della produzione videoludica.

29. Silent Hill 2

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2001 - Konami - Recensione

James Sunderland riceve una lettera dalla defunta moglie Mary, creduta morta da tre anni a causa di una malattia incurabile. La lettera lo invita a tornare nel loro "posto speciale", nella misteriosa e nebbiosa città di Silent Hill.

Silent Hill 2 ha segnato l'apoteosi per il secondo volto della deriva del survival horror, quel lato oscuro della Luna che aveva iniziato a fare capolino grazie alla ricerca di Toiyama e di altri autori giapponesi e che, molto silenziosamente, aveva iniziato a insidiare il dominio dei leader del mercato. La disavventura di James Sunderland, tuttavia, riuscì a toccare una vetta talmente elevata da far tremare chiunque, non solo i maestri dell'orrore, ma anche tutti gli autori di esperienze radicate nella narrazione, che si trovarono all'improvviso costretti a vedersela con un nuovo colosso che si lanciava in escursioni filosofiche e psicologiche, viveva di simboli e d'introspezione, soprattutto faceva tutte queste cose in una cornice artistica pressoché inattaccabile. La musica di Akira Yamaoka, il design del sonoro, lo studio dell'ambientazione, quello della psicologia e tutti gli altri elementi caratterizzanti, si mossero all'unisono per dar vita a un unicum talmente impattante da segnare, al tempo stesso, l'apice e l'inizio del declino della serie.

28. Halo 3

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2007 - Bungie - Recensione

Master Chief riprende conoscenza in Africa Orientale mentre la Terra è nel mirino di un'enorme flotta aliena, avviando la conclusione della guerra con i Covenant e tentando d'impedire l'attivazione delle installazioni dei Precursori.

Master Chief si muoveva deciso attraverso livelli che non erano mai stati tanto vasti ed elaborati, caratterizzati da sequenze in-engine che mai erano state così dinamiche e dettagliate, sorrette da un comparto tecnico che mai s'era presentato in forma tanto avanzata. A due anni di distanza dall'esordio di Xbox 360, la pubblicazione di Halo 3 segnò la consacrazione definitiva di Bungie ma soprattutto quella della macchina di Microsoft, che in quel 2007, forte di un titolo di tale calibro, sembrava destinata a vincere senza sforzo la guerra delle console. Basti pensare al fatto che, durante le feste natalizie post-lancio, l'opera superava agilmente 1.400.000 utenti connessi simultaneamente, numeri che mettono in ridicolo le maggiori pubblicazioni che oggi vengono celebrate su una piattaforma enorme come Steam per i loro "grandi "risultati. Per anni è stato considerato il miglior sparatutto in prima persona mai realizzato sul fronte delle console, ma sono tantissimi i videogiocatori pronti a giurare che lo sia ancora adesso, a diciott'anni di distanza dall'esordio.

27. Xenogears

I 100 migliori videogiochi della storia

1998 - Square

Fei Fong Wong, un giovane affetto da amnesia, vede la sua vita sconvolta da un attacco di giganteschi mech noti come Gear. Finito in esilio, intraprende un lungo viaggio alla scoperta della storia del pianeta, della sua connessione con una misteriosa entità e di una guerra silenziosa durata millenni.

C'è un dato molto interessante che riguarda Xenogears: mentre in quel tempo Square impiegava circa un anno e due mesi per sviluppare un capitolo della saga di Final Fantasy, quest'opera ne richiese due, e nemmeno quel biennio si dimostrò sufficiente per concretizzare appieno la folle visione di Tetsuya Takahashi e di sua moglie Kaori Tanaka. Considerato da numerose voci autorevoli come il miglior videogioco mai pubblicato dalla casa giapponese, è un immenso ricettacolo che si è reso protagonista di numerose disamine accademiche a causa delle tematiche che tratta e delle contaminazioni filosofiche che racchiude, il tutto stretto nell'abbraccio di un'impronta ludica e una scrittura che negli anni '90 sedevano ai massimi livelli. Non era mai esistito un titolo tanto ambizioso, e quell'ambizione si rivelò anche il suo più grande limite. Oggi Xenogears è considerato per i videogiochi quasi al pari di come è considerato Neon Genesis Evangelion nel sottobosco delle serie animate, il che la dice lunga sul suo indiscutibile stato di culto.

26. Super Metroid

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1994 - Nintendo

La cacciatrice di taglie Samus Aran viaggia verso il pianeta Zebes per recuperare l'ultima larva Metroid, rubata dai Pirati Spaziali capeggiati dal suo acerrimo nemico Ridley.

Oltre ad aver definito gli assiomi di un genere intero, Super Metroid ha portato una fra le più violente rivoluzioni nell'orbita dei videogiochi basati su azione ed esplorazione. Per stessa natura del medium nessuna opera può essere ricondotta a un singolo progenitore comune, ma quando si tratta dell'avventura di Samus Aran diventa molto difficile tracciare confini figurati: l'esplorazione non-lineare, la progettazione dell'immenso mondo interconnesso, l'azione senza compromessi e la rivoluzione sul fronte dei sistemi di power-up, contribuirono a renderlo uno dei migliori titoli pubblicati sulle sponde del Super Nintendo, ma spesso si tende a dimenticare l'impatto che ebbe sulla componente narrativa del videogioco, gettando le basi da cui sarebbero sorti i colossi del gaming su PC negli anni '90. Quasi tutti i videogiochi migliori degli ultimi 30 anni hanno elementi metroidvania: questo è il loro progenitore comune.

25. Final Fantasy VI

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1994 - Square - Recensione (Pixel Remaster)

Durante una missione di ricerca dell'Esper Valigarmanda, Terra Branford si libera dal controllo mentale che la soggiogava. Assieme a uno stuolo di coprotagonisti, si opporrà all'Impero Gesthal e al folle generale Kefka, che intendono utilizzare il potere degli Esper per dominare il mondo.

Probabilmente, in qualche altra linea temporale o in una dimensione parallela, Final Fantasy VI è stato pubblicato in seguito al passaggio di Squaresoft sulle sponde di PlayStation, diventando il capitolo più amato e più noto dell'intera saga. Nel nostro mondo, tuttavia, le cose sono andate diversamente: quello che per la maggior parte degli appassionati della prima ora è il miglior episodio dell'intera serie mainline, oggi vive nei ricordi di coloro che ebbero la fortuna di toccare con mano la più repentina evoluzione del genere JRPG, trovandosi al cospetto di un'avventura che non conosceva paragoni. Con un cast di personaggi da antologia che si rivelavano protagonisti di una straordinaria avventura corale, una costruzione del mondo che anticipava di quasi un decennio la futura evoluzione del settore, un "villain" di prima classe, una serie di colpi di scena irripetibili, e un reparto artistico che rappresentava lo zenith, Final Fantasy VI è semplicemente un capolavoro in mezzo ai suoi pari, il Final Fantasy per definizione.

24. Super Mario World 2: Yoshi's Island

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1995 - Nintendo - Retrospettiva

In seguito a un attacco di Kamek, Baby Mario precipita sull'Isola degli Yoshi: i dinosauri uniscono le forze per salvare il bambino, ricongiungerlo con suo fratello Luigi e sconfiggere Bowser ancora una volta.

Yoshi's Island è un videogioco diverso, strano, per molti aspetti unico: prodotto da Shigeru Miyamoto e diretto da Takashi Tezuka, trovò il suo principale tratto distintivo nella direzione artistica caratterizzata da disegni pastello e scelte cromatiche atipiche, ma grattando sotto la superficie si scopre che la sua diversità si spingeva molto oltre il solo senso della vista. Decisamente meno focalizzato sull'azione rispetto ai predecessori e caratterizzato da ritmi più che mai compassati, scommetteva, invece, sul collezionismo e sulla riflessività nell'approccio all'architettura del livello, deludendo alcuni appassionati ma seducendone altrettanti, realizzando un cambio di paradigma che brilla ancora oggi fra le opere più peculiari e affascinanti di casa Nintendo. Per certi versi è proprio qui che ha preso forma la visione attraverso la quale Nintendo ha scritto le regole del mondo in tre dimensioni.

23. Hollow Knight: Edizione Cuore di Vuoto

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2017 - Team Cherry - Recensione

Un insetto senza voce e senza ricordi raggiunge Nidosacro, imponente reame sotterraneo di cui rimangono solo rovine. Ricostruendo la storia del regno a colpi di battaglie, fatta la conoscenza della principessa Hornet, scoprirà d'essere l'ultima speranza per gli insetti che abitano quelle terre.

La nascita di Kickstarter - al pari di programmi come il vecchio Xbox Live Arcade - ha contribuito a generare una nuova corrente di opere che i grandi editori non avrebbero mai finanziato e che i piccoli sviluppatori sognavano da anni di poter sviluppare. Proprio in questi giorni il settore è affetto dalla febbre da Silksong, e il motivo è molto semplice: Ari Gibson, David Kazi e William Pellen, potendo contare solamente sul proprio talento e sul supporto del pubblico, hanno costruito e limato nel corso del tempo un videogioco semplicemente fuori scala, artisticamente ispirato, ricchissimo nei contenuti, bello da vedere, da ascoltare e da giocare. La principale innovazione che ha messo sul piatto risiede nella contaminazione "Souls", nell'approccio brutale alla sfida e nella non-linearità dell'esplorazione, alle corpse run e al platforming, a tutti gli altri elementi che l'hanno reso ciò che è oggi: senza mezzi termini uno dei migliori metroidvania in 2D e uno dei migliori soulslike mai realizzati per qualità e quantità, nonché il titolo che ha ridefinito il genere intero.

Questa selezione è stata realizzata prima del lancio di Hollow Knight: Silksong, titolo che ha superato il predecessore in ogni aspetto.

22. Metroid Prime

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2003 - Retro Studios - Recensione (Remastered)

La cacciatrice di taglie Samus Aran indaga su una richiesta di soccorso proveniente dalla fregata Orpheon: si troverà a esplorare l'intero pianeta Tallon IV, il cui ecosistema è afflitto da un veleno mutogeno legato alla caduta di un misterioso meteorite.

Metroid Prime non era nato sotto una buona stella. Affidato agli americani di Retro Studios, fu definito da Nintendo stessa come un videogioco First Person Adventure, in netta contrapposizione rispetto a quelli sparatutto in prima persona che sembrava voler scimmiottare e che stavano conoscendo un successo senza precedenti. Con il senno di poi, la casa non avrebbe potuto scegliere una definizione più azzeccata, perché l'opera riusciva a reggersi interamente sul comparto dell'esplorazione, e non di una formula d'esplorazione comune, ma proprio quella tipica del metroidvania, traslata in maniera pressoché perfetta nel teatro in tre dimensioni. Come emerso dalla nostra recensione, non si trattava semplicemente della miglior incarnazione tridimensionale di questo genere, ma anche del miglior videogioco in assoluto ad aver graziato le sponde del Game Cube, in quello che rappresenta un assoluto unicum per la serie dedicata a Samus Aran.

21. The Elder Scrolls V: Skyrim

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2011 - Bethesda Game Studios - Recensione

Un prigioniero senza nome sta per essere giustiziato a Skyrim - la regione più a nord di Tamriel - quando all'improvviso, dopo mille anni dall'ultima volta, appare un drago che semina distruzione. Sarà solo l'inizio della leggenda del Sangue di Drago, eroe che lascerà un segno indelebile nella storia di quelle terre.

Negli ultimi anni The Elder Scrolls V: Skyrim ha fatto registrare picchi di oltre 70.000 giocatori connessi simultaneamente sulle sponde del solo Steam, mettendo in imbarazzo i risultati di produzioni molto più giovani di Bethesda Game Studios. A quattordici anni di distanza dal lancio originale, è ormai comprovato che esista un misterioso incantesimo capace di far brillare di una luce particolare l'avventura ambientata fra i monti innevati di Tamriel, un'opera di natura universale che sembra immune allo scorrere del tempo, permeata com'è da un'atmosfera unica la cui essenza sfugge addirittura alla presa degli stessi sviluppatori di Bethesda. Non c'è mondo videoludico che abbia ospitato così tanti personaggi originali, così tante avventure vissute da così tanti videogiocatori diversi: la formula GDR di Skyrim, nella sua semplicità, è diventata l'incarnazione stessa dell'escapismo videoludico, mettendo a disposizione di chiunque un mondo che non è solamente un'opera d'arte, ma un teatro nel quale vivere una vita alternativa all'insegna dell'avventura.

Posizioni 20 - 1

20

20. Castlevania: Symphony of the Night

52

1997 - Konami - Recensione (Requiem)

Alucard si risveglia scoprendo che il castello del vampiro Dracula è riapparso all'improvviso, mentre il leggendario cacciatore Richter Belmont sembra svanito senza lasciare traccia, consentendo al male di avvolgere il mondo ancora una volta.

Quando si parla dei topoi nella ricerca videoludica si fa riferimento a tre ordini di grandezza dei videogiochi che hanno contribuito a gettare le fondamenta di un genere: in primo luogo ci sono gli "Ur-Example", ovvero i titoli in cui per la prima volta ha fatto capolino il genere, poi ci sono i titoli che hanno manifestato il topos, adottando consapevolmente tale genere, infine c'è il "codificatore", ovvero il gioco che ha finito per influenzare tutta la produzione successiva. Castlevania: Symphony of the Night è stato il codificatore del genere metroidvania, il titolo che ha superato il confine della nicchia ed è deflagrato nella cultura di settore fino a generare centinaia di emuli che, ancora oggi, tentano di ripercorrere le orme di Alucard seguendone tutti gli insegnamenti alla lettera, per esempio spingendosi molto oltre i primi "falsi" titoli di coda. Al di là dell'importanza storica, la Sinfonia riesce a risultare piacevole, scorrevole e ammaliante anche a trent'anni dalla pubblicazione originale, grazie alla spinta di una direzione artistica immacolata e dei meravigliosi brani di Michiru Yamane.

19. Street Fighter 2

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1992 - Capcom - Recensione (Virtual Console)

M. Bison, leader di un'organizzazione criminale, indice un torneo mondiale di arti marziali al quale partecipano i combattenti più forti del pianeta. Round One: Fight!

Distribuito nelle sale giochi nel 1992, Street Fighter 2 ha costituito per più di trent'anni il centro di gravità dell'immensa miniera d'oro eretta Capcom, compagnia che di fatto ha costruito il proprio successo realizzando un sequel dopo l'altro. Nei confini del genere, invece, scatenò certamente la più violenta rivoluzione della storia: da quel momento in avanti, per poter competere equamente nel mercato, sarebbe stato necessario mettere in campo un roster ricchissimo di personaggi, caratterizzarli in maniera unica e profonda, integrare finali alternativi, alzare il sipario su una serie di mosse speciali, dedicare tanta attenzione ai fondali, investire in dettagli come il doppiaggio, gli effetti audio e la colonna sonora. Insomma, Street Fighter 2 e i suoi successori più rifiniti - come per esempio Alpha 3 - hanno scritto l'equivalente delle Tavole della Legge, istituendo un processo di selezione naturale oltremodo brutale: o ci si adeguava alle loro lezioni, oppure si spariva senza lasciare traccia.

18. Chrono Trigger

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1995 - Square - Recensione (DS)

Chrono e i suoi compagni, grazie a una macchina del tempo, viaggiano attraverso diverse epoche nel tentativo di scongiurare la catastrofe che distruggerà il pianeta. Recuperando alleati nelle pieghe della storia, scopriranno segreti taciuti da millenni.

Immaginate, oggi, di prendere Hideo Kojima, Hidetaka Miyazaki, Masayoshi Soken, magari un mangaka come Eichiro Oda e qualche altro peso massimo come Yoji Shinkawa e di metterli tutti quanti a lavorare su un solo progetto. Sembrerebbe una follia, ma qualcosa di molto simile è capitato nel 1995, quando Square ha radunato Yuji Horii (Dragon Quest), Hironobu Sakaguchi (Final Fantasy), il mangaka Akira Toriyama (Dragon Ball), il fondatore di Monolith Soft Tetsuya Takahashi, i compositori Nobuo Uematsu e Yasunori Mitsuda, ma anche Yoshinori Kitase e Takashi Tokita, per farli lavorare su Chrono Trigger. Il desiderio era quello di realizzare un "omnibus" capace di incapsulare l'essenza dell'età dell'oro dei JRPG, il risultato fu un titolo a dir poco sensazionale che non ha mai perso un briciolo del suo smalto, un'opera eterna che è e sarà sempre ricordata come un classico fuori dal tempo.

17. Resident Evil 4

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2005 - Capcom - Recensione

Leon Scott Kennedy, sopravvissuto all'incidente di Raccoon City, deve indagare la scomparsa della figlia del presidente degli Stati Uniti. Arrivato nel villaggio di El Pueblo, troverà ad attenderlo la minaccia biologica dei misteriosi Los Ganados...

Resident Evil 4 è stato la punta di diamante degli storici "Capcom Five", oltre che l'unico titolo a ottenere grandi riscontri in mezzo alle cinque esclusive di Capcom che avrebbero dovuto debuttare per Nintendo Game Cube. La mano di Shinji Mikami, allora, fu guidata dal desiderio di trascendere il confine della serie, tratteggiando una nuova struttura a base d'azione che riuscì nell'intento di abbracciare un pubblico completamente nuovo. Non si trattò, tuttavia, di un banale exploit legato a una singola scelta creativa: Resident Evil 4 si è dimostrato un videogioco straordinario a trecentosessanta gradi, finendo non solo per rivoluzionare l'immaginario di riferimento, ma per influenzare profondamente quasi tutte le opere - specialmente gli sparatutto in terza persona - che vennero dopo di lui, fissando un nuovo standard sul fronte del ritmo e della struttura di qualsiasi videogioco che si potesse definire realmente maturo.

16. The Legend of Zelda: A Link to the Past

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1992 - Nintendo - Recensione (Wii)

Il giovane Link s'imbarca in un'avventura per salvare la Principessa Zelda, rapita dallo stregone Agahnim. Dovrà viaggiare fino ai margini del regno di Hyrule - e anche in un'altra dimensione - per liberare una volta e per sempre il mondo dal male.

The Legend of Zelda: A Link to the Past si è presentato al mondo come l'assoluto apice di quella sintesi fra videogioco d'azione ed esperienza ruolistica inseguita da Nintendo ai tempi del Super NES, ma soprattutto come il culmine del desiderio di Shigeru Myiamoto di racchiudere il senso d'avventura infantile nei confini di un mondo virtuale. Punto zero dell'evoluzione della serie, è il capitolo al quale tutti gli altri hanno sempre guardato prima d'imboccare le deviazioni che li hanno caratterizzati: nonostante lo straordinario impatto del capostipite della saga, è come se la "vera" anima di Zelda avesse iniziato a prender forma nei confini di questa Hyrule, nella realizzazione di un mondo poetico, geograficamente coerente, affascinante e ben costruito che, oltre alle straordinarie qualità artistiche, rappresentava una strepitosa prova di forza tecnica per l'epoca dei sedici bit.

15. Elden Ring

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2022 - FromSoftware - Recensione

Un evento conosciuto come Disgregazione ha distrutto la fonte di potere nota come Anello Ancestrale, portando alla scomparsa della divinità Marika e scatenando una violenta guerra di successione fra i semidei. Un Senzaluce privato della Grazia si risveglia all'improvviso, accarezzando l'idea di battersi per diventare l'unico Lord dell'Interregno.

Elden Ring costituisce la summa della produzione di FromSoftware e di quell'ispirazione "Soulsborne" che ha influenzato più d'ogni altra gli ultimi tre lustri di sviluppo di videogiochi, un titolo la cui immensità è destinata a riecheggiare negli anni a venire. Perfetto cancello d'ingresso per esplorare l'immaginario di Hidetaka Miyazaki - che molti ancora oggi ritengono ironicamente destinato a una fumosa "elite" - ha abbracciato la formula del mondo aperto riuscendo a conquistare il cuore di milioni di appassionati storicamente distanti da questo discusso neo-genere, facendo breccia nella cultura di massa grazie all'incalcolabile peso della direzione artistica e al mostro contenutistico che si nasconde sotto la superficie. Ci sono opere dello studio giapponese che gli appassionati reputano più impattanti e rifinite, ma questa ha finalmente assunto quel carattere universale che è sempre mancato sotto l'egida di FromSoftware, provando il valore di una filosofia di gameplay e di uno stile della narrazione che nessun altro nell'industria intera, nonostante le decine di tentativi, è mai riuscito a replicare pienamente.

14. Baldur's Gate III

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2023 - Larian Studios - Recensione

Rapito da un Vascello degli Illithid, il protagonista viene infettato con un girino che dovrebbe trasformarlo in un Mind Flayer, ma la ceremorfosi non sembra avvenire. Insieme a un gruppo di improbabili compagni, inseguito dal Culto dell'Assoluta, dovrà attraversare gran parte dei Forgotten Realms in cerca di una cura, o magari cedere al suo nuovo potere...

Baldur's Gate 3 è, molto semplicemente, il miglior videogioco di ruolo mai realizzato in cinquant'anni di storia del medium. Ricamando un'esperienza che si considerava solo appannaggio delle migliori partite di D&D giocate attorno a un tavolo, e magari dirette dai migliori dei master, Larian Studios ha fissato uno standard talmente elevato che sembra impossibile che qualcuno, al di fuori dello studio di Swen Vincke, possa raggiungere il medesimo risultato. Non c'è mai stata un'opera tanto carica di dettagli, tanto varia nelle situazioni, tanto efficace nel prevedere le mosse del giocatore e rispondere adeguatamente, capace di comporre un mosaico pressoché illimitato di dialoghi, di equivoci, di strategie di applicare a un sistema di combattimento a turni pressoché perfetto. Trovandosi per le mani l'IP di Baldur's Gate, la fucina belga ha realizzato un capolavoro che è anche un unicum, un progetto nel quale centinaia d'astri diversi si sono allineati, un'opera che - salvo clamorosi colpi di scena - sembra destinata a rimanere insuperata per molti, moltissimi anni.

13. Tetris

Tetris

1984 - Aleksej Leonidovič Pažitnov - Recensione (Effect)

Semplicemente il videogioco a base di tetramini più famoso di tutti i tempi.

Si dice che quando si diventa DAVVERO famosi non servano più descrizioni, titoli o introduzioni. "Mi chiamo Aleksej Pažitnov e 40 anni fa ho creato un piccolo puzzle game chiamato Tetris che, in qualche modo, è diventato davvero famoso, così famoso che tutti l'hanno provato almeno una volta nella vita". Così Pažitnov si è presentato ai nostri microfoni durante l'intervista che gli abbiamo rivolto nel 2024. Tetris, molto semplicemente, è il videogioco.

12. Red Dead Redemption 2

I 100 migliori videogiochi della storia

2018 - Rockstar Studios - Recensione

Il leggendario pistolero Arthur Morgan, membro dell'efferata banda di Dutch Van Der Linde, si trova a vivere un viaggio ai confini del west - oltre che introspettivo - che lo porta a mutare completamente la sua visione del mondo e a riflettere sull'esistenza che ha condotto.

Red Dead Redemption 2 non è solamente l'interpretazione più fedele, affascinante e sorprendente di un'altra epoca storica, nello specifico il tramonto del selvaggio west, che in questa sede si è trasformato in un immenso mondo aperto curato artigianalmente, e forse nel miglior mondo aperto in assoluto. Non è solamente lo struggente racconto dell'esistenza di Arthur Morgan e degli ultimi battiti di libertà della banda di Dutch Van Der Linde, sostenuti al meglio dal comparto artistico e da una colonna sonora strepitosa. Non è solamente una grande storia di redenzione, una straordinaria opera audiovisiva che mette in scena personaggi sensazionali e dialoghi che fanno impallidire la controparte hollywodiana. Red Dead Redemption 2 è, soprattutto, la grande redenzione dei Rockstar Studios, un titolo che ha improvvisamente deviato la bussola creativa della compagnia per puntare verso una direzione inedita, dimostrando al mondo intero perché questi autori siedono al vertice dell'industria dei videogiochi.

11. Super Mario Galaxy

I 100 migliori videogiochi della storia

2007 - Nintendo - Recensione

Bowser attacca il Regno dei Funghi e spedisce Mario nello spazio. Soccorso dagli Astronigli e guidato da Rosalinda, grazie al suo Osservatorio Cometa, dovrà esplorare le galassie e salvare l'universo intero.

Come si fa a reinventare la ruota? Semplice: non si fa. Super Mario Galaxy ha mantenuto invariata l'essenza tridimensionale della mascotte di Nintendo, applicando invece una rivoluzione di scala galattica a ogni singolo elemento che gli si muoveva attorno, mutando completamente il respiro della produzione e portando una rivoluzione là dove sembrava impossibile, specialmente in seguito al colpo sparato da Sunshine. Si tratta, in maniera tanto banale quanto stupefacente, di un capolavoro di game design che ha spinto in direzioni inedite ogni singolo elemento alla base del platformer in tre dimensioni, generando una rivoluzione compassata e silenziosa che, probabilmente, la stessa Nintendo non sarà più in grado di ripetere, trovandosi costretta a cercare strade diverse per evolvere la sua ricetta più importante. Mario crescerà per sempre, ma come si fa a stupire quegli appassionati che l'hanno seguito per decenni in un mondo nel quale esiste un'opera come Galaxy?

10. World of Warcraft

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2005 - Blizzard Entertainment - Recensione

L'Alleanza e l'Orda si contendono il controllo dei due continenti che costituiscono Azeroth. Al di là della guerra che accarezza i meravigliosi paesaggi di un enorme mondo aperto, si nascondono terribili poteri dimenticati che attendono pazientemente nell'ombra.

Era l'alba della seconda generazione dei MMORPG quando iniziarono a emergere i titoli che avrebbero dovuto raccogliere il pesantissimo testimone ceduto dai primi grandi successi di matrice prettamente sandbox. Blizzard Entertainment rispose alla chiamata, alzando il sipario su un immenso mondo che si estendeva senza soluzione di continuità, una sorta d'enorme Arda virtuale, creando le condizioni ideali per far forgiare ai giocatori legami più saldi di quelli di sangue, realizzando quello che si è rivelato senza mezzi termini l'universo persistente più influente di tutti i tempi. Una dimensione parallela che in più occasioni ha varcato il confine della realtà, che è diventata parte della cultura popolare, regalando agli appassionati l'opportunità di vivere una seconda vita al di là dello schermo, conoscendo un processo di storicizzazione proprio che ha scritto gli annali di un mondo parallelo, infondendo la scintilla della vita nelle ambientazioni, generando amicizie indissolubili, caratterizzando personaggi e vicende immortali.

9. Shadow of the Colossus

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2006 - Team Ico - Recensione (Remake)

Un viandante giunge nelle Terre Proibite in groppa al suo cavallo Agro, portandosi al seguito il corpo senza vita di una fanciulla. Per poterla salvare dovrà compiere un gesto terribile, andando a caccia dei leggendari e maestosi Colossi.

I videogiochi di Fumito Ueda sono un po' come i film di Hayao Miyazaki: ammantati nel linguaggio del proprio autore, è come se fossero ossessionati dal desiderio di generare emozioni, affidando quel difficile compito solamente alle interazioni, alle immagini, ai dettagli, alle sensazioni, a tutti quegli impercettibili elementi che siedono alla base di qualsiasi fiaba audiovisiva. Shadow of the Colossus non ha una trama sensazionale, non può vantare meccaniche di gameplay estremamente variegate, si può dire rivoluzionario in ben pochi aspetti, eppure si rivela un portale su un'altra dimensione caratterizzata da atmosfere e sensazioni uniche, capace di pizzicare quasi senza sforzo corde molto difficili da raggiungere per il medium videoludico, gettandosi nel bailamme del mercato come uno dei rarissimi progetti che si possono davvero definire autoriali.

8. Super Mario World

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1992 - Nintendo - Recensione (2007)

Mario approda sull'Isola dei Dinosauri per una vacanza, ma la Principessa Peach viene rapita da Bowser e dalla sua famiglia. Così ha inizio una nuova avventura, stavolta assieme al dinosauro Yoshi.

Tutta la follia di Takashi Tezuka esplose nel successore diretto di Super Mario Bros. 3, un titolo che fu graziato del suffisso "World" proprio in ragione della peculiare e dirompente struttura dell'esperienza. Le piccole sezioni schematiche e tematiche del passato si trovarono a cedere il posto a un'immensa mappa del mondo costellata di oltre 70 livelli interconnessi, talvolta separati da uscite nascoste che violavano senza alcun timore reverenziale i postulati del level design dell'epoca. Super Mario World, oltre ad aver migliorato ogni aspetto del predecessore e ad aver portato un balzo tecnico in futuro ineguagliabile, introdusse diverse anomalie nella gestione della fisica, nel sistema di controlli, nel ritmo e nello stato di "flow" alla base dei movimenti di Mario, stravolgendo l'interpretazione del mondo quanto del singolo livello, emergendo come il più grande antesignano della prima opera in tre dimensioni di Nintendo e, soprattutto, come il miglior platform in 2D di tutti i tempi.

7. Half-Life 2

Half Life 2

2004 - Valve - Recensione

Lo scienziato Gordon Freeman viene risvegliato dal misterioso G-Man, trovandosi su un pianeta Terra ormai soggiogato dall'impero alieno dei Combine. Toccherà a lui intervenire e seminare il caos nella distopia.

Se il primo Half-Life aveva fissato gran parte delle regole degli sparatutto in prima persona e più in generale dei videogiochi moderni, riuscendo a sintetizzare e costringere l'approccio cinematografico in una formula interamente basata sul gameplay, con il secondo capitolo Valve tentò d'inseguire un obiettivo differente. L'idea di fondo era quella di riscrivere gli orizzonti del medium, di ricollocarli, di rifare il look a quello studio in stile The Truman Show che era il costrutto virtuale, portando a compimento uno dei balzi tecnici più impattanti del nuovo millennio, pavimentando la strada per un futuro che consacrasse finalmente quest'arte ancora bistrattata e incompresa. E Valve, alla fine, ci è riuscita: Half-Life 2 ha cambiato il modo di creare, di vivere e di respirare i videogiochi, sfruttando una rivoluzione tecnica di una portata tale che oggi, nell'era della grafica fotorealistica, sembra impossibile poter assistere nuovamente a qualcosa di lontanamente simile.

6. Final Fantasy VII

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1997 - Square - Retrospettiva

Cloud Strife, Soldier di Prima Classe, si unisce al gruppo di terroristi ambientalisti AVALANCHE per combattere la mega-corporazione Shinra, che sta devastando il pianeta con le sue mire economiche e militari. Tuttavia, il fantasma del leggendario Sephiroth riemerge improvvisamente dal suo confuso passato.

A volte la vita pone di fronte a biforcazioni che hanno il potere di mutare il destino in un istante: prendendo una direzione tutto continuerebbe a scorrere come nulla fosse, imboccandone un'altra il mondo intero ne uscirebbe rivoluzionato. Square, negli anni '90, prese la decisione di passare sulle sponde di PlayStation per abbracciare il CD-Rom, rifiutando altri concept per mettere in piedi quello scaturito dalle menti di Hironobu Sakaguchi e Yoshinori Kitase, generando l'effetto farfalla che cambiò per sempre la storia dei JRPG. Final Fantasy VII è stato IL gioco di ruolo di nuova generazione, il titolo che ha fissato uno standard che ancora oggi sembra impossibile replicare, nonostante le opportunità e le risorse pressoché illimitate. L'avventura conduceva il giocatore fin negli angoli più remoti di un pianeta intero, raccontando nel dettaglio la storia del corpo celeste e del gruppo di protagonisti che si muovevano freneticamente lungo la superficie. Se videogiocare significa vivere grandi avventure dall'altra parte dello schermo, allora si tratta di uno dei più grandi videogiochi mai realizzati.

5. Metal Gear Solid 3: Snake Eater

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2005 - Konami - Recensione

1964: l'agente dell'unità FOX Naked Snake viene inviato in una missione solitaria in Unione Sovietica con lo scopo di eliminare un'unità di disertori capeggiata dalla sua mentore The Boss, sventando una crisi nucleare che rischia di far scoppiare la Terza Guerra Mondiale.

Nello scrigno della Missione Virtuosa e dell'Operazione Snake Eater si nasconde la perfetta sintesi della saga di Metal Gear Solid, soprattutto della visione creativa di Hideo Kojima e del peso incalcolabile della sua duplice natura: da una parte è un autore visionario, dall'altra un geniale game designer. Lanciato a fine ciclo vitale di PlayStation 2, questo "Tactical Espionage Action" spinse al limite le meccaniche e le tecnologie più avanzate della sua epoca, rivelandosi al contempo una miniera ricolma dei diamanti di design che l'autore giapponese aveva sempre disseminato nelle sue opere. La fortuna di Snake Eater, tuttavia, risiede nell'atmosfera magica che avvolge le vicende di John e della sua mentore The Boss, protagonisti di una spy-story perfettamente rotonda, centrata, mai fuori fuoco, un'esperienza che scorre liscia come l'olio ed è incorniciata in una quantità incalcolabile di dettagli artigianali. Non è facile incontrare videogiochi obiettivamente perfetti, ma lo Snake Eater dell'era PS2 è un serio candidato a tale titolo.

4. The Legend of Zelda: Breath of the Wild

I 100 migliori videogiochi della storia

2017 - Nintendo - Recensione

Dopo un sonno durato un secolo, il guerriero Link si risveglia scoprendo che la guerra è persa e la principessa Zelda - che aveva giurato di proteggere - è svanita nel nulla. Ora l'eroe è tornato, di fronte a lui il regno s'estende a perdita d'occhio, e muore dalla voglia di mettere a tacere Ganon una volta e per sempre.

The Legend of Zelda: Breath of the Wild è una delle opere più ambiziose e dirompenti mai realizzate dalla Grande N, talmente rumorosa da aver rischiato di generare una frattura con il pubblico affezionato, che mai si sarebbe aspettato un cambio di rotta tanto invasivo. L'approccio unico alla costruzione del mondo ha inferto un colpo quasi fatale a qualsiasi altra esperienza open world, tracciando una nuova linea di demarcazione che in pochissimi hanno avuto il coraggio e la forza di attraversare. Come fosse un uragano, Breath of the Wild ha sradicato le fondamenta della struttura dei suoi contendenti, ne ha dimostrato tutta la fragilità, scegliendo d'ancorarsi a meccaniche basate sulla curiosità, sull'osservazione e sull'esperienza, rendendo obsoleti quasi tutti gli assiomi che avevano regolato la decade precedente. Per questa ragione non si può dire che esista un prima e un dopo Breath of the Wild, perché i frutti di quel "dopo" non sono ancora maturati: c'è Breath of the Wild, e poi ci sono tutti gli altri videogiochi d'avventura ambientati in un mondo aperto, che per il momento possono solo sognare di competere con il capolavoro supervisionato da Eiji Aonuma.

3. Dark Souls

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2011 - FromSoftware - Recensione

Un non-morto maledetto riemerge da una prigione dimenticata e raggiunge Lordran, regno divino che è rovinosamente caduto nella miseria. Sarà lui il prescelto in grado di superare le prove degli antichi dei e vincolare la Fiamma?

Capita molto raramente che un videogioco generi un impatto tale da scatenare una corrente incontrollabile in grado d'influenzare ogni produzione che s'affaccia sopra il suo cratere. L'ultima volta che è accaduto risale al 2011, anno della pubblicazione di Dark Souls di FromSoftware, l'opera che ha portato alla consacrazione del game design di Hidetaka Miyazaki. Con la sua struttura fortemente basata sull'apprendimento e la scoperta, una progettazione dei livelli allo stato dell'arte, un'interpretazione della curva della sfida che distruggeva i canoni del tempo, nonché una direzione artistica e una realizzazione cinestetica destinate a fare scuola, Dark Souls è stato senza ombra di dubbio il videogioco più influente degli ultimi vent'anni. Un costrutto oscuro, affascinante, criptico, radicato nella filosofia dell'auto-miglioramento, dipinto attraverso una tavolozza dark fantasy degna del miglior Kentaro Miura. Ma, soprattutto, un modo inedito di realizzare e di vivere il medium videoludico. Alcuni videogiocatori non l'accetteranno mai, faticheranno per sempre a capirlo davvero, lo vedranno eternamente come "difettoso". Altri, invece, allora hanno semplicemente scoperto l'anima dei videogiochi dei propri sogni.

2. Super Mario 64

Super Mario

1996 - Nintendo - Retrospettiva

La Principessa Peach sembra scomparsa senza lasciare traccia, dunque Mario dovrà raggiungere il cuore del suo castello esplorando i mondi in miniatura che riposano oltre la collezione di quadri magici.

Come scrisse il nostro Alessandro Bacchetta, trovando parole pressoché perfette: "Super Mario 64 ha dato l'illusione che le tre dimensioni fossero l'unico futuro possibile, che il gaming 2D fosse morto, o morente. Il binomio Super Mario 64-gaming tridimensionale è stato qualcosa di talmente nuovo e perfetto da costituire un meteorite, un meteorite che ha estinto ciò che c'era prima, e creato un nuovo ecosistema". Sviluppato assieme al Nintendo 64 e allo strambo controller "tricorno" che l'accompagnò nel suo debutto, questo titolo ha generato una rivoluzione impossibile da replicare per gli attori contemporanei, che fino a questo momento non ne sono nemmeno lontanamente stati in grado, né per mezzo dei sensori di movimento né tanto meno attraverso il debutto della realtà virtuale. Se, prima dell'avvio di Mario 64, non era ben chiaro quale cammino avrebbero imboccato i videogiochi in tre dimensioni, fu sufficiente spiccare qualche balzo nel cortile del Castello di Peach perché il futuro assumesse all'improvviso contorni limpidi e rassicuranti.

1. The Legend of Zelda: Ocarina of Time

Ocarina

1998 - Nintendo - Retrospettiva

Nella foresta dei Kokiri c'è un bambino privo di una fata i cui sogni sono tormentati da visioni di un male che minaccia la principessa Zelda di Hyrule. Il giovane Link s'imbarcherà in un viaggio che lo porterà oltre i confini del tempo per salvare un regno già condannato.

Come sarebbero i videogiochi, oggi, se Ocarina of Time non fosse mai esistito? Servirebbe ben più di una singola analisi per tuffarsi in mezzo alle decine di meccaniche inedite che il capolavoro di Nintendo ha insegnato al mondo. Occorrerebbe un papiro per trattare la sua interpretazione unica del senso d'avventura, la sua visione del combattimento tridimensionale, la sua capacità di costruire un ambiente virtuale interattivo in grado d'estendersi fra canyon montani, foreste perdute e deserti battuti dal vento. Al di là dell'impressionante impatto che ebbe nel 1998, Ocarina of Time riuscì ad aprire uno squarcio su un mondo parallelo, stracciando il velo che fino a quel momento aveva disegnato il confine dello schermo, demolendo la linea di demarcazione fra il mondo reale e l'avventura digitale, infondendo la scintilla della vita in una grande fiaba che toccava l'eccellenza in ogni sua componente. The Legend of Zelda: Ocarina of Time è IL videogioco, a prescindere dall'angolazione da cui lo si analizza, che si voglia esaminare con il senso della vista, con quello dell'udito, con un approccio tattile, anche e soprattutto attraverso l'emozione.

Se altre posizioni di questa selezione sono state molto combattute, in questo caso si è trattato di un plebiscito: la prima avventura tridimensionale di Link è il miglior videogioco mai realizzato secondo la quasi totalità dei redattori di Multiplayer.it che hanno contribuito a redigere la classifica.

Non è stato per nulla facile realizzare questa selezione: fra oltre 500 titoli totali proposti dai redattori - tutti quanti videogiochi stratosferici - la fase di mediazione ha finito per tagliare fuori diversi capolavori che avrebbero meritato almeno una menzione, alcuni dei quali sono rimasti esclusi per il rotto della cuffia, per una manciata di punti. Tocca a voi riempire quel vuoto, perché la propria esperienza vince su tutto il resto e una selezione oggettiva non potrà mai esistere: quali sono, secondo voi, i videogiochi migliori di tutti i tempi?